Poesia precaria (selezionata da L. Piccolino) – 8
ottobre 5, 2009 Lascia un commento
Riprendiamo la rubrica del lunedì con una poetessa di un certo livello.
L’idea che i versi di Loretta Sebastianelli suggeriscono immediatamente è quella di una poesia in continua evoluzione-mutazione.
Danza, Loretta, e sapientemente dosa doti tecniche ed emozioni.
Non sempre la delicatezza va a braccetto con qualcosa di forte, resistente. Ma Loretta Sebastianelli è così. Delicata e flessibile come un giunco, concede al vento solo un’illusione di supremazia. I testi che mi ha inviato sono tutti molto belli ma, stranamente, non ho avuto dubbi sulla scelta da fare. Questo perché trovo bello e interessante quando i poeti parlano della loro arte. E lo fanno scrivendo di essa.
Buona lettura.
I poeti (dichiarazione di poetica)
La meraviglia a volte
è soltanto un fardello
che ci trascina stanchi
mentre tanto sentire
ci logora le vene.
Mai soluzione alcuna
ha saputo guidare
gli antenati possenti
e mai potevamo essere
diversi da noi stessi.
Maledetti quando sputiamo dolore,
Quando le canaglie attaccate alle mani
Guidano carovane sbigottite;
Quando l’arsenico fa nera la lingua
E gli occhi grandi giustiziano il mondo.
Quando il male di vivere sommerge,
La nostra china indelebile canta
Sulla lingua assetata
E la verità è
Uno scomodo vestito mai bianco.
***
Loretta Sebastianelli è una visionaria.
Nasce a Roma. 1974. Luna crescente.
Incoraggia le proprie visioni fantastiche e interpreta la realtà, un po’ come tutti.
Ghost writer, poetessa, scrittrice. Precaria.
Pubblica due raccolte poetiche con Azimut: “Triade” e “Chimera”.
In passato lavora in una piccola case editrice, cura una rubrica poetica per una rivista New Age. Collabora all’organizzazione di Mediterranea, Festival Internazionale delle Arti e della Poesia.
Attualmente è membro della giuria del premio Elsa Morante per Inediti.
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