Carta taglia forbice – 8

[Continua da qui]

Una grande città dell’Europa occidentale

Lei.

Sai, vedo un tizio che non chiede niente, non ha bisogno di rassicurazioni e non conosce i miei problemi di peso. Lo vedo che è fermo davanti al vetro, ma non bussa. Lo sento entrare senza dire niente. Non mi ricorda niente. Lo vedo così: salgo le scale che portano al suo appartamento, busso e lui mi lascia entrare. Sorride e mi chiede se voglio del succo d’ananas. Poi si spoglia. Lascia i vestiti sul pavimento. Mi dice, vieni con me. Vedo questo tizio perché non confonde i piani e non ha diritto di mentire. Tu dovresti conoscerlo. Ti piacerebbe. Non credo ti piacerebbe. Lo odieresti per il solo fatto che mi scopa. Leggi il resto dell’articolo

Pubblicità

La legalità? Attenti a quando scade! /3

Col Giusnaturalismo osserveremo la nascita di una concezione di giustizia che si basa sulla reciprocità, come la giustizia commutativa di Aristotele, e sul sistema di limitazione reciproca (secondo cui la propria libertà finisce dove comincia quella degli altri). E in ogni caso si tratta di un diritto connaturato con l’uomo, anteriore a qualsiasi altra legge scritta.

Avremo un cambiamento radicale con Hobbes, che teorizzerà l’esistenza del diritto naturale di tutti su tutto, che automaticamente si vanifica piombando nell’ambito della casualità e dell’arbitrio soggettivo. Egli sosteneva – rientrando pienamente nell’ambito del nominalismo – che se non vengono scritte leggi, non è possibile infrangerle; per questo, finché non si trova un capo assoluto a cui affidare il destino della comunità, le leggi non esisteranno e tutti potranno agire liberamente secondo il suddetto diritto che tutti possono vantare nei confronti di tutto. Insomma, ci dice che non esiste alcuna regola a cui dobbiamo sottostare che non abbiamo codificato noi stessi. Per dovere di chiarezza, inoltre, bisogna dire che perfino Hobbes aggiungerà che serve un capo a cui sottomettersi per poter trovare un ordine in cui vivere serenamente. Leggi il resto dell’articolo