Intorno alla perdita

tarocchidi Ilaria Giannini


1.

Del dolore ricordi
una vertigine cieca – il tuffo senza rete
la voce che ripete:
non a me

Del dolore rimane
la diffidenza, il non aver capito
inferno è sapere troppo, sapere tardi
lo scempio d’aprire gli occhi e ricordare

Del dolore diremo
che non serve a niente
cinge d’assedio, leviga e corrode
ossi spolpati, fibre legnose

Non serve a niente e rimane
quel che non sei Leggi il resto dell’articolo

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Cooperativa di narrazione popolare: Lo zelo e la guerra aperta

Tre autori (Jacopo Nacci, Ilaria Giannini, Enrico Piscitelli) per tre storie che gettano tre sguardi diversi, ma complementari, sulle vite di Luca e Michela, coppia precaria sia nel lavoro che nella vita affettiva. Tre sguardi che, per riprendere il nome del progetto (Cooperativa di Narrazione Popolare) cooperano, ossia lavorano insieme, ciascuno da una posizione diversa, per cercare di scalfire, o quanto meno ridisegnare con le parole il Moloch dell’assurdo quotidiano.
Ilaria Giannini racconta le meschinità dei colletti bianchi, fatalmente raccomandati e fatalmente schiavi della catena sociale che produce le raccomandazioni. Nel racconto le incursioni nel dialetto toscano mostrano, al di là dell’ambientazione provinciale, la distanza tra il piano delle relazioni affettive e quel groviglio di opportunismi in cui si consumano carriere senza un vero scopo al di fuori del rinnovo del contratto: un groviglio fatto di silenzi complici, di maldicenze bisbigliate o fuori scena, di bugie dette per nascondere la crudeltà dei rapporti lavorativi. Perno di questo tavolo da poker da cui sembra impossibile alzarsi, chiamato dai più “mondo del lavoro”, è la scadenza di contratto di Luca. Una condizione che genera ansia nel protagonista: ma in un mondo di rapporti deteriorati l’ansia, da sintomo, diventa lusso: «dovrei solo abituarmi all’ansia, in fondo ho già superato quattro rinnovi».
Jacopo Nacci sceglie una narrazione potente, sia per ritmo sia per soluzioni linguistiche: Leggi il resto dell’articolo