Il libretto rosso di Pertini

Sandro Pertini è stato, ed è, il Presidente più amato dagli italiani. Rappresenta quella figura etica di uomo incorruttibile e di indefesso combattente per la libertà di cui oggi più che mai si sente il bisogno. Il libretto rosso di Pertini è un saggio fra letteratura e storia, che raccoglie gli scritti e i proclami politici del grande Presidente di tutti gli italiani e ne ricostruisce l’entusiasmante biografia, dalle sue imprese durante la Prima Guerra Mondiale alla Guerra di Resistenza durante la Seconda, passando per l’esilio e il carcere, fino ad arrivare alla Presidenza della Repubblica. I Di Mino, autori del romanzo Fiume di tenebra, sull’epopea dannunziana a Fiume, e de Il libretto rosso di Garibaldi, completano così un percorso ideale alla riscoperta dell’epica nazionale, ridisegnando la figura di Sandro Pertini, in una chiave moderna e originale, come mito ancora attivo.

Da mercoledì 29 giugno in tutte le librerie.

Il libretto rosso di Pertini
La vita degna dell’uomo che passò dal carcere, all’esilio, alla presidenza della Repubblica

Abbiamo bisogno di grandi storie per capire la vita, e di grandi eroi per imparare a viverla.
Oggi, per esempio, abbiamo bisogno di Sandro Pertini.
Noi italiani ne abbiamo bisogno per capire chi siamo, perché, ancora una volta, l’Italia ci appare una terra incognita e misteriosa. I suoi abitanti ne parlano come di un’astrazione che per lo più li atterrisce. “L’Italia è fatta così”, e, per ogni italiano, se le cose vanno male è solo “per colpa degli italiani”, intesi come entità estranee ed aliene. Questa complessa ed infelice sindrome, che ci porta a vivere schiavi e angariati da forze nemiche e straniere che, alla fine, risultiamo essere noi stessi, nasce prima di tutto dal nostro triste e contorto racconto nazionale (quello che ci fa vivere tutti i giorni così come viviamo: protagonisti di un capolavoro di inane paranoia).
Non può essere altrimenti quando si ha il cattivo genio di fondare un Paese sulle gesta di santi luminosi al neon ed eroi in parrucca, sempre pronti a dire “obbedisco”; da navigatori con animo da ragionieri e, di conseguenza, da capitani di industria fervidi praticanti dell’orgia post-aziendale in calzetta corta marca democristiana. Viviamo tutti in Hellzapoppin’, ma il fatto che, parafrasando il sottotitolo del film, qualsiasi somiglianza fra l’Italia ed una Nazione è puramente casuale non ci fa ridere.

Massimiliano e Pier Paolo Di Mino

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2 Responses to Il libretto rosso di Pertini

  1. Pingback: Fine pena mai: intervista agli sceneggiatori « Scrittori precari

  2. luigi says:

    un grande uomo…..

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