Le stelle di Pincio

Hotel a zero stelle (Laterza, 2011)

di Tommaso Pincio

La luce di cui brillano a tratti i romanzi è qualcosa di estraneo al placido scorrere della prosa; è simile alla luce degli abbaglianti di un’auto che improvvisamente ci si para davanti nella corsia opposta , e allo stesso modo in cui quei fari ci costringono per un attimo a chiudere gli occhi, così lo sfarfallio di una certa frase ci obbliga per un attimo a sospendere la lettura. (Hotel a zero stelle, T. Pincio)

A dimostrazione della sua versatilità e della distanza che lo separa dai colleghi, in un momento in cui il romanzo gode di ottima salute con buona pace di chi lo vuole morto – soprattutto il romanzo di una generazione che gli stessi vogliono avvilita e che invece dimostra afflati tutt’altro che ordinari – seguendo una pista controcorrente rispetto a quella di sapore anamnestico che predomina nel panorama narrativo odierno, Pincio sforna un oggetto narrativo di rara bellezza. Non che la sua intera produzione sia da meno, ma questo in particolare abbaglia per eleganza del dettato e per la precisione con cui ritrae alcune tra le figure letterarie più amate da chi ha a cuore la letteratura (con la l minuscola, visto che dopo la boutade della Mazzantini fa un po’ ridere scriverla grande). Leggi il resto dell’articolo

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