Montecitorio Wrestling Federation /5

[Puntate precedenti: 123 – 4]

di Matteo Pascoletti

In quanto spettacolo il wrestling riflette la società in concreto, e non come concetto. Differenti società hanno differenti tipi di wrestling. Il rapporto è analogo al teatro: il teatro giapponese è molto diverso dal teatro italiano, che a sua volta è diverso dal teatro inglese.
Perciò il wrestling americano è differente da quello messicano, noto come lucha libre (“lotta libera”). Le principali differenza tra wrestling e lucha libre sono nello spirito alla base dell’incontro e nella fisionomia del lottatore. Nella lucha libre sono frequenti i lottatori mascherati, ma al di là della gimmick e del vestiario la maschera ha un valore totemico e antropologico. La maschera è il lottatore e il lottare è la maschera: indossarla significa diventare qualcosa di più di un uomo col volto coperto. Un lottatore cui viene tolta la maschera durante il combattimento, o a cui viene tolta come stipulazione del match, è un lottatore che perde parte del suo prestigio, della propria forza, e in qualche modo avrà bisogno di recuperare prestigio agli occhi del pubblico. È un Sansone cui sono tagliati in pubblico i capelli. Se indossasse la maschera la sera successiva, il pubblico vivrebbe l’evento come la violazione di un tabù, non come una semplice rottura della kayfabe.

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Montecitorio Wrestling Federation /4

[Puntate precedenti: 123]

di Matteo Pascoletti

Nel wrestling un aspetto centrale della kayfabe è riassumibile nella frase “vendere le mosse”. Poiché i colpi che i lottatori si scambiano sono una finzione finalizzata allo spettacolo e non a un reale scontro, come avviene per esempio nel pugilato o nella lotta greco-romana, il wrestler che subisce una mossa deve dare al pubblico l’impressione di accusare il colpo, imparando come e quanto esagerare. Se la mossa è particolarmente atletica, o mira a parti del corpo che nella realtà sono più vulnerabili, come la testa, la capacità di fingere mostra tutta la sua importanza. Un calcio volante alla testa che passa come una folata di vento addosso al wrestler colpito può infrangere la kayfabe, danneggiando lo spettacolo.
Indicative di questo scarto tra necessità di spettacolarizzare i colpi e danno effettivo sono le mosse di sottomissione. Chi le compie di solito non fa altro che afferrare blandamente uno o più arti dell’avversario: a creare l’illusione complessiva sono le facce sofferenti, il volto rosso per lo sforzo fisico intenso, le urla di dolore o l’agitarsi per cercare di uscire dalla presa; in questo modo le mosse di sottomissione sembrano tecniche micidiali e pericolose. Vediamo nel filmato una classica armbar, una mossa in cui nella kayfabe Del Rio afferra e torce il braccio di Rey Mysterio fino a farlo cedere.

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