Alta definizione

di Gabriele Merlini

Uno. Per cominciare ammettiamo di utilizzare in questa sede l’abusato escamotage di scrivere una recensione con il linguaggio proposto dall’autore del libro recensito, che sicuramente è ammiccante nonché un filo paraculo tuttavia non privo di:
a. Spunti acuti.
b. Brani buffi.
c. Riflessioni anche interessanti sulla figura del giovane disilluso e sensibile.

Due. Il tizio si chiama Adam Wilson e il libro Alta definizione (in originale Flatscreen), edito da ISBN. Stando al plot, spaccato della vita di Eli Schwartz che sarebbe un tardo-adolescente non realizzatissimo la cui esistenza cambia dopo l’incontro con un ex attore in sedia a rotelle chiamato Seymour Kahn.

Tre. Voce fuori campo: una madre «perfetta per la fotografia sgranata del cinema americano classico. Con i suoi completi da tennis bianchi e le sue mèche biondo platino» da unire a fratello vispo e figura paterna assente, sebbene non per colpa di un rapimento alieno (Wilson ci tiene a che questo venga specificato) ma banale decisione di andarsene Leggi il resto dell’articolo

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Confessioni qualunque extended – 2

[Confessioni qualunque, la rubrica curata dai ragazzi di In Abiti Succinti, si apre anche ai lettori. Questa settimana un racconto di Arturo Dalì. Confessatevi anche voi! E poi inviateci i vostri racconti, le vostre confessioni più nascoste!]

extended #2
Peppino

di Arturo Dalì

Che resti tra noi.
Certe volte non ho scelta.

L’occasione spesso è un attimo, e se ti sfugge, addio. Non è che puoi stare a ragionarci, bisogna farsi trovare pronti. Stamattina ero al supermercato, un euro e trenta in tasca e fame e caldo e debolezza e ho pesato due susine e una banana mentre infilavo nella borsa due banane e una susina. Volevo rubare pure una birra, ma ho notato un tipo che mi seguiva; l’ho osservato meglio, sembrava mettere nel cestino prodotti a casaccio. Era vestito troppo bene, però; quelli della sicurezza non portano la giacca né la catena d’oro al collo, ma era meglio non rischiare e filare. Quello però mi a seguiva a distanza e mi fissava. Così, quando ho poggiato la frutta sul rullo, mentre ricontavo l’euro e trenta, mi si è accostato come per dirmi qualcosa all’orecchio, e vi giuro, allora ho pensato davvero che si trattasse di uno della sicurezza. Già immaginavo le solite rotture, paternali e minacce di quando ti beccano. E invece il tipo Leggi il resto dell’articolo