Dalla parola all’immagine. Nascita di un fumetto
aprile 6, 2010 9 commenti
DALLA PAROLA ALL’IMMAGINE. NASCITA DI UN FUMETTO
Sceneggiature e tavole da Non mi uccise la morte (Castelvecchi, 2010) di Luca Moretti e Toni Bruno.
Non mi uccise la morte verrà presentato giovedì 8 aprile alle ore 18 c/o RASH, via dei Volci 26, a Roma, nel quartiere San Lorenzo e mercoledì 14 aprile alle ore 19 c/o Angelo Mai, sempre a Roma, in via delle Terme di Caracalla 55a. Saranno presenti gli autori.
TAV 33 doppio riquadro
Un detenuto del Gambia dichiara di aver assistito al pestaggio del giovane, in brevissimo tempo viene trasferito nel carcere di Teramo e scompare dalla scena.
1) (PPP) Gli occhi del detenuto africano osservano dallo spioncino della cella. E’ impaurito, grosse gocce di sudore gli imperlano i contorni degli occhi. Intorno un gran rumore. (il detenuto africano sta sentendo i rumori del pestaggio ai danni di Stefano)
2) (CM) Corridoio davanti alle celle, il corpo di Stefano è riverso a terra, disteso su un fianco, rannicchiato, esanime. Ci sono tre guardie penitenziarie, una brandisce un manganello e dice: “Ammorbiditelo ragazzi!” le altre due lo prendono a calci.
TAV 41 doppio riquadro
Il sabato sopraggiunge nel silenzio, le strade della Città Eterna sono congestionate dal traffico, sono per di più giovani pronti al relax e alle feste del fine settimana, un’ambulanza fatica a dimenarsi nel groviglio di macchine con le sirene spiegate. Ore 19:45, le condizioni di Stefano sono peggiorate, si decide per un nuovo ricovero presso la Divisione di Medicina Protetta dell’ospedale Sandro Pertini.
1) (CM) L’ambulanza a sirene spiegate, la vediamo da dietro entrare nella cancellata della sezione penitenziaria dell’ospedale Sandro Pertini.
2) (PP) Due infermieri spingono la barella di Stefano, uno dei due trasporta la flebo a mano e dice all’altro: “Cazzo come l’hanno conciato male!”
TAV 54 triplo riquadro
Nell’attesa hanno modo di parlare con la sovrintendente del reparto, alle insistenti richieste la donna liquida il discorso con un “il ragazzo sta tranquillo”, ma la visita va nuovamente rimandata, c’è bisogno di un’autorizzazione dal carcere che ancora non è arrivata e quindi i genitori non possono vedere il ragazzo.
Dida: “Attendere ancora”
1) Verticale, lungo a sx. (PP) La metà esatta di un camice da medico, è bianco e ha un cartellino su cui una croce rossa e la scritta “responsabile”.
2) (DETTAGLIO) in alto a dx particolare del cartellino leggiamo solo: “bile”.
3) (DETTAGLIO) in basso a dx altro particolare vediamo la croce e la scritta “responsa”
Balloon che riguarda il camice: “Non possono entrare. Non c’è ancora l’autorizzazione necessaria.”
TAV 63 quattro riquadri
Stefano muore così, in silenzio, senza poter riabbracciare i suoi famigliari, senza poter parlare con il suo avvocato di fiducia, isolato dal mondo esterno, steso su quel letto, con indosso gli stessi abiti del giorno dell’arresto.
Dida: “Morte naturale”
(CM) In ognuno dei quattro riquadri c’è una rosa, nel primo la rosa è bella in vita, i raggi del sole la illuminano, nel secondo la rosa ha la testa un poco appesa, si avvicina il buio e la disidratazione.
Nel terzo non c’è luce e capiamo che la rosa sta per morire. Nel quarto la rosa è completamente appassita, i petali sono caduti sul davanzale o tavolo vedi tu. L’ultimo riquadro, l’immagine è dietro le sbarre.
Spero poter esserci
Arrivo.
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ci sarò
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Ne abbiamo parlato anche qui: https://scrittoriprecari.wordpress.com/2010/04/13/censura-in-rai/
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