Ai compagni impallinati

In occasione del 25 aprile, Festa della Liberazione, pubblichiamo in anteprima un breve estratto del prossimo romanzo di Simone Ghelli, “Voi, onesti farabutti”, che uscirà a settembre per l’editore CaratteriMobili.

Per quanta memoria se ne sia andata, persa in quel taglio, di verità n’è rimasta ancora abbastanza: piuttosto, è la lingua che vien meno; la parola giusta per dirla, questa maledetta verità.

Sarà per questo che mio nonno m’ha sempre detto di studiare, perché lui i libri doveva portarli a piedi: chilometri e chilometri di strada in campagna doveva fare, dal suo casale alla scuola e poi ritorno, ma le mani servivano prima per zappare che per sfogliare i libri. Piene di calli grossi così erano le mani, che poi finirono a imbracciare i fucili per spianare la strada agli altri: ai giovani che non avrebbero più dovuto patire la fame né l’onta di rintanarsi per un’idea; ai giovani che di libri ne avrebbero potuti leggere e scrivere tanti, col sedere al caldo.

Mio nonno mica se li dimentica i compagni: quelli impallinati fra i vitigni senza un cane disposto a fargli un funerale; quelli che trovavano le porte chiuse, e che vedevano la gente passar dall’altra parte per non avere rogne: che osservavano il popolo, quello per cui avevano perso e il sonno e la fame, rinchiudersi in prigione da solo. E ora, questi cani, sui libri ci riscrivono la storia; e chi oggi la legge non lo sa mica del sacrificio e della fatica d’andare a scuola attraverso i campi, e pensa che basti una lingua pulita per rimettere tutto in ordine: tutto come vorrebbero che fosse andato, senza i morti ammazzati e tutte le porcherie che i politici si portano nella tomba per la vergogna di raccontarle. Mica se lo sarebbe mai sognato, mio nonno, di passare la sua vecchiaia in un paese di mangiapane a tradimento; di sentirsi fare addirittura la morale, la lezione di storia a sangue freddo, col senno di poi.

«Ti sembra giusto,» mi dice, «che quelli vadano a sbugiardare i morti in pubblico? C’avessi la tua età, il fucile io l’avrei già ripreso! Che mi mettessero poi in galera, ma vedrai se non gli farei saltare qualche riga di menzogne a quei farabutti!»

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4 Responses to Ai compagni impallinati

  1. pierluca says:

    come stiamo messi peggio oggi, la generazione del vecchio nonno aveva almeno un nemico da combattere e la voglia di abbatterlo!

  2. srmzgts says:

    allerta partigiani del Battaglion Lucetti.
    Il Battaglion Lucetti,
    son libertari e nulla più…
    fedeli a Pietro Gori noi scenderemo giù.

  3. scrittoriprecari says:

    siam già in 4, si può partire ^_^
    Simo

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