Movimento laterale
Maggio 27, 2013 3 commenti
Una che scopavo s’è sposata. L’ultima volta che sono tornato al paese me l’hanno detto. L’ho vista che passeggiava con uno e aveva un’acconciatura. Non faccio caso alle dita, agli anelli, allora ho guardato il tipo che era con me e lui fatto «Ah». Come se dovessi rimanerci. Me la sono immaginata subito con l’acconciatura di dopo, quella che viene col primo figlio. Io al paese scendo poco e lo faccio solo per mio padre. Che dice che sta male e poi non è vero. Su dove sto faccio lavori così, pesanti si dice, mi sono uscite due spalle e in paese non mi riconoscono. Porto la barba adesso e se qualcuno ricorda dice «Quando la tagli» anche se non mi vede da dieci anni. Mi piace che passo inosservato. Mi siedo nei bar e vedo quelli che fanno le stesse cose da anni e dicono le stesse cose alle stesse persone da anni e io posso starmene accanto a origliare tanto non mi vedono. E se mi riconoscono mi prendo il caffè offerto, mi alzo e me ne vado.
Mio padre fa finta che non ha capito che faccio questi lavori impossibili e allora se la prende che non scendo mai. Così dice. Invece finisce che scendo ogni mese che lui si fa male. Si spezza, dice. Io dico che è un vecchio e si spezza come i vecchi. L’ultima volta il piede. Ma ogni volta pare che è l’ultima. Stavolta l’ho trovato peggio del solito, è vero. «Sono di passaggio» ha detto, ma non ci credeva. «Siamo tutti così, stiamo tutti così» gli ho detto io. Eravamo al pronto soccorso e c’era una fila. Leggi il resto dell’articolo
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