Un ricamo e una preghiera /1

Questo racconto nasce per caso, in un pomeriggio. Luca s’era letto la storia eroica di Alfonsina Morini su TerraNullius e poi è venuto a dirmi che pensava che il nome Alfonsina fosse tipico solo delle donne del Sud e che sua nonna si chiamava Alfonsina e che, per lui, anche sua nonna aveva lo spessore dell’eroe. Una epopea disegnata nel solco della preghiera, una storia che andava oltre i legami biologici e che aveva creato un via vai tra le case di figli trattati tutti allo stesso modo. E così ho raccontato la storia di Alfonsina, eroe ancora vivente, per restituirle qualche dettaglio che suo nipote m’ha regalato un po’ commosso. Tante cose sono inventate ma, comunque, ogni riferimento a fatti e persone è intenzionalmente voluto; speriamo piaccia. Secondo noi, dovrebbe.
In attesa di pubblicarlo da qualche parte, nel frattempo, abbiamo scovato delle fotografie bellissime che crediamo di impaginare presto insieme alle parole. La copertina, poi, è la fine del mondo.

Benedetta Torchia Sonqua

Dopo l’esame di coscienza c’è l’inno, poi l’antifona, di seguito leggo il salmo, poi, ancora, la lettera di San Paolo agli apostoli, il nunc dimittis, e poi finalmente il signore ci conceda una notte serena ed un riposo tranquillo, amen. Oh signore, è la terza volta che riprovo la compieta per andare finalmente a letto e questo nipote mio non torna. Madonnina mia, beata vergine, fa’ che torni tranquillo a casa con i suoi occhi azzurri.
Madonnina ti recito un’Ave Maria ancora e anche il salve regina che è più bello; perché, se io fossi la vergine Maria, il salve regina mi piacerebbe più di tutto e, allora, lo sussurro convinta convinta, ma tu fa’ che torni a casa, questo nipote mio.

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