Un default imperfetto

di Andrea Frau

Un utente Facebook ricarica ossessivamente la pagina, attende invano un segno, un poke di Dio.
Non esiste nulla. Può continuare a far coltivare il suo orto di Farmville a qualche utente marocchino. Rinuncia a caricare la nuova applicazione “coscienza”.
È stanco. Esce dalla sua stanza fatta di notebook, facebook, e film in streaming.
Dopo circa un’ora, la realtà, le macchine e la gente nei bar si bloccano.
Un F16 italiano in partenza per la Libia scrive nel cielo a caratteri cubitali: «Hai raggiunto il limite di 72 minuti fuori dalla tua stanza».
È scattato il coprifuoco.

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Storia delle Utopie Economiche nei Mercati Globali /4

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3. La condanna delle utopie: l’economia dello sviluppo

L’economia dello sviluppo nasce nel secondo dopoguerra, caratterizzato dalla ricostruzione in Europa e dalla contrapposizione dei blocchi scaturiti dalla guerra fredda, mentre si avviava il processo di decolonizzazione e i nuovi stati rivendicavano una disciplina che si occupasse dei loro specifici problemi. Nel 1944, a Bretton Woods, nascono la International Bank for Reconstruction and Development, altrimenti nota come World Bank (Banca mondiale), e il Fondo monetario internazionale (I.M.F.). Come ebbe a dire H. Truman nel suo discorso di reinsediamento alla presidenza degli Stati Uniti (20 gennaio 1949), si trattava d’indicare la via liberal-capitalista della prosperità agli stati di recente indipendenza caratterizzati da sottosviluppo, ovvero da bassi livelli di crescita economica, altrimenti attratti dal modello concorrente socialista. La visione ottimistica del cosiddetto paradigma della modernizzazione era fiduciosa nell’uniformità del processo di cambiamento economico, sociale e politico già avvenuto nelle società del primo mondo. Quest’ultimo era interpretato in termini di passaggio da una situazione di arretratezza a una caratterizzata da industrializzazione, urbanizzazione, e alti livelli di benessere materiale. Su queste basi, l’Occidente pretendeva di applicare le elaborazioni di tale auto rappresentazione al terzo mondo, considerato di conseguenza un blocco unico e indifferenziato. Tutte le più importanti teorie economiche del periodo partivano dal presupposto comune che lo sviluppo consistesse in un processo evoluzionistico mosso da forze endogene lungo stadi temporali validi per tutti i paesi. Leggi il resto dell’articolo