Poesia precaria (selezionata da L. Piccolino) – 14
novembre 16, 2009 1 commento
Il tour che ha portato il collettivo Scrittori precari in giro per l’Italia è stato tutto un incontrare e conoscere.
Con Andy Q. ci siamo visti durante l’ultima data, nella Repubblica di Frigolandia, in provincia di Perugia.
Il Caro Andy, parlando parlando, mi disse di avere la passione del verso ed io, da parte mia, gli chiesi di spedirmi qualcosa per la rubrica del lunedì.
Ci è voluto un po’. Io e lui abbiamo scoperto di non essere molto coordinati.
Mi ha scritto su myspace e io ho letto dopo un mese. Mi ha mandato una mail, ma si è persa nei meandri di una bufera subtropicale che ha tagliato le comunicazioni per qualche ora.
Colpa mia e colpa sua, dunque. Nel caso della bufera colpa di qualcuno più in alto, forse. Ma andiamo avanti parlando di cose serie.
La poesia di Andy appare potente e senza fronzoli. Comunque non mi permetterei di considerarla essenziale.
La padronanza e la consapevolezza che questo autore innegabilmente possiede, fanno sì che egli possa scalare senza remore o tentennamenti le chine poetiche che gli si parano innanzi.
Musicalità, immagini forti e soprattutto sensazioni forti. Poesie fatte di materia, carne, sangue, lacrime, cuore e molto altro.
La realtà presente sembra avere i toni del grottesco e va ad incastonarsi come una gemma difettosa su un anello di finto oro.
Palese è la letteratura di riferimento a cui Andy evidentemente si ispira. Ma il suo personale modo di interpretarla e rinnovarla fanno pensare a un percorso evolutivo tutt’altro che finito.
Staremo a vedere.
Buona lettura.
ORE MASTICATE
il cibo tra i denti
le ore masticate
l’armonia della quiete nel ferro congelato
nessun tramonto nella notte delle stelle indifferenti
calici di ulivo vivo non ancora colto
fiori ingenui si colorano d’inverno
vapore nel nostro respiro
che aspira linfa nello splendore
un’ erezione improvvisa toccando erba di campo
e le ciminiere fumano più di noi
ma in lontananza sono sole
travestite da formichieri della quotidianità
mai sazi di disperazione
gocce di birra sul corriere regionale
gocce di birra sugli annunci delle troie private di provincia
numeri su numeri
calcoli su calcoli dentro tumori morali in via di putrefazione
il vescovo non vuole il sexyshop
la città se ne fotte
treni in ritardo dentro valigie vuote
cani affamati alle discariche dei ristornanti di lusso
la luna nasconde il proprio sesso e non ci degna di Luce
e la notte finisce con l’ultimo sorso
aborto dell’addio
frutto malato di arcobalenica muffa
ruggine nel terzo occhio
pittura su odio nella pupilla del terzo occhio
guanti anti-omicidio
san valentino nell’aorta strappata
sputeremo sangue alla parata degli attimi fuggenti
cibo tra i denti
ore masticate
sangue coaugulato nel dna della miseria
fazzoletti con sborra incollata
catarro che galleggia nel cesso
siamo i soliti esseri perfetti in una realtà decadente
vivo ogni giorno
cucendo strappi
di buie visioni
ad altrettanti soffi di vento
e alterno bacio
a corpo suddiviso
non me ne accorgo
distratta e racchiusa
in abbozzo di parola
angelo privo di piume
solo una unica che vola
su fogli di silenziosità
scavate nell’animo
stride la voce nel cavo
dell’albero
ad alda merini
*****
vi lascio una cosa, traccia del mio passaggio.
buon lavoro! api