ContraSens – Dalla Keta alla Meta

Piccoli accorgimenti fonetico-sociali.

Le lettere che contraddistinguono i suoni della lingua romena, e che di conseguenza ne affilano la musicalità in senso specifico, in questi testi non hanno subito traslitterazione. A seguire, una breve guida fonetico-esplicativa per la loro lettura corretta:
Ă: una -a più gutturale, pronunciata con la parte anteriore della gola, a bocca mezza aperta.
Â: una -a gutturale che tende alla -i.
Ț: corrisponde ad una -z dura, come in pazzo.
Ș: corrisponde al suono -sc, come in sciare.
Buona lettura.

Dalla Keta alla Meta
di Mitoș Micleușanu
Traduzione di Clara Mitola

Forse suona arrogante, ma non ho più voglia di presentazioni! Sinceramente, in che senso presentazioni? Siamo presenti, e basta. Insopportabilmente presenti. O forse non è abbastanza snervante?

Comincio a scrivere questo testo con grande riluttanza… mi dispiace, non mi sono ancora ripreso dopo il ritiro definitivo di Vasilievici, così sono insensibile al capitolo “dinamica”. Mi sarebbe piaciuto parlare de “la mia prima nebbia” o “l’ultima boccata d’aria”, ma mi attesto sul fumo. Comincerò col tabacco, ma rapido, estremamente rapido. Il primo passo verso l’oscuramento dei polmoni l’ho fatto quando avevo sei anni, in campagna, nascosto dietro una cuccia di cane. Questo su spinta di un mio cugino dieci anni più grande di me. Basta col tabacco. Semplicemente non racconterò dei tentativi di rinuncia alle sigarette, del record di un anno senza fumo (adesso due) o della poetica della nicotina. Non ho voglia di roba del genere. Passiamo perciò alla prosa cannabinoide. Il primo passo verso l’oscuramento definitivo della mente l’ho fatto al primo anno di facoltà, a Cluj, con una compagnia quanto più possibile allergica alla luce. In effetti, come ho detto in altre righe, per me Cluj ha significato una sorta di scappatoia totale, lì ho visto per la prima volta i rockers rilassati, ben equipaggiati, capelloni seri con giacche di pelle dura, spillette e altri accessori. Ma, cosa fondamentale, senza comportamenti paranoidi. A Chișinău, durante i ’90, quando succedeva tutto questo, l’andare barcollando con i capelli lunghi arruffati non era visto di buon occhio, soprattutto al tramonto. Così anticipiamo… se esagero con l’uso dei “così” e di altre espressioni riempitive, esce anche a me un testo consistente. Più l’osservazione precedente, che è fissa. Tre righe di riempitivi, compresa la battuta forzata, con la rivelazione dell’intento riempitivo. Quindi quattro righe fino ad ora. Ma state a vedere che riempitivo ci metto alla fine. A riempitivi batto pure Stephen King se voglio! Quindi, pardon per il quindi: il Primo Tiro.
Come ho detto, o non ho detto, il mio primo joint è stato un vero volo di paranoia. Per un verso questo mi ha aiutato nel tempo ad essere un po’ più cauto con le piante e le sostanze che ho sempre sperimentato, ma il primo ricordo legato al joint è uno lento sconforto, un panico latente, viscoso, una curiosità soffocante legata a “quello che succederà” e la delusione che, guarda, tutto è rimasto al suo posto e… sembra che tornerò al banale. Impulsi suicidi non ne ho avuti, sono stati soppressi in un certo modo dai sogni terribili del periodo studentesco, sogni di estrema violenza in cui ammazzavo con un’accetta, mi nascondeva nudo nella foresta o ero giustiziato per decapitazione. L’erba non è stata una rivelazione, più che altro è stata una vasca in cui ho imparato a schizzare, ma con una sorta di “memento” di concentrazione, visto che, se l’erba è forte e non hai cervello, hop, lo dimentichi pure che non hai cervello, e questo è grave! Quando dimentichi di essere stupido, quel fumo diventa tossico per davvero.
Accanto agli effetti secondari, pochi, ma degni di attenzione, l’erba genera esplosioni di creatività estrema, connessioni inaspettate fra contesti o argomenti senza alcun legame. Ho incontrato uomini che mi hanno detto di aver fumato una sola volta, dopodiché hanno capito che non è per loro e hanno messo un punto. Hanno capito che non è per loro? Forse dopo il primo match di sesso hanno capito com’è la storia col sesso? In effetti dopo 69 pipe non puoi affermare di sapere com’è la storia con l’erba, visto che di sfumature e di fattori ne esistono molti più di 69. Lo stato in cui sei, l’ambiente, l’entourage, il rapporto quantità-qualità, più la merce che non si reperiva più di tanto. Ciò che per alcuni determina il fermarsi al primo tentativo è probabilmente la paura e il pregiudizio, ma non voglio emettere verdetti, al contrario, apprezzo il desiderio di lucidità. In ogni caso, se ha avuto luogo il secondo tentativo, è chiaro che non ti fermi al terzo. In quelli successivi, anche se non si compara con l’LSD, l’erba è la sorella minore e, se la si fuma pochino è ancora più gentile. A molti ristagnano le sinapsi per il fumo, e accanto a questo raggiungi una sorta di stordimento morale vicino allo pseudonichilismo. Peroro la causa sempre di meno. Sapete com’è, in vacanza il week-end non ha gran valore!
Fino alla fine, l’erba è più intelligente dell’alcol ed è evidentemente legalizzata innanzitutto nelle zone intelligenti. Questo mentre l’alcol continua a produrre una lenta “degenerazione legale” e mantiene la quota di criminalità a un livello “adatto” a dar lavoro ai poliziotti e a riempire le galere. Storia vecchia, triste e irreparabile a quanto vedo. Ma non sprechiamoci in pessimismo…
Tra le altre, se comparassi l’erba con l’LSD, potrei dire che l’erba è il 2D e l’LSD il 3D, con tanto di IMAX. E dato che ogni stato d’alterazione della coscienza presuppone un bad-trip di “preparazione” al capitolo morte, voglio uscire un attimo dal fumo per entrare nell’arrosto. Il peggiore bad-trip che ho vissuto, accanto alle battaglie di strada, l’ospedale, la depressione e quella merda di condizione esistenziale di certe mattine d’autunno, è stata la mia relazione con la Ketamina. Ragazza esotica, ma scontrosa. Nel gruppo dell’epoca la chiamavamo “Calipso”. Non entrerò in dettagli tecnici, dirò solo che è iniziata con un’iniezione su una chiappa sinistra. La mia chiappa sinistra. Poi quasi un’ora di suspance, dopo di che “il sentiero”, cioè il preludio. Una specie di vibrazione in crescita, un lento intorpidirsi del corpo, ma senza intaccare la lucidità. La Ketamina è un anestetico potente, ma una dose maggiore modifica la percezione visuale, sensoriale e soprattutto può provocare una paranoia difficile da immaginare. Dopo aver iniziato a percepire quella vibrazione, le mani, la faccia, le gambe hanno iniziato a intorpidirsi e, parallelamente a questo, ha iniziato a modificarsi lo spettro della luce. Mi trovavo nel dormitorio studentesco, fuori era ancora giorno e di colpo tutto è diventato sanguigno, come se guardassi attraverso un vaso di vino rosso. Poi da rosso è diventato viola, poi celeste-pastoso e via così, un arcobaleno assillante in metamorfosi. All’inizio ero angosciato dalla parte visuale, soprattutto perché sembrava non fermarsi. Mi passavo la mano davanti agli occhi e vedevo un ventaglio di dita, la mano era già nella parte sinistra del campo visivo ma io la vedevo muoversi lenta da destra, in sequenze, come avessi avuto uno stroboscopio in testa. Tutto si estendeva, i colori si modificavano e mi sentivo sprofondare in un liquido viscoso, per non dire amniotico. Poi di colpo mi sono reso conto di essere sospeso in aria, non sentivo più il pavimento sotto di me. In realtà ero seduto per terra, appoggiato alla parete accanto ai miei amici nella camera dello studentato, ma per me non era più reale. Allora mi è preso il panico perché non percepivo più il mio corpo. Ero cosciente, ma non avevo più alcuna connessione con lo spazio, niente di gravitazionale, e avevo le interiora intorpidite. Questo mi ha terrorizzato. Ho avuto la sensazione che sarei morto di lì a poco. Nemmeno ora ho cambiato opinione, ma allora è stata una certezza. Ho sentito che sarei morto nell’istante successivom immediatamente successivo… assolutamente successivo! Il panico mi s’era coagulato dentro, uno spasmo totale, una pressione indescrivibile che sembrava mi avrebbe inevitabilmente perforato il cranio. Non capivo nemmeno più che proveniva dall’iniezione. Mi guardavo intorno, tutto galleggiava in un miele inquietante; guardavo in basso ma non riuscivo a fermare lo sguardo da nessuna parte: ero in aria, da qualche parte molto in alto. Ancora, a un certo punto con la paura è arrivata anche una forte nausea. Uno dei miei amici ha notato che non stavo bene e mi ha chiesto qualcosa. Gli ho detto che ero finito, che dovevo andare in bagno, che morirò, che non ce la facevo più, e che cacata era, e che diavolo succedeva a me, a loro, al mondo… lui mi ha sorriso, e il suo sorriso è stato più convincente di una tonnellata di parole rassicuranti. Questo aveva diminuito la paura della morte, ma la nausea era rimasta. Con il suo aiuto mi sono alzato piano e quando ho raggiunto la posizione verticale sono rimasto impietrito. Le mie gambe erano lunghe centinaia di metri, erano sottili e se facevo un altro passo mi rompevo. Ma l’amico mi ha tenuto bene e a piccoli passi, in un anno ho attraversato l’ingresso del dormitorio, poi sono arrivato in bagno, ho vomitato l’universo e c’è voluto un altro anno per tornare in camera. Capite bene che l’erba se ne sta sotto i portici timida quando la Keta attraversa il quartiere.
Nel tempo ho provato altre cose, ma con rapidi addii. L’amfetamina è primitiva, orgasmo prolungato – servaggio puzzolente. Degenerativa da tutti i punti di vista. L’Ecstasy ha una potenziale di espansione comunicativa e dissolutezza, ma ti rovina letteralmente. E non ti scordare delle robe sintetiche. Ti fanno cadere i denti. Io le ho scordate da molto tempo, ma i denti mi si sono consumati lo stesso. La cocaina è kitsch, ha una singola dimensione, sudore cerebrale. 1D per rozzi di lusso. Fino alla fine, la formula ideale, cioè il 4D, è uno spritz e una pipa minimalista in una chiacchierata metafisica. Una volta ogni due settimane, altrimenti è decadente. Che poi, la lucidità assoluta chi lo sa cos’è?

Circa dieci anni dopo la separazione dalla Keta e dagli altri allucinogeni, è seguito “l’incontro” con zio Hofmann. Qui anche la Keta s’intimidisce, visto che dopo una “chiacchieratina” con Hofmann il neurone ti si scioglie completamente. Scompaiono le insicurezze fisiche, scompaiono le recriminazioni materialiste, idealiste, tutto nasce un’altra volta, ti svegli in un impasto energetico-informazionale, per dirlo banalmente, tutto assume un significato al di là del significato, ti rendi conto che il caos è proprio l’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos dell’incomprensione del caos…

PS: senza un’inondazione di LSD al Palazzo del Parlamento non si produrrà alcuna evoluzione politca in Romania! L’America sa perché!

* Tratto dall’antologia Il mio primo tiro (Editura ART, 2010)

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One Response to ContraSens – Dalla Keta alla Meta

  1. Massimo Vaj says:

    Il termine “lucidità” è accostabile all’assolutezza solo quando la superficie che dà il brillio si è ridotta a un bagliore. Dunque la lucidità assoluta indica consapevolezza di ciò che è causa dello strato di incrostazioni che si è riusciti a scansare. Raramente, e solo ad alto dosaggio, almeno 500 microgrammi di LSD 25 puro, la botola sopra si apre verso il Cielo di sé, ma quella che guarda non è la propria assente lucidità, ma è l’individualità cieca che si trova in trip. L’acido ha spalancato la botola per qualche ora, non l’hai aperta tu; è per questo che non sei lucido. È per questo che non riesci a capire chi sei e perché lo sei. Vedi correlazioni magnifiche tra te e l’universo, intuisci che l’universo ti somiglia ma che tu non somiglierai all’universo fino a quando non riuscirai a uscire dalla botola da solo. Poi la botola si richiude sul buio del desiderio insoddisfatto. Per aprire la botola da soli occorre sapere da che parte stanno i suoi cardini. Loro sono saldati all’ansia di dover essere felici, ma senza la lucidità assoluta la felicità è poca cosa, analoga al battere di ciglia con cui occhi iniettati di sangue cercano conforto al bruciore che li divora e acceca.
    Passato il trip tutto si ricompone nella consuetudine della sofferenza, e le cose che hanno meravigliato per la loro universalità sfumano in ricordi sopportabili. L’acido lisergico aiuta soltanto chi è già inclinato verso un sapere che non conviene alle parti peggiori della propria personalità. Nella comprensione e nell’accettazione di quella non convenienza si nasconde la lucidità assoluta. Quando la si sarà sperimentata si vedrà la sua somiglianza con la realtà vista con l’LSD, e non sarà più utile usare LSD. Come sempre sono le intenzioni che qualificano ciò che si fa, e nulla lo sa meglio di quanto lo sappia l’acido lisergico, per questo prima di prenderne una dose alta è necessario chiedersi il perché.

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