Il rapporto parola-computer in due parole

Sapere che una macchina possa essere guidata da un comando verbale è sempre un’ipotesi affascinante e foriera di fantasie immaginifiche. Ed essendo il computer la prima “macchina” guidata dalla parola (che potrebbe essere definita, in questo caso a ragione più che in altri, la “dea ex machina”), è impossibile non stupirsi di fronte ad esso.

La parola è la forma di comunicazione più rappresentativa dell’umanità, sia per tortuosità e ambiguità, sia per emblematica complicazione semiologica.

Innanzitutto, consideriamo la visibile molteplicità e il peculiare dislocamento delle istanze della psiche umana.

Essendo l’essere umano un conglomerato finito di sostanza ontologica, gettato nell’arena infinita dell’universo ontologicamente inteso, non può che ritrovarsi in una condizione d’inadeguatezza. Ergo, volendo rappresentare con il suo linguaggio il dedalo della fenomenologia universale (infinita), si scopre inadatto a farlo. Ovviamente, la semiotica non può non annodarsi a correnti filosofiche come probabilismo e relativismo, facendosi didascalia ideale al quadro dell’impossibilità umana di rappresentare verbalmente tutte le sfumature del proprio esistente.

Ma il computer dimostra di sottrarsi a tutto ciò. Con la possibilità di guidarlo con un linguaggio “naturale”, l’ermeneutica a (cui va incontro il discorso umano) cessa automaticamente d’aver ragion d’essere.

Spieghiamoci meglio. Mentre nell’animale c’è una sostanziale univocità d’intendimento del comportamento, nell’essere umano può anche inverarsi l’ipotesi d’un fraintendimento anche quando le circostanze contingenti farebbero presupporre il contrario.

Solo i campi dello scibile umano sono suscettibili di interpretazione. (Non fosse altro per la connaturata e consolidata tendenza umana d’elucubrare l’influenza che le più disparate concause possono avere sul “gliummero” d’accadimenti a cui si viene sottoposti diuturnamente).

Forse, in fin dei conti, il computer ci ha lasciati – e ci lascia ancora – sgomenti proprio perché ha in comune con l’uomo la possibilità di comunicare verbalmente, ma ha di animalesco l’univocità del nesso significante-concetto: pur essendo una raffinazione dell’intelletto per capacità mnemonica ne è un’involuzione per quanto riguarda la varietà di manifestazioni emotive.

Vien dunque spontaneo considerare acclarato il desiderio conscio e inconscio di creare un computer che provi sentimenti.

Ed eccoci giunti al motivo fondamentale per cui il computer sollecita tanto la nostra fantasia (o, quantomeno, la mia): per la sua peculiare possibilità di diventare “umano”, non grazie alla mano divina, ma a quella umana.

Ecco cosa incarna ai nostri occhi il computer e l’informatizzazione dei macchinari: la possibilità – la speranza – di creare una vita alternativa speculare a quella umana.

Gli algoritmi, che io definirei “archetipi informatici”, sono sostanzialmente l’elevazione a sistema degli schemi mentali di ognuno di noi. Mentre l’algoritmo è “l’ordine” impartito alla macchina, gli archetipi propriamente umani e i nostri comportamenti sono riconducibili a ricordi e a quelli che potremmo definire empirici randez-vous organolettici. Come rendere autonomi fenomeni computeristici i processi (definibili, con una certa licenza intersemiotici) che la mente umana quotidianamente innesca tramutando sensazioni in emozioni ed esperienze in nozioni. Come innestare tutto ciò in una mente artificiale?

E’ questo il problema che affascina tutti. Ed è questo che mi ha più impressionato, sollecitando la mia mente: la possibilità di duplicare (e, in seguito, moltiplicare all’infinito) l’esistenza, virtualizzandola in un programma o cibernetizzandola in un impulso vagante nell’etere.

Secondariamente il problema è biblico. In origine fu il Verbo (verbum, logos – Anassagora?), alla fine cosa ci sarà?

Antonio Romano

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: