Theresa Green

ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=VI4L_wnOiiw

 

Il mondo la riaccolse in un istante.
Come ognuna delle altre volte fu come riemergere dal buio, come se la luce si riaccendesse improvvisa. Fu risvegliarsi senza tempi intermedi, rinunciando all’ultima carezza del torpore e all’eredità dei sogni che resta sospesa prima di essere fissata nella memoria o dilapidata in pochi istanti.
Si scoprì vestita di abiti sconosciuti ma che aderivano perfettamente al suo corpo stanco e senza nome. Ci volle poco perché affiorassero e le fossero chiari la causalità delle sue azioni, i desideri, i ricordi, ma non la abbandonò la sensazione spaventevole che i suoi movimenti e quelli stessi del mondo tutto non rispondessero al destino o ad un piano ineludibile e alto, quanto ad una specie di arbitrio, ad una volontà imperfetta eppure meticolosa, mossa dalla speculazione e senza un senso di responsabilità. Leggi il resto dell’articolo

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Guida per riconoscere i tuoi santi (in paradiso)

GUIDA PER RICONOSCERE I TUOI SANTI (IN PARADISO)

“Mi raccomando, non fate troppe raccomandazioni”

Giulio Andreotti

Quattro italiani su cento ammettono di avere ricevuto un aiuto dall’alto. Forse è orgoglio, forse presunzione, forse incoscienza. Peccato che circa un italiano su due abbia trovato lavoro, negli ultimi anni, soltanto tramite le proprie conoscenze: ritrovandosi quando segnalato, quando raccomandato, quando cooptato. E le famose agenzie interinali? E i rinnovati centri di collocamento? Siamo dalle parti del cinque percento dei nuovi impieghi: e questo a dispetto del generoso sostegno statale che non dubito abbia alimentato l’apertura di tanti, stupendi uffici colorati per le nostre strade. La mia generazione conosce le statistiche, sa giocarci, sa interpretarle; forse proprio perché s’è accorta di chi le statistiche le inventava, o le rovesciava a piacimento. Quando eravamo adolescenti, vagiva il forzismo e Gianni Pilo pubblicava strani sondaggi. Ci siamo fatti gli anticorpi. La mia generazione ha l’onestà e il coraggio di accettare la cultura popolare ereditata e al contempo nutre la speranza di poterla correggere, progressivamente. Noi siamo coscienti che i titoli di studio e le nostre capacità intellettuali non sempre bastano; siamo consapevoli che il sacrificio è la parola d’ordine della quotidianità, che la pazienza è la prima virtù che questo tempo ci domanda, e che la sensibilità e l’apertura mentale sono fondamentali. Noi abbiamo imparato a essere sociali, a tutti i costi. L’Italia è una nazione fondata sulla socialità, sulle amicizie, sulle appartenenze; sulle rivalità, e sugli antagonismi. Per essere integrati nel tessuto lavorativo dobbiamo essere riconosciuti e integrati nel tessuto sociale: per questo dobbiamo sforzarci di studiare il nostro territorio e dobbiamo essere felici di appartenervi. Per essere accettati e apprezzati non dobbiamo soltanto essere preparati, onesti e determinati: dobbiamo essere socievoli. Io pensavo, stupidamente, che certe dinamiche valessero soltanto nel mio ambiente, l’editoria. Un giorno, un vecchio maestro mi aveva detto, ghignando: “L’editoria si fa a tavola, cena per cena. Non hai capito?”. Lì per lì c’ero rimasto male. Mi sono accorto che aveva ragione, crescendo, e non soltanto per il nostro ambiente. Il vecchio maestro mi stava insegnando quale fosse la cultura della mia nazione. A ben pensarci, adesso è anche una questione di buonsenso: considerato il costo dei contratti, quanta fiducia deve avere un’azienda in un cittadino per ingaggiarlo? E chi può guadagnarla istantaneamente? Soltanto chi è stato segnalato o raccomandato: per merito, senza dubbio; ma anche per tempismo, disponibilità, affidabilità. Così vanno le cose, cantava qualcuno, così devono andare. Un giorno, sorridendo, costruiremo una nazione fondata sulla meritocrazia. Per adesso, ci addestriamo a riconoscere i nostri santi, e a salutarli col rispetto che si deve ai mecenati. Per 1000 euro al mese, a occhio e croce. Lorde.

Gianfranco Franchi

Fonti:

Rapporto “Generare classe dirigente” della Luiss, 2008

Rapporto ISFOL, 2007

Repubblica, 11 marzo 2009