Patagonìa *

Domani partiamo. Dove andiamo, amore mio?

Sappiamo che non sarà una festa ma una marcia funebre. Marcia. Una promessa ventenne che non può essere smentita affinchè l’apparenza sovrasti la ragionevolezza e tutto appaia per quello che non è mai stato. La simulazione di un idillio. Un’idilliaca simulazione. Monelli che giocano agli indiani in un acquario di pellirossa senza scalpi. Senza scampi di coppia, via di foga. Arrembante inezia dell’inerzia. Farsa di gravità che tutto ingravida affinchè tutto graviti. E che nessun meteorite oltraggi il cielo stellato del nostro presepio miscredente. Non vedi, amore mio, che non ci sono più le stelle. Non vedi, amore mio, che non c’è più il cielo? E, magari, intravvedessimo qualche meteorite, almeno potremmo respirare ancora un universo di guerra e tumulto, di apocalisse e fuoco. Almeno, potremmo ancora corrisponderci come divise nemiche cospiranti verso comuni aspirazioni: Tregua, Pace, Convivenza.

Sento la chiave incidere nel cancello i suoi riconoscibili battiti. Sei tornato, amore mio. Ti aspettavo.

Sento i tuoi passi dirompere sulle scale. Eccoti, amore mio. Sei arrivato.

Sento la tua presenza gigante dietro alla porta del bagno. Si, amore, sto aspettando. Parla pure. So quello che dirai. Ti prego, dillo.

“Rosa, devi stare ancora molto? Fai presto.”

Faccio presto. Esco. Probabilmente vorrà parlarmi a letto. Hai ragione, amore mio. Vero, che ti sei accorto che piangevo? Vero, che tra un attimo me lo dirai? Vero, che saprai dirmi le parole giuste?

Ti lavi, ti spogli, t’infili mestamente sotto le coperte. Questo è il momento. Rimango in attesa.

“Hai preparato le valigie?”

“Si.”

“Bene. Buonanotte. Domani sveglia alle 6.”

Inizia così la mia storia.

Finisce così la mia storia.

Buonanotte.

Dario Falconi

* Anteprima di Patagonìa (Prospettiva editrice – collana BrainGnu)

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