Carta taglia forbice – 11

[Continua da qui]

Una grande città dell’Europa occidentale

– Gliel’hai detto?
– No.
– Perché non gliel’hai detto? Leggi il resto dell’articolo

Carta taglia forbice – 10

[Continua da qui.]

Parte terza – I dialoghi delle persone

Il cuore è un lettore singolarmente stupido
Vladimir Nabokov

L’integrità di una persona consiste mai in ciò ch’è incapace di fare?
Flannery O’Connor

Una grande città dell’Europa occidentale

– Ho fame.
– Anch’io. Anch’io ho fame.
– Mangiamo, allora.
– Va bene, sì. Cosa?
– C’è della pasta e del sugo.
– E poi?
– Poi basta.
– Hai chiamato tua madre?
– No.
– Perché non l’hai chiamata? Leggi il resto dell’articolo

Pubblicità

Carta taglia forbice – 9

[Continua da qui]

Una piccola città dell’Europa occidentale

Lei

Il Tempio è una cosa importantissima nella vita delle persone e anche nella mia. Io posso essere me stessa, nel Tempio, posso infilare il filo nella cruna e sentire l’odore della fede. Da quando sono piccola i miei genitori mi portano tutte le domeniche al Tempio, che è la chiesa dei Santi degli ultimi giorni. Noi siamo mormoni. Così ci chiama la gente. Ci chiamano mormoni perché Leggi il resto dell’articolo

Carta taglia forbice – 8

[Continua da qui]

Una grande città dell’Europa occidentale

Lei.

Sai, vedo un tizio che non chiede niente, non ha bisogno di rassicurazioni e non conosce i miei problemi di peso. Lo vedo che è fermo davanti al vetro, ma non bussa. Lo sento entrare senza dire niente. Non mi ricorda niente. Lo vedo così: salgo le scale che portano al suo appartamento, busso e lui mi lascia entrare. Sorride e mi chiede se voglio del succo d’ananas. Poi si spoglia. Lascia i vestiti sul pavimento. Mi dice, vieni con me. Vedo questo tizio perché non confonde i piani e non ha diritto di mentire. Tu dovresti conoscerlo. Ti piacerebbe. Non credo ti piacerebbe. Lo odieresti per il solo fatto che mi scopa. Leggi il resto dell’articolo

Carta taglia forbice – 6

[Continua da qui]

Parte seconda – I monologhi della prima persona

Si dà il caso che io mi trovi a mio agio con i Michael Laski di questo
mondo, con quelli che vivono fuori dal mondo invece che al suo
interno, quelli il cui senso di terrore è così acuto che ricorrono
all’impegno in cause estreme e disperate; ne so qualcosa anch’io
della paura e apprezzo gli elaborati sistemi con cui certa gente
riesce a riempire il vuoto, apprezzo l’oppio dei popoli in tutte
le sue forme, da quelle accessibili come l’alcol e l’eroina e la
promiscuità a quelle difficili da trovare come la fede in Dio o
nella Storia.

Joan Didion

Una grande città dell’Europa occidentale

Lui.

Ho pensato alla morte molto spesso. Da quando ero piccolo e, se ricordo bene, le mani non arrivavano alla maniglia di una porta. Mio padre mi sgridava e io morivo soffocato. Mia madre mi negava qualcosa e io morivo impiccato. La processione al funerale era una cosa straziante e io piangevo più degli altri. Ero un maestro dell’autocommiserazione. Ho iniziato a scrivere allora. E non ho mai smesso. Continuo a commiserarmi.
Mi hanno insegnato un mucchio di cose, nel corso degli anni, ma nessuna di queste cose è stata capace di chiarirmi perché sono così e continuo ad essere così come sono.
Come sono è facile da spiegare: Leggi il resto dell’articolo

Carta taglia forbici – 3

[Continua da qui]

Una piccola città lontana dall’Europa occidentale

Sua madre aveva vissuto per molti anni con suo padre, prima di lasciarlo per un altro uomo. Lui soffrì molto, e non dimenticherà mai il giorno in cui suo padre gli disse di non fare mai figli. Era il giorno in cui lui e la madre traslocarono in casa di un attore, un tizio che indossava sempre lo stesso jeans.
Il terzo marito di sua madre era gentile con lui e non condivideva l’opinione di sua madre sul fatto che fosse meglio per lui odiare il padre piuttosto che amarlo.
Una volta, un giorno che la madre era andata a trovare le sorelle in una città vicina, il terzo marito lo portò a casa di suo padre. Sua madre non seppe mai nulla e lui apprezzò molto il gesto. Quando la madre lasciò quell’uomo lui pianse, perché capì molte cose, e la prima tra tutte era che non si sarebbe mai fidato di una donna.
A scuola non riuscì a entrare in nessuna squadra, anche se aveva provato con tutte le sue forze. Pare che fosse negato per il basket, il baseball, il tennis, la pallavolo, il softball, la ginnastica artistica, il football, il calcio, e ovviamente anche la scherma. Leggi il resto dell’articolo

Carta taglia forbici – 1

Parte prima – i paragrafi della terza persona
Parte seconda – i monologhi della prima persona
Parte terza – i dialoghi delle persone

a C. D. G.

Parte prima

Mio padre era un coglione solitario e barbaro;
ebbro di delusione, solo davanti alla tele,
rimuginava piani fragili e molto bizzarri,
poiché la sua grande gioia era di vederli fallire.

Michel Houellebecq

Potrei, con l’andare del tempo, imparare che cosa si
può farne, di questa materia di vita slegata e vagante,
tanto più consapevolmente e scrupolosamente, nella narrativa.

Virginia Woolf, Diario di una scrittrice

Una grande città dell’Europa occidentale

Lui e lei stanno insieme da cinque anni. Vivono in un bilocale, in un palazzo con l’intonaco scrostato costruito cinquant’anni prima quando la strada di fronte era campagna. Lei è più alta della media delle donne del suo paese e più bella di tutte le donne che lui ha incontrato nei suoi 30 anni di vita. Lui non è mai riuscito a laurearsi e ha sempre trovato lavori che non gli piacciono. Lei si chiama Francesca e lui Lucio.
Lui ha la pancia e lei no. Lui desidera un figlio e lei non lo sa. Leggi il resto dell’articolo