Non c’è pietà

Il Policlinico non è un buon posto in questa stagione. Fa caldo e l’aria condizionata dove c’è non funziona. Nelle camere si sta in sei, otto pazienti.

Il vecchio al mio fianco l’hanno ricoverato un paio di giorni prima di me, per via di un’ ulcera perforata che, a quanto pare, gli ha fatto passare un bruttissimo quarto d’ora.

Oggi è il mio giorno. Finalmente mi operano.

Il mio ventre è fatto male, così ha detto il medico. Una malformazione congenita mi porta a possedere la parte superiore dello stomaco al di sopra del diaframma anziché sotto, dove dovrebbe invece essere.

Basta con la pancia che brucia come un tizzone. Basta con i reflussi gastrici in piena notte e con i farmaci da prendere ogni giorno. Basta. Ma serve operarsi. Un bel taglio e due, tre ore di qualcosa che l’anestesia non mi farà vedere.

Oggi cominciano i mondiali di calcio. Durante la partita inaugurale, Sud Africa-Messico sarò ancora sotto ai ferri. Probabilmente sarò già abbastanza in sentimenti alla sera, per Francia-Uruguay.

Questa storia dei mondiali è proprio una botta di culo. Sai che palle, in questa corsia di ospedale a sentire le lamentele di anziani che stanno tutto il giorno a vedere Forum e altre insopportabili trasmissioni, sembrano non sentire il caldo e si ostinano a chiudere le finestre. Sono qui da due giorni e già non ne posso più.

Tre partite al giorno fanno in tutto sei ore di pura e onesta evasione sportiva. L’unico punto di contatto che possa trovarsi tra me e la geriatria che abita la mia stanza.

L’anestesista mi dice di contare fino a dieci, dopo avermi fatto un’iniezione al braccio. Arrivo a quattro e cado in un sonno senza sogni. Buio.

Luce. Mia madre, mio padre, mio fratello e Vanessa che mi guardano e mi chiamano. Capisco che mi stanno chiamando ma ci vuole un po’ prima che io riesca a rispondere. Dicono di aver parlato col chirurgo. E’ andato tutto bene, una settimana di ospedale e poi sono fuori. Mio padre dice di non preoccuparsi. Che una settimana passa in fretta e che ci sono i mondiali in televisione per distrarsi. Ha proprio ragione. Mondiali. Partite e trasmissioni sui mondiali. Moviole, commenti, pronostici. Una vera pacchia.

Sono le sei quando i miei se ne vanno. Alle sette passa la cena. Non per me. Io ho le flebo attaccate fino a domani mattina. Per fortuna non sento un gran male. Sono ancora rabbonito dall’anestesia ma ben cosciente.

Alle otto e un quarto Mauro, l’infermiere di turno, viene a cambiarmi la flebo.

Il vecchio al mio fianco gli si rivolge col fare di un nonno col nipote: “Su che canale la danno la partita della Francia? Su Raiuno?”

Mauro si fa supponente mentre maneggia con le boccette della flebo: “A sor Alvà ma che cazzo state a di’? Ma non lo sapete che la Rai trasmette solo una partita al giorno? Oggi hanno mandato quella del Sud Africa no? Le altre stanno su Sky. Se so comprati i diritti.”

La delusione serpeggia senza neanche stare troppo a nascondersi. Mauro se ne va.

Il sor Alvaro si è seduto sul letto. Scuote la testa: “Mortacci loro. Manco le partite del mondiale se possono più guardà in grazia de Dio. E’ uno schifo. Dappertutto è uno schifo.”

Bestemmia il Cristo in croce e poi continua: “Non c’è pietà. Nemmeno per chi soffre, per chi sta ricoverato. Per nessuno. Non c’è pietà!”

Il vecchio addetto al telecomando fa zapping per qualche istante. Poi si ferma su un programma dove una grassona rincontra sua figlia dopo vent’anni.

La settimana, come per magia mi si prospetta d’un tratto più lunga di prima. Molto più lunga e maledettamente noiosa. Una sofferenza nella sofferenza per cui occorrerebbe molto più che pietà.

Luca Piccolino



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3 Responses to Non c’è pietà

  1. alex pietrogiacomi says:

    Basta bruciore Luca!
    Un abbraccione

  2. vanessa says:

    che gnecca! visto che ovviamente ero al tuo capezzale ti avrei tenuto compagnia e fornito pc con serie tivù fantastiche e film introvabili…in più avresti trovato sicuramente un sacco di umarells come te con cui conversare eheheheheh

  3. Pingback: Fútbologia « Scrittori precari

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