17 marzo 1944 (Un anniversario dell’Unità d’Italia)

In tema di Resistenza e Liberazione, vi proponiamo quest’oggi un racconto di Luca Rinarelli, mentre nella giornata di domani, 25 aprile, potrete leggere un estratto dal romanzo In territorio nemico, pubblicato recentemente da Minimum Fax.

17_03_44Scese le scale del condominio con le mani in tasca. Rapido, con la testa altrove. Al pianerottolo del secondo piano, urtò la signora Corio. Le due sporte di stoffa sporca, flosce a causa del razionamento, rotolarono verso il basso. Alberto si scusò, tentando di parare la salva di insulti in torinese stretto. La vecchia si chinò a raccogliere, illuminata dal cielo plumbeo che faceva capolino dalla finestra di uno dei balconcini razionalisti della scala.
Quando poggiò il piede sul marciapiede di via Pianfei, la maggior parte delle persiane delle Case Municipali erano chiuse. Qualche panno steso, due voci in qualche appartamento che stavano litigando. Il palazzo all’angolo con via Aquila era abbandonato. Come il giorno prima. Come ormai da un anno, sventrato dalle bombe. Leggi il resto dell’articolo

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COMPRATECI. NON CI VENDEREMO MAI!

E’ in edicola il n.236 di FRIGIDAIRE, un numero speciale (ma che costa sempre solo 3 euro) con 24 pagine invece di 20, che resterà in edicola fino alla seconda metà di settembre. Questo numero segna il passaggio a una nuova fase. Da allegato, sia pure del tutto indipendente del quotidiano Liberazione, Frigidaire torna ad essere la rivista autonoma che è sempre stata anche sul piano diffusionale e operativo. Come annunciato sulla copertina, contiene all’interno (tra le tante cose) un importante inserto dossier: la traduzione integrale del recentissimo documento della Global Commission on Drugs dell’ONU, che chiede la legalizzazione di tutte le sostanze considerate droghe nei trattati internazionali; la storia fallimentare di 50 anni di proibizionismo, sostiene l’ONU, impone di rivedere completamente la legislazione in maniera dei diversi Stati.
Inoltre, su Frigidaire 236 ci sono i fumetti di Squaz, Massimo Giacòn, Maurizio Ercole, Lenny Lucchese, Marc Caro, le vignette di Ugo Delucchi, Giorgio Franzaroli, Fabrizio Fabbri, Giuliano, Frago, Laurenzi, Cecigian, i disegni di Andrej Lavrinovics, Gianni Cossu, Vincenzo Sparagna, Maila Navarra, Pablo Echaurren, Federico Della Putta, Davide Toffolo intervistato da Franzaroli, gli articoli su No Tav e Black Bloc, Internet e rivoluzione, gli Orti sinergici, l’esplorazione delle supergrotte, il Sud Africa, la testimonianza di Jacopo Giombolini che nella sempre sorprendente rubrica “Schiuma” ci fa incontrare un ex professore andato a lezione dagli umili, i racconti di Sacha Biazzo e Davide Fragiacomo, servizi sull’occupazione del Teatro Valle e su logge e loggioni italiani dalla P2 alla P4, la rubrica di musica con le recensioni di Diego l’Alligatore, Frigolibri, ecc.. Insomma, nel numero 236 c’è un bel po’ di roba da leggere e da gustare. Non perdetelo!

E, in caso di eventuale assenza dall’edicola, si prega di segnalare, comunicando città e indirizzo, a frigilandia@gmail.com

Infine, ricordiamo che da questo mese Frigidaire è distribuito in tutta Italia (anche in Calabria, Sicilia e Sardegna). Per riceverlo direttamente a casa o all’indirizzo che preferite, l’abbonamento costa solo 30 euro. Maggiori info su frigolandia.eu

“Non è che l’inizio, il mensile più rivoluzionario e originale del mondo continua”… alla faccia di tutti i giullari e i camerieri mediatici di questo inquietante paese.

Denari

Facciamo un gioco. Io dico testa e tu croce, io uso sempre e solo la testa, per una volta lasciami scegliere, fammi scegliere testa. E tu croce, sono io la tua croce, me lo hai detto tante volte, l’ultima è stata ieri davanti a tutti ed eri soddisfatto mentre ti usciva dalla tua bocca secca la parola croce, non come le altre volte in cui scherzavi e mi abbracciavi, dopo.
Hai detto croce come si fa il segno della croce, per supposta appartenenza alla fede, la nostra vacilla, noi ai miracoli crediamo mai e tu mi tratti come un oggetto di fede. Prendi la croce, io scelgo testa, e scelgo le picche e i bastoni, e tu cuori e fiori, facciamo così: partiamo oggi da questo muretto, proprio ora e andiamo uno a destra e uno a sinistra, dieci passi, poi ci giriamo e giochiamo a carte. Vinci tu, vince sempre la croce, la croce non la giri, sta sempre dritta e non arranca mai.

Facciamo un gioco. Io continuo a dire testa, mi gira la testa come gira alle ragazzine, ogni volta che ti vedo mi gira la testa almeno tre volte, non è mai un numero pari, è sempre un numero dispari che non si può sistemare, esce sempre un pezzo, è troppo sempre un numero, io sono sempre di troppo. Tu continua a dire croce, il gesto rassicurante e la parola giusta, gioca e vinci, non mi interessa, io continuo a dire testa e a staccarla dal corpo, ogni volta che posso. Mi fa male la testa ma poi guarisco, mi siedo piano, trabocco di mal di testa, quello che fa vomitare da quanto è forte e allora mi siedo piano, posso sedermi da sola, non sono la tua croce.

Resto qui, respiro profondo e la testa è vuota, come una liberazione, il fiato lungo riempie le tempie, le mani e le gambe, non sento più nemmeno il sangue. Si guarisce così dalla testa e dal gioco: vince i denari chi per primo ricomincia a respirare.

Elena Marinelli

Foto: Silvia Canini

Frigidaire!

Scrittori precari segnala l’uscita del n. 223 di Frigolandia inedizione popolare d’élite. Il giornale uscirà, inserito nelle pagine centrali del quotidiano Liberazione, come i precedenti, sabato 27 marzo.

Maggiori info qui.

Metodica delle cose inutili – La verità

La verità.

Se non ci fosse la verità, dimmi tu come potrei mentire?

Proverbio tardo ugaridico, secondo alcuni pre-armeno.

Dovremo spendere delle parole sull’inutilità perfetta e tetragonica della verità, e quindi sulla sua centralità nel nostro sistema di esistenza, che sembreranno ai più ridondanti: l’inutilità della verità rispetto a qualsiasi prassi concreta e immaginale della vita è, infatti, di palmare e luminosa evidenza. Il nostro discorso varrà dunque come esortativo e catechistico, e sarà volto a rinforzarci nella fede che tributiamo al sistema, per mezzo della constatazione stupefatta e ammirata della grandezza del concetto di verità, ossia della sua totale e numinosa inutilità.

Numinosa, misticamente delirante, miracolosamente illusoria, se solo ci si sofferma a constatare che, quando pensiamo alla verità, abbiamo chiaro in mente con immediatezza qualcosa che esprime l’esatto opposto del concetto di verità. Verità, da etimo, è qualcosa in cui si crede per atto di fede: è un’astrattissima costruzione della fantasia. Astratta e vischiosissima. Una macchina inesorabile dalla quale è impossibile scappare, congegnata com’è per pochissime operazioni autoreferenziali: della verità si può predicare che è una, assoluta e certa; con un sofismo che non la intacca nella costituzione, che è molteplice e assoluta in maniera transitoria; che non c’è, il che comporta che la frase la verità non c’è non può essere vera.

Con la verità non se ne esce fuori. Cadere sotto il suo ambito, è cadere in trappola. Una trappola tranquillante e anestetizzante. Quando siamo sotto il registro della sua dittatura, infatti, altro non facciamo che collocarci in due condizioni comodamente ripartite: la verità ci concede solo o di credere in essa, o di farsi congegnare, ridisegnare da noi entro i suoi ben delineati limiti: essere comandati o comandare.

È il nostro sistema di potere, che si basa saldamente sulla verità, perché, prima di tutto, la verità, con le sue tentacolari costruzioni del come deve essere, e del così come è, ci allontana con uno scarto impercettibile ma gagliardo dalla vita. La verità del come deve essere espresso teologicamente dalle ideologie; la verità del così come è imposto fisiocraticamente dalla retorica del realismo, tutte le varie sfumature elaborate da questa macchina, sono, infatti, le sole ad essere capaci, con verità e per ultime, a tenere a bada lo slancio, la forza e il paradosso della vita, che vive e muore.

La verità è il fondamento mistico di un sistema della paura e della vigliaccheria, la rivendita di una fede che offre la liberazione da qualcosa che non è una prigione.

O Morte, dov’è il tuo pungiglione?”, grida l’uomo di verità, che non sa, o finge di non sapere, che in processione, quando si festeggia il dio della vita, è il dio della morte ad essere venerato.

Pier Paolo Di Mino


Aggiornamento precario

Care amiche e cari amici,

Scrittori precari segnala l’uscita sabato 25 luglio (solo ed esclusivamente per quel giorno) del numero 217 di Frigidaire, nella nuova versione popolare d’élite. Lo trovate in tutte le edicole al costo di 1 euro all’interno del quotidiano Liberazione (in pratica dovete comprare Liberazione). Diffondete la notizia!

Nell’occasione siamo lieti di comunicarvi la prima data ufficiale del tour precario 2009 il 26 settembre a Frigolandia, in zona La Colonia/Montecerreto a Giano dell’Umbria (Pg).

A fine settembre saremo in giro per l’Italia con il nostro tour precario, per il momento, oltre alla suddetta data in Umbria, nella splendida Frigolandia, saremo nelle città di Napoli, Firenze, Milano e Bologna, più avanti vi daremo dettagli.

Nel folle caso in cui voleste invitarci per un reading di nella vostra città, contattateci su scrittoriprecari@yahoo.it

Inoltre ricordiamo agli aficionados romani l’ultimo appuntamento capitolino della stagione con il nostro reading itinerante, mercoledì 29 luglio, alle ore 23.30 al Caffè Emporio, in Piazza dell’Emporio 2, a Testaccio. Ospite precaria Lorenza Fruci.

Per chi si trovasse in Sardegna, ricordiamo che i precari Liguori e Zabaglio saranno ospiti dal 22 al 26 luglio del Festival letterario Passaggi per il bosco.