Confessioni qualunque – 12

[Ricordiamo ai lettori che Confessioni qualunque, la rubrica curata dai ragazzi di In Abiti Succinti, è aperta a chi voglia scrivere una confessione. Fatelo anche voi! Svisceratevi! E poi inviate i vostri racconti.]

#12 – Nino

di Nicola Feninno

Che resti tra noi.
I miei nonni erano fascisti, i miei genitori democristiani. Io faccio il pescatore e so che nessun partito ha mai moltiplicato il pesce.

Mio figlio questo deve ancora capirlo: vive a Roma, studia scienze politiche, non ha mai saputo nulla del mare; da piccolo gli veniva la nausea soltanto a stare al largo sul pedalò.

Frequentai le scuole a Praiano – elementari e medie – perché ad Arienzo le scuole non c’erano. Prendevamo la stessa corriera alle sette, io, Giggino, Daniele e Giulio, eravamo tutti e quattro di Arienzo, tutti e quattro figli di pescatori; ad Arienzo praticamente tutti gli uomini facevano i pescatori, tranne don Agostino e Pino, lu ricchione, che faceva il barbiere, che poi anche a quello – come diceva mio padre – ci piaceva comunque lu pesce. Alle medie ci siamo scelti un nome per il nostro gruppo: gli Scassacazz. L’ispirazione ce la diede il padre di Giggino: tornavamo dal cinema di Praiano, un sabato pomeriggio; viaggiavamo sulla sua Diana bianco panna – panna sporca – al cinema avevano dato Easy Rider. Leggi il resto dell’articolo

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Accabadora

Accabadora (Einaudi, 2009)

di Michela Murgia

Un dono. Questo romanzo è un piccolo capolavoro che riesce a raccontare una storia e una terra, di cui si conoscono di più solo gli aspetti vacanzieri, senza perdersi in finti omaggi alla narrativa italiana e senza fronzoli di alcun genere. Un libro in cui c’è solo la storia di una vita raccontata dalla vita.

Soreni è un paese della Sardegna dove si fa fatica a capire le cose. Dove le persone sono strette come fasci di erba alle loro vite quotidiane. Le chiacchiere che passano di sguardo in sguardo, mentre le mani camuffano le intenzioni delle bocche, sono vento che spesso porta odore di terra bruciata. Un paese che fa parte di una tradizione antica quanto la lingua stessa e dove italiano, sardo, storia e latino si uniscono a creare famiglie, amori e legami. Qui il passato non resta mai tale e fa fatica ad essere sepolto.

Maria vive a Soreni, è una bambina di troppo in una famiglia che ha poco. Una bambina che diventa figlia di anima di Tzia Bonaria Urrai, la sarta del paese. Una donna rispettata e rispettosa. Una di quelle antiche immagini di cui non era facile capire quanti anni avesse perché “[…] erano anni fermi da anni, come fosse invecchiata d’un balzo per sua decisione e ora aspettasse paziente di essere raggiunta dal tempo in ritardo”.

La povertà e il menefreghismo della madre di Maria e la sterilità di Bonaria, creano un legame in cui i grandi silenzi, gli spazi lasciati inesplorati e le parole che raschiano il sole diventano ogni giorno più forti. Una famiglia non di sangue che vive in mezzo alle stoffe della sarta e allo sguardo di Maria che, giovane, ascolta la voce di Tzia Bonaria anche se spesso non ne capisce il senso, ma ascolta consapevole che “[…] non tutte le cose si ascoltano per capirle subito”.

Tutto sembra scorrere, tutto va nella direzione degli sguardi che seguono la coppia mentre cammina per le strade del paese. Occhi che puntano e giudicano. Occhi che però sanno qualcosa che sfugge alla piccola Maria, ancora incapace di cogliere i particolari che si nascondono nella pelle tesa degli adulti.

Una notte serve a far porre domande. Una notte soltanto, in cui il sonno è meno divertente delle ombre proiettate nella stanza. Un inverno del 1955 quando la piccola aveva otto anni e mezzo.

Sentire rumori e vedere Tzia uscire nell’oscurità accanto ad un uomo alto, nero in volto e sentirsi subito ammonire dalla figura della “madre”: “Torna in camera tua”. Obbedire e addormentarsi tra pensieri e silenzio. Silenzio e innocenza.

Da questo punto in poi accade qualcosa, qualcosa di silenzioso, di strisciante, che non intacca il rapporto di amore tra le due, che fa andare avanti la spinta dell’anziana a far studiare la sua protetta, a farla applicare. Accade qualcosa di più subdolo. Più complicato. Accade che la vita mette di fronte ai fatti e le campane a morto che si sono sentite dopo l’uscita notturna di quell’inverno non smettono più di riecheggiare.

Cosa aveva fatto e cosa faceva Tzia Bonaria? Perché si alludeva sempre a lei con timore reverenziale nelle chiacchiere di paese e tra amici?

I giorni di Bonaria Urrai si fondono così con quelli di Maria Listru, insieme a molte delle cose che accadranno, che altro non sono che parodia delle cose pensate. In una rincorsa verso il mare, tra i campi, gli amori segreti, le facce arse dal sudore e dal sole, verità e innocenza svelata, scivola “Accabadora”. La storia di una donna che è voce di due donne. Accabadora che in sardo significa “Colei che finisce”. L’ultima madre di molti che è la prima vera madre di Maria.

Alex Pietrogiacomi

Aggiornamento precario

Care amiche e cari amici,

Scrittori precari segnala l’uscita sabato 25 luglio (solo ed esclusivamente per quel giorno) del numero 217 di Frigidaire, nella nuova versione popolare d’élite. Lo trovate in tutte le edicole al costo di 1 euro all’interno del quotidiano Liberazione (in pratica dovete comprare Liberazione). Diffondete la notizia!

Nell’occasione siamo lieti di comunicarvi la prima data ufficiale del tour precario 2009 il 26 settembre a Frigolandia, in zona La Colonia/Montecerreto a Giano dell’Umbria (Pg).

A fine settembre saremo in giro per l’Italia con il nostro tour precario, per il momento, oltre alla suddetta data in Umbria, nella splendida Frigolandia, saremo nelle città di Napoli, Firenze, Milano e Bologna, più avanti vi daremo dettagli.

Nel folle caso in cui voleste invitarci per un reading di nella vostra città, contattateci su scrittoriprecari@yahoo.it

Inoltre ricordiamo agli aficionados romani l’ultimo appuntamento capitolino della stagione con il nostro reading itinerante, mercoledì 29 luglio, alle ore 23.30 al Caffè Emporio, in Piazza dell’Emporio 2, a Testaccio. Ospite precaria Lorenza Fruci.

Per chi si trovasse in Sardegna, ricordiamo che i precari Liguori e Zabaglio saranno ospiti dal 22 al 26 luglio del Festival letterario Passaggi per il bosco.

preambolo T

Segnaliamo qui preambolo T di Simone Rossi.

Buona lettura.