Intervista multipla agli “scrittori precari” /1
aprile 7, 2011 9 commenti
Tentativo parzialmente scorretto di seminare discordia (parte prima)
Bando alle ciance e niente frasette d’introduzione, in questa introduzione, a parte quella che termina proprio adesso. Innanzitutto le regole del gioco: 5 domande per 5 Scrittori precari; dunque 5 risposte a ogni domanda; un’intervista in 5 puntate, ognuna delle quali dedicata a una domanda e alle relative 5 risposte. Tutto qua. Chiarito ciò, passo a une breve giustificazione: sono uno che nell’ultimo anno e un quarto o giù di lì ha seguito gli Scrittori precari. Non posso dire di averli seguiti con attenzione, ma se mi trovate chi avrebbe il coraggio di farlo per più di cinque minuti siete niente male. Credo sia sufficiente il fatto che li ho seguiti, e se non basta posso aggiungere che qualcuno di loro mi ha invogliato a seguirli, dato che mi hanno inspiegabilmente invitato due o tre volte, se non addirittura quattro, a prendere parte a dei reading. Tutto ciò per dire che mi sento legittimato nell’intervistarli. I più attenti, anzi anche i meno attenti, obietteranno che ciò che ho scritto qui sopra, al contrario, non legittima un bel niente, perché il discorso è privo di connessioni logiche degne di questo nome. A tali individui risponderò che hanno perfettamente ragione, ma è inutile che si mettano a polemizzare, tanto ormai gli Scrittori precari hanno accettato di pubblicare l’intervista. Comunque, dopo aver letto le loro risposte (alle quali non voglio aggiungere commenti) alle mie domande (come fa giustamente notare il Pietrogiacomi, ho preferito non condurre l’intervista di persona per scongiurare il pericolo di essere pestato), posso solo dire che il mio tentativo di seminare discordia è fallito, quindi evitate pure di leggere l’intervista: con questi qui non si riesce mai ad avere una soddisfazione.
Carlo Sperduti: Se dovessi stilare una classifica dei membri di Scrittori precari in base alle qualità letterarie di ciascuno, e bada che la devi stilare perché la domanda consiste proprio in questo (il condizionale era retorico), come sarebbe? Ti ricordo che puoi tranquillamente metterti al primo posto senza temere di risultare altezzoso, e che ponendoti più in basso nella classifica potresti dare adito ad accuse di falsa modestia, risultando altrettanto altezzoso. Motiva brevemente la tua classifica, con particolare riferimento al primo posto e al posto che ti sei assegnato (se le due cose coincidono, dai una spiegazione plausibile della straordinaria circostanza).
Andrea Coffami: Purtroppo io voto Democrazia Cristiana e credo che Scrittori precari vada inteso come nucleo unico composto da mente, braccia, piedi, mani e testicoli. Ognuno è necessario. Nessuno è indispensabile. Le classifiche sono entità che riecheggiano nelle gare e qui non c’è nessuna gara.
Simone Ghelli: Primi Angelo Zabaglio e Andrea Coffami: perché in due è tutto più facile. Secondo Alex Pietrogiacomi: forse perché non ha mai pubblicato (oddio, mi pare), ma ha uno stile impeccabile. Terzo io: perché mi metterei primo, ma a stare nel mezzo ci faccio la figura dell’equilibrato. Quarto Luca Piccolino: perché se scrivesse di più, anziché imbiancare i muri… e ultimo Gianluca Liguori: perché la mia missione è rompergli l’anima finché non inizia a scrivere come dico io.
Gianluca Liguori: Ok, allora mi metto al primo posto innanzitutto perché sono il Subcomandante e devo far valere la responsabilità che il ruolo comporta, ma anche perché quando spendono parole importanti sul tuo primo romanzo scritto ventiduenne, poi non puoi più tirarti indietro. È sempre una questione di responsabilità. Certo, ho ancora tanto da imparare, ma sto crescendo. Seguitemi e vi darò soddisfazioni.
Quanto agli altri, Simone pare finalmente, dopo anni di impegno e meticolosa cura dei particolari, aver raggiunto uno certo stile personale. Adesso dovrà trovare le giuste storie da raccontare. Deve migliorare, come già peraltro sa, nella costruzione delle trame e dei personaggi, ma ha tutte le carte in regola (cit). Il difetto principale dei suoi primi romanzi è che succedeva poco e niente. Staremo a vedere.
Alex scrive pulito e consapevole, ma scrive poca narrativa. È un ottimo recensore, tira fuori bei racconti, ma sono pochi. Quando scriverà un romanzo, se lo farà, potrebbe farlo bene. Ma temo che dovremo attendere ancora parecchio.
Infine Luca, per quanto riguarda la prosa, deve sbattere ancora parecchio, ma il suo problema maggiore è che legge poco. Il suo primo romanzo è molto acerbo e la scrittura risente della sua formazione poetica. Se non si mette a leggere come cristo comanda non ci sono santi, non potrà mai scrivere un buon romanzo. Sulla poesia non mi posso permettere giudizi, in quanto non ne posseggo i mezzi, ma ad ascoltarlo mi piace molto. Lo preferisco di meno sulla pagina letta, come Zabaglio.
Quanto appunto a Zabaglio, che è un fottuto genio e paroliere (e parolaio) come pochi, giocoliere, funambolo, giullare, ha il problema che non sa scrivere. Ha le storie, fantasia, inventiva e creatività, ma ’sto romanzo proprio non lo scrive… Pure lui ne legge pochi, ed è un vero peccato. Ha nelle sue potenzialità un capolavoro: ce la farà? Lui dice che ci metterà dieci anni per scrivere il suo romanzo, ma sono sicuro, ed altri come me, che ce la farà. Anche se immagino il lavoraccio di pulizia che toccherà poi dopo a me e Ghelli… ma che ci vuoi fa’?
Luca Piccolino: Secondo me non ci sono membri di Scrittori precari con delle qualità letterarie. Nella pochezza del collettivo sicuramente spicca la figura del Ghelli, sicuramente il migliore dei cinque. Per gli altri quattro, in cui ci sono anch’io, penso sarebbe meglio dedicarsi a qualcos’altro. Tipo il giardinaggio o le scommesse sui cavalli.
Alex Pietrogiacomi: Altri chi?! Ma soprattutto: tu perché sei qui a farmi perdere tempo?! Vergognati! Ignorante! Ignorante! (ad libitum)
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