Grammatica finlandese
dicembre 4, 2013 Lascia un commento
[Il racconto di Paolo Zardi che segue è stato scritto raccogliendo la sfida lanciata da Ilaria Vajngerl nel suo blog Il Pesce Volante. Buona lettura]
Da giorni il sospetto aveva iniziato a scavare i suoi lunghi cunicoli nel cuore di lei, il doloroso, insopportabile sospetto che lui non l’amasse più: si nutriva della reticenza della voce, e soprattutto degli abbracci – una pressione meno convinta, la durata impercettibilmente più breve (le unità di misura dell’amore sono il millisecondo, e il microbar; è solo quando le cose vanno per il verso giusto, che si tara sull’ampiezza del secolo, e dei gigapascal). Per questo sospetto, teme che la cenetta al McDrive di un McDonald poco fuori Melzo sia solo il pretesto per mettere la parola fine alla loro relazione; il corpo, invece, lo sa per certo, perché trema per un freddo che solo lui riesce a percepire in questa tardo pomeriggio di giugno. Hanno ordinato due menù Crispy McBacon, e l’abitacolo della Palio di lui – la Palio di suo padre, a dire il vero, quei due metri quadrati che hanno visto nascere il loro amore – è una bolla spazio temporale impregnata dal tanfo animale degli hamburger. Lui guarda avanti, come se stesse guidando, e mastica con una nervosa determinazione; lei smozzica il pane con una bocca che non ne vuole sapere di aprirsi. In due non fanno quarant’anni. Un camionista di passaggio, guardando dentro alla loro macchina, li ha scambiati per fratelli.
Tra un boccone e l’altro, lui cerca le parole giuste per spiegarle quello che lei ha già intuito; ma per quanto si sforzi, non le trova. L’amore è poesia, è profusione di metafore, è altezze vertiginose; l’abbandono, invece, striscia noioso come un atto notarile che certifica la cessione di un ramo d’azienda, o la messa in liquidazione di una società che non fa più utili da tempo. Lui parte da molto lontano: l’infanzia, l’inevitabile presenza di una madre apprensiva, e la severità del padre, e i fratelli rivali nel gioco. Letteratura dei primi del novecento, insomma. Lei, estrapolando, calcola che serviranno come minimo altri due BigMac per Leggi il resto dell’articolo
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