Una libreria

Una libreria *

La vetrina è divisa tra venti copie del libro di un noto personaggio televisivo e venti copie del libro di un giornalista che ha avuto il merito di saper navigare sempre in acque calme ad ogni giro di vento.

Quaranta libri allineati come lapidi, come un esercito schierato a parata. Quaranta libri sotto i riflettori. Null’altro. Un segnale chiaro e preciso.

Commetto l’errore di entrare ugualmente.

Attraverso il corridoio, sfiorando pile di quegli stessi due libri esposti in vetrina. Supero lo stand delle agende e quello dei calendari.

Davanti al PC c’è una ragazza sui venticinque, fresca di solarium, che sta parlando al cellulare e con l’indice indugia lungo il solco del proprio ombelico, anch’esso in esposizione. Dice all’interlocutore che quella sera si devono beccare da qualche parte e che ci deve stare assolutamente un certo Nando. Quindi, coprendosi la bocca con la mano, inizia a riferire circa alcune indiscutibili virtù di Nando. Aspetto con malcelato imbarazzo che abbia concluso il suo scambio di confidenze, che non subisce alcun tipo di accelerazione in conseguenza della mia attesa.

Non appena la ragazza ritiene sia giunto il momento di dedicarsi a me, le domando se per caso abbia “Il giovane Holden” di Salinger. Mi chiede se è un libro, ed è una domanda piuttosto curiosa, se si considera che ci troviamo all’interno di una libreria e non di un autoricambi. Faccio cenno di sì. Lei mi dice che queste cose non le tengono perché la libreria è piccola.

La ringrazio ed esco facendomi largo nel corridoio di quella piccola libreria, costipato da cumuli di copie di due soli libri.

Alessandro Hellmann

* Estratto da Decadence Lounge. Viaggio nei nonluoghi del nostro tempo (Zona, 2010).

Qui l’anteprima pubblicata a novembre.

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2 Responses to Una libreria

  1. Isak Borg says:

    L’estratto pubblicato mi fa venire in mente un’altra lettura da Pound circa l’opportunità che le librerie di un paese solido (nelle lettere e nelle arti in genere), espongano accanto alle novità i classici eterni, cioè quei precedenti assoluti del gusto e della tradizione che dovrebbero essere il fascio del faro verso cui tendere. Pound ha scritto moltissimo sulla “pulizia” dello strumento tecnico della lingua e ha anche elencato in una sorta di biblioteca ideale quei non più di 50 libri che eviterebbero l’annacquarsi disgustoso del gusto ad ogni nuova edizione.
    Lo stesso estratto, infatti, mi ricorda il pezzo di Pound e QUEL pezzo, in effetti, non è stato eclissato da questo, che si pone dove dovrebbe…

  2. Paola B. says:

    “Decadence Lounge” è uno di quei libri che, nel loro piccolo, ti fanno sentire meno sola al mondo. Posologia consigliata: un racconto in autobus andando al lavoro e uno la sera prima di addormentarsi. Fa bene!!!

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