Poesia precaria (selezionata da L. Piccolino) – 17

Ricevo con immensa gioia quattro poesie della giovanissima Francesca Galderisi.
Sono doni molto molto graditi questi che i poeti fanno alla nostra rubrica del lunedì.
I testi stanno giungendo copiosi negli ultimi tempi, credo (anzi spero) che tutto ciò sia dovuto al nostro modo di lavorare.
Perciò, cari poeti e poetesse, continuate a spedirci i vostri scritti. Siamo qui appunto per riceverli.
La poesia di Francesca Galderisi sembra avvezza all’uso di immagini fotografiche.
Immagini che paiono scattate dall’alto, nel corso di un volo irregolare che tocca vari lidi dai diversi colori.
E dall’alto osserviamo dunque un tempo implacabile capace di incastrarci nelle proprie ragnatele. Una comunicazione difficile e dei rapporti umani che inevitabilmente si sfibrano nelle maglie di una società che di riconciliante ha ben poco.

Buona lettura

Luca Piccolino

Voi siete lì
a tapparvi le bocche,
ingozzarvi gli stomaci,
sbrinarvi le anime
che schegge di ghiaccio
sferzano tutt’intorno.
Vi vedo strapparvi fughe di gloria,
collezionare parole madide
di odio antico.
Che incontro è questo?
Quale disgusto può digerire meglio
questo cibo avariato?
Dove guardare?
Chi rincuorare?
Disfate questo empio teatro
poiché questi attori non recitano!
I commensali, segnati alla fronte,
siedono a un tavolo storpio
dov’è servito un cibo ancor più morto
e dove gli attori fuori scena recitano:
Riconciliazione”,
il loro unico atto.

Francesca Galderisi

One Response to Poesia precaria (selezionata da L. Piccolino) – 17

  1. parole madide
    di odio antico.

    grazie per questa scoperta…

    pensiero di ieri:

    Avvolte trovo sulla bocca delle persone parole infeltrite. Non si usa più l’ammorbidente come una volta.

    Datura

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