Postribolo
agosto 7, 2011 Lascia un commento
1) Faccio un post sul postribolo, ho un asso con il manico e ieri un transamico ha confidato che lui ha freddo ad esser statico, è anche un poco stitico, per via del refrigerio di febbraio. E lui come onorario non ha orario al calendario. Postribolo uniforme d’infedeli in serramanico, più Iva senza prezzo che lo guarda con sospetto, sospetto che il cafone sia italiano. Ho molto più rispetto per la scelta di Repetto. Postribolo disprezzo con il cappellaio matto dico basta alla Zanicchi ed è questo il giusto prezzo da pagare solo per ricominciare ad ascoltare Pappalardo. Ma la classe non è acqua dopo solo sei secondi pollo ai ferri con Marzullo, se la vita è solo un sogno: tu marita ed io son moglio. Lei la scritta ed io son foglio.
2) Lo scalogno che mi parla è la mia sveglia che è in ritardo. L’ultima e l’ennesima Golden Virgina vergine. Virgilio punto E.T. che non telefona più a casa, è un film di fantascienza la bufera che continua se traggo conseguenze da dei dardi stilo tratto. Ratto mano di fumetto neo nazista, se sei in lista forse pubblichi il tuo libro recensito su rivista altrimenti hasta la vista. Vista l’asta? Ho comprato anche la tessera da buon artista arrivista. Mista come un’insalata per chi non sta a dieta, non importa che tu sia analfabeta, l’importante è avere l’aria intestinale tanto mesta nella festa, tra sorrisi deliziosi di parole che nascondono altruismo. Dici amici, amici di chi? Di Titina de Filippo o di Filippo di Latina?
3) Se non conosci l’abc DIrai soltanto parole a vanvera, come un programma in prima serata RAI: stai da Dio ma Dio non lo sa, per pigrizia o perché gli conviene, dipende da quanto vino bianco ha nelle vene. So-stiene che al Sosty un cartello da divieto di sosta costi meno che alla Coop, ma la Coop sei tu, e quindi vendimelo. Se fai loghìn qui non si entra con i cani, lascia fuori Rìn Tìn Tìn e brindiamo al perignon. E sto in gogna, come bere birra in una vigna, lo squirtame di una fregna con il bimbo che ti frigna, affianco. Siamo franchi: sono Ciccio, getto scarpe senza lacci faccio tracce senza senso sensoriale. Sono altare del demonio, prego Dio che Pregadio ritorni in vita, con la sua richiesta estrema che tu crepa in linea d’aria del mio viso, intriso di riso da sposa. Sposalizio dove un tizio mette fede alla sua fine ma prospetta un buon inizio tra catene di catene.
4) Giuliano Palma con un cocco fresco in testa spalma succo di Nutella sopra striscia di lumaca, canta skanka: “Ma ‘ndo vai se la banana non ce l’hai” da notizia che darà lezione di ska su sky. Mentre Bisca in una bisca insieme a Busta rima e scrive testi osceni sulla busta di cartone. Vedo Lazzaro che s’anima mangiando biscottini (Lazzaroni) che bisticciano tra loro per andare al lazzaretto per rubare dei mattoni ai senzatetto, da rivendere al mercato. Porta a porta, porta pure le posate. Parco d’armi, guarda quante! Ruba, mira, premi e spara. Non è tutt’oro quel che è raro ed errare umano est. This is the end. E chiudiamo la porta che fa corrente e che devo farmi un bagno nella vasca in santa pace (eterna).
Vertigo feat. Andrea Coffami
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