Sovvertire il mondo a colpi di penna

Questa sera alle ore 19 presso L’asino che vola (Via Antonio Coppi 12/d, zona Piazza Zama, metro Furio Camillo) si terrà la prima presentazione italiana di Subversions II, antologia di racconti a sfondo anarchico pubblicata dall’Anarchist Writers Bloc. A presentare il libro Edoardo Olmi insieme a Simone Ghelli.
La serata rientra nel programma di Labirinti Urbani Live 2012, evento organizzato da Les Flaneurs.

SOVVERSIAMO

Subversions è un progetto letterario che nasce nella città di Montreal e che coinvolge autrici e autori sparsi tra Europa e Nord America. Si tratta di un antologia dove sono raccolte novelle a sfondo anarchico scritte o ispirate da azioni o pratiche anarchiche che legano direttamente o indirettamente l’autore o l’autrice delle stesse. Quest’anno siamo al suo secondo volume all’interno del quale vi sono raccolti i testi di 28 scrittrici e scrittori. La particolarità di questo volume risiede nel fatto che all’interno si possono leggere novelle scritte in francese, inglese e italiano. Leggi il resto dell’articolo

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Diagnostica per immagini

di Marco Montanaro

Se glielo chiedessero ora, Norman Disagio risponderebbe che quella stanza d’ospedale, al limite tra conformità al sistema e puro disgusto, gli era sembrata da subito uno squallido albergo per molluschi.
Quando l’infermiera, la signorina Mutterley, entrò, Norman Disagio stava tentando d’appisolarsi disteso sul fianco sano. Non appena la vide, l’uomo iniziò a supplicare.
«La prego, mi faccia voltare.»
«La prego» ripeté Norman Disagio alzando il braccio e piagnucolando lievemente, «mi faccia voltare, non ne posso più di questo muro, mi sente? Voglio solo cambiare posizione. Signorina Mutterley?»
«Signor Disagio» rimproverò l’infermiera, «smetta di premere quel pulsante. Non può Leggi il resto dell’articolo

Il vecchio ciabattino – #fiabebrevichefinisconomalissimo

di Francesco Muzzopappa

Proprio lì in alto, in cima a quel monte imbiancato, si dice vivesse in estrema solitudine un vecchio ciabattino.
Niente di strano, si dirà, chissà perché. E invece ciò che si racconta ha dell’incredibile e del misterioso, perché il vecchio calzolaio in realtà si narra fosse Leggi il resto dell’articolo

La marcatura della regina

Riportiamo un estratto del romanzo La marcatura della regina (Edizioni Socrates, 2012) di Giovanni Di Giamberardino, secondo titolo della collana Luminol e finalista al Premio Calvino 2009 con il titolo Aristeo e le api. Tra le caratteristiche di questo libro vi è quella di una struttura in 24 capitoli (che si rifanno alle ore della giornata) che potrebbero essere letti anche come racconti a sé stanti, come inquadrature che vanno a ricomporre un puzzle di cui si vedrà la figura intera soltanto alla fine della storia.

«Vieni a letto, tesoro!»
Pierpaolo sperò che non lo chiamasse di nuovo.
«Tesoro!»
Sapeva che non avrebbe smesso fino a quando non fosse andato da lei. Così spense il televisore, nonostante fosse a metà di Fight Club e morisse dalla voglia di scoprire chi diavolo fosse Tyler Durden. Tirarsi su dal divano fu un’impresa titanica: era stata una giornata distruttiva nella sua libreria, spesa interamente a caricarsi e sistemare sugli scaffali le copie dell’ultimo mattone sfornato da Ken Follett, di cui probabilmente avrebbe venduto un quinto visto che il supermercato Sigma proprio accanto aveva iniziato a venderlo con lo sconto del 15%. Per non parlare poi della dose di antistaminici che gli circolava nelle vene: oltre alla spietata primavera doveva fronteggiare pure il vicino di casa giardiniere. Avrebbe perciò preferito concludere quel venerdì in qualsiasi altro modo che non fosse imbalsamarsi a letto a rimuginare sul far west che era ormai diventato il mercato dell’editoria italiana. Purtroppo per lui la sua dolce metà detestava che qualcuno le sgusciasse accanto nella fase R.E.M. Leggi il resto dell’articolo

Just Play

Dimitri Chimenti, già regista del nostro Trauma cronico, ha da poco ultimato un bellissimo documentario, intitolato Just Play, che recentemente è stato proiettato al Festival del Cinema Mediterraneo di Bruxelles.
Si tratta di un documentario sulla Scuola di Musica di Al Kamandjati, progetto creato dal musicista Ramzi Aburedwan nel 2002 con l’intento d’insegnare musica ai bambini palestinesi dei campi profughi, e al quale hanno aderito nel corso degli anni importanti musicisti provenienti da varie parti del mondo. Il documentario segue le orme dell’orchestra che porta avanti la sua resistenza a colpi di note davanti ai checkpoint israeliani.
Come ogni film, anche questo ha bisogno di luoghi in cui essere visto: pertanto, se pensate di poter ospitare Just Play nella vostra città, inviateci pure un’email, così che possiamo mettervi in contatto con il regista.

La bella locanda dell’oste – #fiabebrevichefinisconomalissimo

di Francesco Muzzopappa

A Vanagloria viveva l’oste Mirko e sua moglie Rosaria Lapazza.
L’osteria si chiamava “Hostaria del vecchio sangue” e i servitori si chiamavano Mario e Robiola.
Tra di loro si chiamavano Ehi oppure Ohu.
Ogni sera avevano dei clienti fissi che si chiamavano Gianni, Rocco, Lauro, Mastro Coso, Minimo, Massimo, Roberto e Aurora.
Nella locanda al piano di sopra dormivano Federico Davanti, che preso alle spalle si chiamava invece Federico Didietro, e poi Leggi il resto dell’articolo

Ne ferisce più la spada?

di Luca Rinarelli

L’informazione che mi hanno dato è che devo passare all’orario di chiusura.
Piove a dirotto e uscire dal tram pare un atto eroico. Quando si aprono le porte a fisarmonica, scendiamo in tanti. Il cappello a tesa larga e il trench del medesimo tessuto idrorepellente sono ingrado di salvarmi dal muro d’acqua che mi cade addosso.
Bell’aprile di merda. Normale che a Torino piova tanto, in aprile.
Ma quest’anno è stato un mese insopportabile.
Mi butto di corsa sotto i portici di via Cernaia. Esseri umani che si intralciano il cammino a vicenda.
Con i palmi delle mani sciacquo via l’eccesso d’acqua dalle pieghe dell’impermeabile. Vedo l’insegna. Sì, il posto è quello. Alla mia destra, l’imponente caserma dei carabinieri svetta nel suo giallo ocra bagnato. Leggi il resto dell’articolo

Essere qualcun altro

Alcune considerazioni su Nessuno è indispensabile e Mabel dice sì

di Vanni Santoni

Qualche giorno fa ho ricevuto un pacchetto quantomai gradito dall’ufficio stampa Einaudi: conteneva infatti due libri che attendevo con curiosità di leggere, scritti da autori per i quali, prima di averli conosciuti, avevo provato un particolare sentimento: la volontà di essere loro. Ma veniamo subito all’aneddotica, affinché non mi si tacci di stramberia o esagerazione.
Era il 2007 e avevo appena pubblicato il mio primo libro. Si trattava di un libriccino piccolo così, pubblicato da un editore piccolo così. Era però distribuito, il che era sufficiente a dar fiato al mio ego: una sera di maggio ero con un’amica in una libreria caffè della mia città; vedendo il libro in scaffale ella (con mia somma gioia, si capisce) se ne appropriò, e io potei, con la vana, pomposa soddisfazione che solo chi ha appena pubblicato il suo primo, minuscolo libro può avere, farle la grazia di una dedica. Esattamente in quel momento – giuro! – un tizio che a occhio poteva essere mio coetaneo stava dedicando un suo libro a una sua amica. Un libro Einaudi! A quei tempi non sapevo granché di editoria, dunque non avevo dubbi che gli autori delle grandi case editrici fossero innanzitutto morti, certo mai giovani, e comunque situati in un piano di esistenza differente dal mio. Mi sentii un lemure al cospetto di un potente demiurgo. Avrei voluto essere lui. Leggi il resto dell’articolo