Il ragazzo e il cane
gennaio 10, 2014 Lascia un commento
Il cane era grigio e magro, alto, un alano di taglia grande, quasi un cavallo; le palle gli scendevano fra le zampe posteriori, erano un sacchetto enorme. Il cane era un cane. Anche il ragazzo era magro e alto, con i capelli castani e radi, senza taglio, quasi buttati sulla testa.
Il cane grande era sempre solo, aveva anche vissuto in branco ma non era riuscito a diventare il capo e allora lo aveva disertato. Anche il ragazzo era sempre solo, era stato stanco dei capi, dei nascondini e degli acchiapparelli, delle finzioni e dei giochi.
Tutte le mattine il ragazzo percorreva un unico tratto di strada: il tratto dal suo portone al bidone dell’immondizia; due volte una per andare e una per tornare. Camminava velocemente con la testa parallela all’asfalto.
Una mattina però il cane lo vide da lontano e annusò la sua paura. Gli corse incontro e abbaiò. Il ragazzo raggelò, la pelle del volto bianco-giallastra. Rimase immobile. Il cane si fece sotto, digrignò i denti, il ragazzo immobile, guardava il cane, poi fissava il vuoto, poi di nuovo il cane, con movimenti oculari quasi impercettibili, immobile. Il cane cacciò la sua lingua molle e pesante e gli leccò la mano. Il ragazzo ebbe un conato di vomito ma lo lasciò fare. Il cane gli leccò anche l’altra mano e poi prese l’intera mano nella bocca, il ragazzo sentiva l’umido e il fiato caldo del cane sul polso, rimase Leggi il resto dell’articolo
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