Parigi à passages – Passage Brady
marzo 15, 2013 Lascia un commento
di Simone Olla
Barone: Essere l’amante di una donna di mondo… Non che sia una meravigliosa idea. Dovrei trovare una donna di mondo che acconsenta di essere mia infermiera. Il problema è là. Dove potrò trovarla?
Joseph: Ne conosco una, si chiama Leontine Massine.
Barone: Che nella nostra Opera buffa sarà Madame de Folle-Verdure.
Joseph: Si attenta la vita del barone, quindi. Sono in quattro. E c’è un italiano, fra questi.
Barone: Il barone H. e sua moglie Christine salutano in carrozza la nuova città che si costruisce addosso alla vecchia. E sopra.
Joseph: I bellimbusti aspettano l’arrivo della diligenza mimetizzati fra le piume di galli e galline: tutti hanno in mano qualcosa da lanciare sotto le ruote della carrozza del nostro barone veloce.
Barone: Che inscena abbuffate di palazzi rimodellando una città.
Joseph: Quella che vedranno sarà la mia città, altro da quanto esisteva prima.
Barone: Veloci saranno gli asini dietro la diligenza a raccogliere le briciole, per non perdersi, con la testa bassa.
Joseph: E lente saranno le tartarughe alla prima uscita dopo il letargo.
Barone: Molto lente.
Joseph: Non aspettano che il prossimo valzer, impossibilitate come sono ad alzar le zampe del loro lentissimo can-can.
Barone: A questo punto la musica si abbassa e un tenore annuncia il ballo: il valzer delle tartarughe.
Joseph: Ah ah, non farmi ridere…
(I bellimbusti aspettano impiumati fra galli e galline davanti ai due nuovi ingressi del passage Brady. I bellimbusti, nei giornali dell’epoca, si leggeranno anarcopassaggisti.)
Bellimbusto1: Fa freddo con solo le piume addosso.
Bellimbusto2: Stai pronto. E non fa freddo.
Bellimbusto1: Io sento freddo. Tu senti freddo bellimbusto3?
Bellimbusto3: Io un po’ sì, sento freddo. Ma non ci penso.
Bellimbusto2: Guarda lontano, in direzione della musica.
Bellimbusto1: Vedo come hanno ridotto il nostro Passage, invece.
Bellimbusto2: Il prossimo sarà l’imperatore.
Bellimbusto3: Alla ghigliottina.
Bellimbusto1: E Bellimbusto4 a leggere la condanna.
Bellimbusto2: Giusto processo.
Bellimbusto1: Rito abbreviato.
Bellimbusto3: Giusto. Freddo.
Bellimbusto2: Guarda lontano, in direzione della luce. Fa meno freddo.
Bellimbusto1: Quanta luce, in effetti.
Bellimbusto3: Ma un valzer può essere in tre ottavi?
Bellimbusto1: Il valzer degli elefanti è in tre ottavi.
Bellimbusto2: E dopo i salti curiosi dei canguri… l’acqua.
Bellimbusto1: Per dissetare il nostro carnevale a colori.
Bellimbusto2: L’acqua è contenuta dentro brocche imbracciate da giovani donne dalla pelle bianchissima.
Bellimbusto1: Ciaffettano l’acqua tutt’intorno per gli accaldati.
Bellimbusto2: E dietro di queste Gli asciugatori.
Bellimbusto1: Personaggi dalle orecchie lunghissime che assorbono il surplus d’acqua in strada.
Bellimbusto2: Le coucou au fond des bois.
Bellimbusto1: Il bosco è abitato da leggiadri danzatori.
Bellimbusto3: Cos’è stato?
Bellimbusto2: I pianisti. Ci siamo!
Bellimbusto4: I pianisti stanno suonando dentro la voliera con le ruote. E dietro c’è il barone, in carrozza. Tu e tu nell’altro ingresso del Passage. E passate dal bosco.
Bellimbusto2: C’è anche Christine?
Bellimbusto4: Oui. Non c’è una guardia armata fino alla stazione.
Bellimbusto2: Come volevasi dimostrare.
Bellimbusto4: Sono tutte tra le due porte, verso il fiume in ogni caso.
Bellimbusto2: Quindi noi puntiamo il canale?
Bellimbusto4: Sì, noi puntiamo il Nord.
Bellimbusto3: Ci ritroveremo?
(Ritroviamo Bellimbusto4 e Bellimbusto2 accolti da Madame de Folle-Verdure, che subito chiede come sia andato l’attentato al barone.)
Madame de Folle-Verdure: L’è morto?
Bellimbusto2: Non lo sappiamo.
Bellimbusto4: Lo sapremo dallo strillone dopo il tramonto.
Madame de Folle-Verdure: Ma sei ferito, Bellimbusto4!
Bellimbusto4: E mi è andata pure bene.
Madame de Folle-Verdure: Quante ne sono esplose?
Bellimbusto4: Forse solo due.
Al Café de la Gare, di venerdì, si ritrovano i giocatori di scacchi dalle due del pomeriggio fino a tarda sera. Otto tavoli e chi vince resta seduto e ha diritto al bicchiere pagato, dallo sconfitto. È la regola. B4 ha più tempo, ma due pezzi in meno. Pareggiare i pezzi, intanto; difendersi attaccando. Come nella vita, pensa Bellimbusto4, vado incontro alla morte guardandola in faccia. Ogni cazzo di giorno. Ma B4 non riesce a concepire una difesa quando attacca: l’avversario deve rispondere come B4 ha previsto, fino a soccombere. Mais, helas, se incontra giocatori di mediogioco Bellimbusto4 perde i pezzi uno dietro l’altro. E raramente le sue difese creative riescono a rovesciare la partita. E non gli resta che allettare il Re, sconfitto.
Ecco il tempo, pensa B4, questa lancetta che si muove, questo inesorabile percorso: tic tic tic, un rubinetto che perde, la vita. E io perdo pezzi, troppi. E questo alfiere soffocato lì in mezzo fra i vostri pedoni così minuti e così ingombranti, questo alfiere mi fa pena. Dovrei partire dai pedoni, certo. Dovrei attaccare i vostri pedoni uno per uno. Ma nemmeno questo riesco ad attaccare, nemmeno questo, e nemmeno questo; e con questo mi entrereste dritti dritti nelle viscere del mio regno con la vostra perfetta regina elegante. Mai, il mio Re per la vostra regina no! Mi ammazzo prima. Ecco.
B4 capovolge il suo Re e si alza, sigaretta in bocca e mano in tasca a cercare il denaro. Il cameriere arriva con due bicchieri di sidro d’Alsazia il più pregiato. E B4 ha perso, ma beve lo stesso. Santé urlano in coro gli scacchisti della sala.
Bere, finalmente, e continuare a giocare.
Ma per B4 finisce qui: arrivano in quattro e se lo portano via davanti a tutti. E nessuno si muove.
L’ultima testa che quel boia di Henri-Clément Sanson sollevò in place de la Roquette fu quella di B4, trentanove anni, anarcopassaggista della Bretagna. Che attentò la vita del nostro barone in carrozza ferendosi lievemente il braccio. Lo ritrovarono a causa di quella cicatrice. Il segno battesimale del fuoco.
Commenti recenti