Monsieur Guillotin, je t’aime… moi non plus – #SurrealityShow
aprile 23, 2013 16 commenti
[Questa settima anticipiamo al martedì, per ovvie ragioni che capirete leggendo, il Surreality Show di Andrea Frau. Pertanto, l’appuntamento con i racconti di Torinounasega2 riprenderà, con un racconto di Elisa Ravasi e Alessandro Gori, tra due settimane, martedì 7 maggio. Domani infatti cominciamo i festeggiamenti per il 25 aprile con un racconto di Luca Rinarelli, mentre giovedì 25 vi offriremo un estratto da In territorio nemico, romanzo, pubblicato dai tipi di minimumfax, scritto da oltre cento autori col metodo SIC (Scrittura industriale collettiva), e il 30 aprile concludiamo (almeno per quest’anno) il ciclo sulla Resistenza con un racconto, Maggio 45, di Domenico Caringella. Insomma, avete come sempre numerose ragioni per seguire Scrittori precari. E diffonderne il verbo. Buone letture]
di Andrea Frau
In un convento di una località segreta si decide il prossimo Presidente.
Nell’edificio c’è ancora la polverosa scenografia di Todo Modo. Qui si sono ritirati i cittadini eletti del M5S, un’accurata selezione di politici caduti in disgrazia a causa della coca, dei trans e della lotta tra correnti e galantuomini in rehab che espiano il loro reato-peccato.
In un angolo Romano Prodi invoca il pimpante fantasma di Napolitano durante una seduta spiritica. “Rispondi Giorgio, sono Erre Prodi”. “Erre Prodi o Erre puntata Prodi?” domanda a trabocchetto lo spirito. “Erre Prodi!” assicura il Professore. “Bene, scusa, ma dovevo accertarmi che non fossi D’Alema” si spiega l’ex Presidente. “Giochini da democristiani per contarsi” nota un cittadino M5S.
Nella stanza di fianco ci sono i recinti con gli animali. Da una parte i cinghiali-tecnici laureati in matematica pura e dall’altra, separati da un muro di letame, gomma da masticare, blockbuster e cd pop, ci sono dei polli d’allevamento che sgranano rosari commestibili come pannocchie, nelle mani hanno tablet con il manuale Cencelli, ai piedi scarpe fluo.
Nel corridoio c’è un tempio dove i mercanti vendono libri di Paolo Brosio, Benedetta Parodi e Marcuse. Gesù allestisce la vetrina e scrive i prezzi con un pennarello. Nel frattempo un banchiere che detiene quote di una società venditrice di cammelli e crune di aghi se la ride.
Al bar del convento politici in rehab molestano una cameriera. Dei filosofi seduti al tavolo vicino osservano la scena ma sono costretti a scaricare il file dei sottotitoli perché i protagonisti parlano come la gente vera. Quando termina il buffering decidono finalmente di intervenire, ma è troppo tardi. La giovane è già venuta a patti e soddisfatto gli statisti. I sofisti, impotenti, caricano il file della loro espressione più interdetta.
Intanto i cittadini affamati di rivoluzione vengono rassicurati. Un giullare getta le teste degli antichi sovrani dal balcone di Piazza Venezia. Le vecchie teste canute vengono ammucchiate dentro il Parlamento a destra e sinistra nonostante non esistano più destra e sinistra. La folla ringrazia Wikipedia. E continua a odiare, con sempre più argomenti, ma non per scelta, bensì per frustrazione.
Un vecchio, boia di se stesso, si decapita con una falce. Il Presidente dichiara tolta la seduta con un martello da giudice. La testa del martire viene posta dentro una cesta di vimini al centro dell’aula. Il pubblico viene chiamato in ordine alfabetico. C’è chi copre le macchie della fronte con fondotinta, chi improvvisa col suo cranio uno spettacolo da ventriloquo shakespeariano e chi gli infila nella bocca, come se fosse un biscotto cinese, bigliettini ironici con scritte del tipo “Romano Rodotà”.
Nonostante la sua età il Presidente viene immolato come Tutankamon, il grande faraone di dieci anni. Giorgio Napolitano: immagine vivente dello Stato, di Amon. E così sia.
Galantuomini in rehab… Politici in rehab…
Va bene, confesso la mia ignoranza: cos’è il rehab?
Riabilitazione. è forma abbreviata della voce inglese “Rehabilitation”.
Caro amico, è bello che in questi tempi selvaggi lei non usi google e chieda direttamente nei commenti. Come tributo all’ironia, le posterò un link che non avrebbe potuto trovare individualmente: http://dizionari.corriere.it/dizionario_inglese/Inglese/R/rehab.shtml
Mi dicono che lei è in rehab per disintossicarsi da google.
Con simpatia,
Andrea Rehab Frau
Cari amici, io uso Google estensivamente solo che non avevo colto rehab nell’accezione di riabilitazione e pensavo si intendesse altro.
Semplicemente un lapsus…
Non credo mi metterò mai in disintossicazione da Google, troppo utile.
Come mio tributo all’ironia dirò che quelle due espressioni sono un po’ da… scrittori in rehab!
LOL http://dizionari.corriere.it/dizionario_inglese/Inglese/L/LOL.shtml
Sono in rehab di buone maniere, Roberto 😉
Nah, non ci siamo. Quinto pezzo su otto costruito esattamente con la stessa identica formula: un elenco di immagini carico di citazionismo senza una trama, o con una trama minima, o uno svoglimento…
Che vuoi che ti dica? Me piace così. Alla storiella lineare di “Marco se n’è andato via, il treno delle sette” preferisco “1981” di Gaber.
Ne ho perso un altro, bene! Stiamo sempre più comodi e leggeri.
@La Volpe
Pensa che ieri ho trovato un pezzo di Petrarca, e leggendone altri ho scoperto che sono tutti uguali, tipo 14 frasi divise in quattro gruppi. I primi due gruppi ho notato che sono di 4 frasi messe in verticale, gli altri due di tre, e le parole in fine frase tra loro rimano. Poi tutta una roba rimasticata in toscano tipo Dante, su una tipa di nome Laura e poco altro. Trama zero.
Mo ho visto qualche testo un po’ più lungo, in effetti, anche tipo 100 e passa frasi. Però tutto questo andare a capo mi pare una sciocchezza, ma ti dirò meglio.
Sono commenti molto costruttivi i vostri. In primis non si capisce perché “ne ho perso un altro”. In secundis, @matteoplatone, pare che ce l’abbiate personalmente con le persone che non apprezzano quello che pubblicate. Se vi aspettate solo commenti adoranti ed entusiasmo continuo, allora forse è meglio se fate un blog chiuso. Per quello che riguarda il tuo commento sarcastico in risposta, mi pare proprio un commento del cavolo che non merita alcun commento, proprio perché invece di entrare nel merito della questione rispondi piccato con un esempio del cazzo. Però vabbè, allora continuate a ritenere trolls tutti quelli che non la pensano come voi, mi sembra utile.
Sicuramente il mio commento è suonato arrogante, ma questo perché non ho pensato a misurare il tono al fatto che siamo su uno spazio pubblico e ho proseguito il tono delle nostre conversazioni private, e di questo me ne scuso sia con l’autore che con gli ospiti del sito.
Comunque la delusione per l’esito che trovo ondivago di questi brani è proporzionata alle aspettative (come Taba sa perché gli scrissi in privato quando fu annunciata la nascita della rubrica). Invece, e qui sta la ragione prima della mia critica, ho trovato che il suo stile e i suoi contenuti nella maggior parte dei pezzi (non tutti) rimangono quelli della sua ultima fase del Bile (diciamo dal libro in poi, Taba sa di cosa parlo), per cui i pezzi sanno troppo di “già sentito” e spesso non mi entusiasmano, anche perché in genere so già cosa aspettarmi dallo svolgimento – è un po’ come quando senti l’ennesima canzone degli Iron Maiden col ritmo anapestico – nulla di male in sé e per sé, però “The evil that men do” è del 1988 mi pare…
Per me non si tratta di una questione di mancanza di una trama lineare (cosa in sé e per sé non problematica), è questione di vedere una struttura già sentita ripetersi. Secondo me l’autore ha le potenzialità per fare di meglio. Poi se per questo sono un troll, allora non so che dirvi.
E comunque Petrarca rompe il cazzo.
La Volpe, tranquilla, la mia è sola ironia, figurati se me la prendo di persona con qualcuno che non conosco.
Comunque se leggi anche altri post noti che critiche e quant’altro ci sono sempre state, con repliche e tutto quanto, quindi non è affatto come dici tu, e non capisco queste generalizzazioni superficiali.
Buona giornata.
Sarò stato sfortunato, avendo letto solo i pezzi di Andrea (e qualche altro sparso) ho visto un atteggiamento che mi è sembrato di questo tipo, e sicuramente le risposte di oggi non mi hanno incoraggiato a pensarla diversamente. Comunque è vero, il mio campione (che sarà al massimo di una quindicina di pezzi) non è sufficiente per la generalizzazione.
Vedrò di leggere di più 😀
Un giovane permaloso, boia di se stesso, si decapita con una citazione di Nell’anno del Signore. Il Presidente dichiara tolta la seduta con un Mi piace. La testa del martire compare perfettamente lucidata e pronta per essere lanciata sulla pista da bowling da un grillino sosia di Jeffrey il Drugo Lebowski, contro dei birilli con la faccia dei leader di partito. Il pubblico viene avvertito di stare per entrare in una valle di lacrime, cullato da un jingle come un bambino che non vedrà mai la pensione. C’è chi cerca inutilmente di togliere le macchie da una Jaguar e chi con medesimo esito infila nella bocca, come se fosse un biscotto cinese, bigliettini con pareri del tipo “Quinto pezzo su otto costruito esattamente con la stessa identica formula: un elenco di immagini carico di citazionismo senza una trama, o con una trama minima, o uno svoglimento…”
Sì, vabbè, più che una parodia, questo è un mio pezzo versione eurospin 🙂