Trofei
luglio 13, 2011 Lascia un commento
Ne La noia Dino cerca di possedere Cecilia completamente (e lui vuole farlo proprio per stancarsi di lei e allontanarla), ma non ci riesce perché avverte sempre che la ragazza non è mai completamente sua.
Ora, prescindendo dalla noia psicopatogena di Moravia, questo stato d’animo è possibile interpretarlo così: quando desideriamo qualcosa è perché essa ci porta vantaggi e, per dirla con Hobbes, è il nostro istinto di conservazione che c’instrada verso certe cose, che ci piacciono. Questo vale anche per una data donna. Solo che, nel momento in cui la conosciamo (biblicamente o meno), i casi sono due: o non è all’altezza delle nostre aspettative o lo è stata fino al momento in cui non è diventata nostra. Nel primo caso si tratta di una semplice delusione. Nel secondo la donna ha perso la sua divinità perché è stata conquistata, come la luna che ci ha ispirato poesie e riflessioni finché è rimasta un astro scintillante nel firmamento, finché non si è lasciata calpestare da un astronauta: da allora s’è tramutata in uno dei tanti ammassi materici dell’universo. Un po’ come quando, alla fine della storia, si scopre che il Mago di Oz è solo un vecchietto striminzito, velleitario e con qualche rotella fuori posto nel cervello.
Così avviene che la donna irraggiungibile diventi una cosa già vista nell’arco di una notte o – per i più fortunati – di una settimana.
Purtroppo i rapporti fra uomini e donne sono sempre condizionati da questa bomba a orologeria e proprio per questo aumentano i divorzi, i partiti politici, i sadomasochisti, le guerre, gli omosessuali, gli eterosessuali e gli scrittori. È un’arca di Noè impazzita: fra un po’ ci annoieremo anche di noi stessi e divorzieremo in più personalità, sbroccheremo in massa e tanti saluti alla civiltà. Non si può far niente per evitarlo e se anche ci fosse una soluzione non sarebbe legale (in realtà già ce n’è qualcuna, ma le unità cinofile della Guardia di Finanza le trovano sempre).
Antonio Romano
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