Montecitorio Wrestling Federation /4

[Puntate precedenti: 123]

di Matteo Pascoletti

Nel wrestling un aspetto centrale della kayfabe è riassumibile nella frase “vendere le mosse”. Poiché i colpi che i lottatori si scambiano sono una finzione finalizzata allo spettacolo e non a un reale scontro, come avviene per esempio nel pugilato o nella lotta greco-romana, il wrestler che subisce una mossa deve dare al pubblico l’impressione di accusare il colpo, imparando come e quanto esagerare. Se la mossa è particolarmente atletica, o mira a parti del corpo che nella realtà sono più vulnerabili, come la testa, la capacità di fingere mostra tutta la sua importanza. Un calcio volante alla testa che passa come una folata di vento addosso al wrestler colpito può infrangere la kayfabe, danneggiando lo spettacolo.
Indicative di questo scarto tra necessità di spettacolarizzare i colpi e danno effettivo sono le mosse di sottomissione. Chi le compie di solito non fa altro che afferrare blandamente uno o più arti dell’avversario: a creare l’illusione complessiva sono le facce sofferenti, il volto rosso per lo sforzo fisico intenso, le urla di dolore o l’agitarsi per cercare di uscire dalla presa; in questo modo le mosse di sottomissione sembrano tecniche micidiali e pericolose. Vediamo nel filmato una classica armbar, una mossa in cui nella kayfabe Del Rio afferra e torce il braccio di Rey Mysterio fino a farlo cedere.

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