Confessioni qualunque – 13

[Ricordiamo ai lettori che Confessioni qualunque, la rubrica curata dai ragazzi di In Abiti Succinti, è aperta a chi voglia scrivere una confessione. Fatelo anche voi! Svisceratevi! E poi inviate i vostri racconti.]

#13 – Simonetta

di Linda Caglioni

Che resti tra noi.
Ha detto che è stato un lavoro lungo, il figlio di puttana; due settimane prima invece aveva detto che c’era traffico.

“Ma lo sai, fragolina mia, mica posso mettere le ali alla macchina”. Certo, come no. Ha buttato la cassetta degli attrezzi nello sgabuzzino, ha accarezzato Darwin di sfuggita e poi si è rifugiato in bagno. Niente di strano, a prima vista. Ma io non sono scema. È uscito dopo 13 minuti. Forse sembro, però non sono scema. Sapete quante cose si possono fare, quante tracce si possono eliminare, in 13 minuti? Sono entrata subito dopo e non c’era neanche un odore. Né buono, né cattivo. Né neutro. Li ha eliminati apposta per non farmi insospettire. Ma io l’ho capito, ve l’ho detto che non sono scema. L’ho visto come guardava quella, la nostra nuova vicina, la terrona. A me queste cose non sfuggono. Ha iniziato a fare il simpaticone, ha attaccato col discorso delle origini Leggi il resto dell’articolo

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Caso o caos?

La teoria del caos è un’affascinante teoria matematica nata nei mitici anni Settanta e studia quei sistemi che sono imprevedibili e casuali nel loro insieme, ma osservanti di leggi ben precise (a molti piace dire deterministiche) nelle loro singole componenti. Per esempio, un tratto di costa può apparire inspiegabilmente frastagliato, ma se andiamo a studiare le sue diverse componenti — andamento delle maree in quel punto, forza e direzione dei venti, composizione della roccia della costa se di roccia si tratta, posizione della costa, etc… — ci accorgiamo che quella frastagliatura “inspiegabile” diventa spiegabilissima e addirittura, diremmo in filosofia, necessaria. Leggi il resto dell’articolo

SINFONIA N. 4 IN MI MINORE *

Allegro non troppo

I buyer londinesi tardano ad arrivare e fuori vedo la nebbia, dappertutto, e la città sembra Londra ma non è Londra – è qualcos’altro – e le luci di un Burger King si confondono in mezzo a questa squallida alternativa a Londra, UK, e tutto si manifesta nascosto e un cinese mangia un Whopper con espressione estatica e potrebbe essere una vetrina vivente perché la gente passa e lo guarda e poi continua a camminare, indifferente, distratta dalle porte automatiche del Virgin Store. Leggi il resto dell’articolo