La scena è viva, viva la scena

Alcune considerazioni su L’O di Roma, Il nome giusto, Palacinche, Gatto Mondadory e il telefonino fatato.

di Vanni Santoni

Tommaso Giartosio ha avuto per me la funzione di un Caronte della letteratura: ricordo bene, quando in un 2008 che appare già lontanissimo, mi intervistava per Fahrenheit di Radio 3. Parlavo del mio Gli interessi in comune con questo tipo dai capelli bianchi, gentilissimo, competentissimo, e avevo la sensazione che finalmente si iniziasse a fare sul serio: di avere, insomma, un piede nel mondo dei libri. Mi ha fatto quindi sommamente piacere ritrovarmelo vicino di casa presso Contromano di Laterza: il suo L’O di Roma – in tondo e senza fermarsi mai è uscito subito dopo il mio libro nella medesima collana e vi ho ritrovato anche una certa, sia pur involontaria, continuità formale: il mio itinerario attraverso Firenze è narrativamente circolare così come quello di Giartosio attraverso Roma è fattualmente circolare. Il libro segue infatti l’autore mentre, fissato un centro in piazza Venezia e un raggio di quasi due chilometri, traccia una circonferenza attraverso Roma e poi la attraversa con rigore a tratti folle, cercando di superare qualunque ostacolo, abitazioni private incluse, pur di non lasciare la linea immaginaria che ha stabilito. Leggi il resto dell’articolo

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L’amore e la morte, più l’odio. E il potere /1

Per Freud l’amore è istinto al piacere, per sua propria caratteristica si colloca all’esterno dell’individuo. La morte è autodistruzione, ossia compulsività: è quando l’atto perde l’impulso vitale che lo contraddistingue; per sua propria caratteristica tende a convogliarsi all’interno dell’individuo e se si convoglia all’esterno diviene pura violenza.

La relazione fra eros e thanatos l’avevano già intravista Empedocle e Flaubert, che col personaggio di Emma Bovary (che s’innamora dopo la morte del genitore, che in collegio prima fantastica sull’amore e poi quasi morbosamente sulla morte, interessanti le letture che Emma fa nel capitolo 52) la amplia fascinosamente. Ma non finisce qui. Leggi il resto dell’articolo