Il frattempo
febbraio 4, 2013 Lascia un commento
Quella che segue è una poesia di Luca Piccolino, tratta dalla raccolta inedita intitolata Calcare.
Nel frattempo ho fatto cose.
Mi sono tuffato,
ho preso ad aggredire il fiume
con bracciate vigorose.
Contro corrente ho nuotato
fino a quando
nella foga
ho inspirato acqua e vino.
A quel punto ho vacillato
credendo di affogare
ma sono riuscito
a raggiungere la riva.
Superato lo shock ci ho riprovato
incurante della lezione
che il corso d’acqua
gratuitamente elargiva.
Con il piglio giusto
ho immaginato traguardi
successivamente falliti.
Ognuno
mi restituiva al mondo
carico di rancore e cattiveria.
Ho visto i Golem di fango
divorare innocenti per sete di potere.
Sono fuggito
riportando per miracolo a casa la pelle
e ho carpito qualcosa
sui movimenti degli ambiziosi,
dei prepotenti,
dei disperati.
Trainando
il carro del padrone
per monti, valli,
città
a ogni tappa
ho sentito disquisire
su come fossi soltanto
un asino bolso, sgradevole, testardo.
L’erba trovata per strada
non è così diversa dalla biada
che però arriva sempre
come paga sicura
alla fine di ogni giorno di cammino.
Ho avuto paura di non farcela.
Poi ne sono stato certo.
Un giorno
nel letto
ho cercato di toccare
ogni parte di me.
Per essere sicuro d’esserci.
Per dare forma
a come mi immaginavo.
A ogni tentativo
capivo di aver dimenticato qualcosa.
Un braccio, un dito, un orecchio.
Il polso, un occhio, il naso.
Ma non serve esser così precisi
per sentirsi sopravvivere.
Non serve ricordare proprio tutto
per constatare
con sollievo
che a volte bisogna farsi bastare le gambe.
Il timore
verso ciò che muore e si trasforma
sarà presente al capezzale della fine.
Questo frattempo
è un mosaico
che piano si compone.
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