Appunti biodegradabili dalla terra della fantasia – 4
ottobre 1, 2011 6 commenti
Ogni volta che accendi una sigaretta su una candela muore un marinaio. Non ricordo neanche più chi me lo disse, è un ricordo di anni fa, dieci, forse più. Sto scrivendo a lume di candela, è quasi sera, fuori imbrunisce nel silenzio colorato di cinguettìi di uccelli che non riconosco. Ogni tanto irrompe un frinire di grilli o un ronzìo di mosca. La pineta suona, silenziosa. Sabato scorso sarebbero dovuti venire undici olandesi, ne son arrivati soltanto cinque. Qui, di tanto in tanto, passano i santi. Claudio e la sua famiglia si sono presi cura di noi, hanno fatto la spesa e cucinato, aiutato nelle faccende mentre noi lavoravamo alla brutto dio e i bambini giocavano coi cani e costruivano passatempi e fantasie immaginarie. È stata una palestra di scrittura importante, dover scrivere tanto, con una scadenza così breve e un taglio totalmente differente dal mio solito. Ma non mi sono lasciato trovare impreparato e su invito di Tersite ho cominciato a picchiar duro sui tasti. Per cosa? Scopritelo in edicola. Da oggi, nelle edicole di Roma, Milano e delle principali città italiane (e da lunedì sul resto del territorio), trovate a soli due euro e mezzo Il nuovo MALE, supplemento al numero 237 diFrigidaire. Certo, lo sappiamo, i tempi non sono più quelli di allora, la società è completamente cambiata, ma Il nuovo MALE sono sicuro che non vi deluderà. Leggere per credere. E soprattutto: diffidare delle imitazioni. Per non sbagliare, Il nuovo MALE è quello al cui interno, oltre a storie, fumetti, vignette e immagini, trovate Il portaFOGLIO, il falso-parodia, sulla linea dei celebri giornali falsi, del Foglio di Ferrara. Insomma, una nuova uscita da non perdere. E, a soli due euro e mezzo, è a portata di tasca di precario. Non perdetelo.
Quanto a me, per lasciar posto agli olandesi sabato ho cambiato stanza, mi sono spostato nella camera verde. Un altro trasloco, ma questa volta piccolo e indolore. Nella camera verde mi attendevano un mucchio di amici; la camera verde è l’attuale sede della sezione Letteratura e Avventura del Ministero della Cultura e della Fantasia della Repubblica di Frigolandia, quel che resta della Jack London’s hut, opera del maestro Luciano Biscarini, ovvero la Casa Museo Nomade della Letteratura d’Avventura.
Magari una prossima volta vi racconterò la storia della Jack London’s hut, ma i più curiosi possono leggere una vecchia interessante intervista a Sparagna fatta da quegli adorabili ragazzacci del Collettivomensa in cui se ne parla tra le altre cose. Ma vi dicevo che nella mia nuova stanza ho ritrovato parecchi amici: quando, ad esempio, sono steso sul letto, alla mia sinistra, ci sono Rudyard Kipling e Jack Kerouac; oppure di fronte a me, in un ritratto di Mikula Serinoskajak, vedo Franz Kafka: mi guarda, da ciascuno dei suoi volti ritratti nel dipinto. Sopra di me c’è Jack London. Quando invece sto seduto al tavolino, come ora che scrivo, vegliano su di me, da destra a sinistra, Herman Melville, Jules Verne e Joseph Conrad. Potevo trovare forse migliore compagnia?
Una delle rovine dello scrittore contemporaneo, invece, è internet. Qui in camera non arriva né la wireless di Frigolandia né prende la mia chiavetta, ma vi dico in sincerità che è meglio così: meno distrazioni. È già un mese che son qui e non ho ancora ripreso a lavorare su La percezione, nonostante il tempo a disposizione. In verità c’è una nuova idea che mi ronza in testa da un po’ di giorni: cambiare il tempo della narrazione; il che in pratica equivale a dire riscrivere il romanzo, magari usando la precedente stesura come una sceneggiatura. Vanni mi diceva che Moravia, dopo aver scritto un romanzo, soleva metterlo nel cassetto e cominciava a riscriverlo; solo alla fine della seconda stesura confrontava le due e, dal lavoro sui due testi, tirava fuori la versione da proporre agli editori. Sto leggendo Camus, La peste. Avevo letto Lo straniero e La caduta, sei o sette anni fa, a casa di mio zio, ma
non mi avevano colpito in particolar modo. Invece, da quello che ho letto sinora, La peste è un romanzo enorme, bellissimo, da leggere assolutamente. Uno dei capolavori del Novecento, ha detto Vincenzo quando gli ho parlato di questa mia lettura. Tra i libri che mi son portato qui a Frigolandia ho scelto Camus forse perché spinto da Pascoletti che nello Spettacaaargh! l’ha citato almeno due volte. Fondamentale, ha detto Vanni a proposito di Camus, e poi mi ha consigliato Walden di Thoreau. Si accettanno regali: L’uomo in rivolta e Walden. Potete spedirmeli a Frigolandia. Si accettano anche regali anonimi. In effetti, pensandoci bene, alla lista si aggiungerebbe anche Dreadlock!, il romanzo in uscita di Jacopo per gli amici di Novevolt, che avevo battuto alla community la scorsa settimana su facebook. Ma forse dovrei smetterla di battere libri su internet…
P.S. Per amici, conoscenti, nemici e naviganti, stasera sono a Roma, c’è reading con Scrittori precari all’ex Snia (info). Vi aspetto. Non vorrete mica guardare il derby!
Ah certo se prendi Moravia a esempio sei ben messo male. Un vecchio sporcaccione, indicato per quei lettori che riescono a risucchiarsi la bava che cola, a lato delle loro bocche dischiuse dalla passione per le inezie. Fatti consigliare dalla classe innata di Melville, ne vale la pena.
Ogni volta che piangi muore una fatina. Mi pare lo dicessero in PeterPan. E poi se applaudi, dopo tre giorni risorge. Mi pare che lo lessi sempre in PeterPan… o in un’altra favola, non ricordo.
AndreaCoffami
Non penso che Moravia si possa liquidare come “un vecchio sporcaccione”. L’eros è stato senz’altro uno dei suoi principali oggetti d’indagine, ma lo stesso vale per Kundera, per Philip Roth e altri grandi autori. Di sicuro nel nostro novecento ci sono stati autori più validi (tanto per fare degli esempi: Satta, D’Arrigo, Gadda e la stessa Morante) ma tieni presente che Moravia è l’unico scrittore italiano ad aver portato nella letteratura un insieme così ricco d’influenze (l’esistenzialismo, il marxismo, il neorealismo, lo strutturalismo, le teorie psicoanalitiche ecc…). Io sarei più cauto. Ma io, del resto, sono una persona cauta.
Gianluca: detrarrò volentieri i 2 euro e 50 dal fondo d’emergenza per l’acquisto del tabacco.
Grazie Riccardo: fumare fa MALE :-)))
La grande colpa di Moravia è identica a quella di Proust: si sono entrambi auto prodotti, perché non un editore, tra le centinaia consultati, li prese in seria considerazione. È una colpa perché mette tutti gli scrittori precari in una luce analoga a quella detestabile che ha illuminato di gloria immeritata la loro carriera professionale.
Se si vuole faticare ci si può impegnare a trovare la lettera – io ho avuto la sorte di leggerla – con cui un editore pentito scrisse a un Proust, ormai diventato straricco e famoso, per farsi tardivamente perdonare di non averlo voluto pubblicare a suo tempo.
Chiunque avrà la ventura di leggerla si sentirà, per cinque minuti, felice di non esser mai stato pubblicato.
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