La lettera

di Alex Pietrogiacomi

Avrebbe dovuto scegliere di fermarsi lì. Davanti a quella cassetta, chiudere gli occhi e regalarsi l’attimo in cui il PER TUTTE LE ALTRE DESTINAZIONI avrebbe ingoiato distratto la sua busta.
Invece continuò a camminare, superando lo scatolotto rosso, dicendosi che aveva tutto il tempo per poter fare la sua spedizione, che in fin dei conti era una bella mattinata e un buon caffè da qualche parte l’avrebbe resa ancora migliore. Però il senso di responsabilità era lì a farsi sentire. Cercava di tirare la giacca nera verso la sua vera destinazione, perché Ci si era alzati presto proprio per fare questa cosa, altrimenti si poteva anche restare a letto.
Ma Roma era pericolosa in quella mattinata maliziosa, anche il suo tran tran riusciva ad avere qualcosa di vagamente seduttivo: perché Leggi il resto dell’articolo

Biglietto, prego

Tre racconti di Gianluca Liguori, Simone Ghelli e Luca Piccolino all’interno dell’antologia Biglietto, prego, a cura di Alex Pietrogiacomi, con introduzione di Filippo Tuena, postfazione di John Vignola e fotografie di Gianluca Giannone, dal 5 luglio in tutte le librerie per i tipi di Zero91.

21 scrittori italiani, sempre in bilico su una strada incapace di essere definita per colpa di un quotidiano pieno di trappole e sorprese, raccontano la vita dei pendolari, dei precari, dei viaggiatori forzati, attraverso i propri occhi e quelli di un fotografo, creando percorsi alternativi, tracciati da chi non vuole nascondersi tra i binari imposti dall’esigenza né tantomeno arrendersi a una società menefreghista.
Racconti brevi, capaci di essere compagni di percorso per una o più fermate oppure per tutto il tragitto desiderato, che hanno per protagonisti i pensieri, i sogni e i volti di chi abitualmente timbra il suo biglietto per la propria esistenza non rassegnandosi all’idea di essere uno sconosciuto da incontrare puntualmente a una fermata.
Un viaggio solitario o in gruppo, che comincia voltando pagina, da uno scorcio di irrealtà che ogni giorno chiamiamo vita.
Tra gli autori, oltre ai tre “Scrittori precari”, tante firme che hanno animato il nostro blog in tutti questi anni: Gianluca Liguori, Simone Ghelli, Luca Piccolino, Alex Pietrogiacomi, Fabrizio Gabrielli, Massimiliano e Pier Paolo Di Mino, Roberto Mandracchia, Iacopo Barison, Alessandro Hellmann, Gianfranco Franchi, Raffaella R. Ferré, Matteo Trevisani, Alessandro Raveggi, Lorenza Fruci, Matteo Bortolotti e Micol Beltramini, Francesca Bellino, Marilena Renda, Adriano Angelini, Alfredo Ronci e Ernest LeBeau.

Qui di seguito il booktrailer: Leggi il resto dell’articolo

Perché Totem

di Alex Pietrogiacomi

Il mondo editoriale sta cambiando sotto ogni aspetto. Abbiamo ogni giorno sotto gli occhi le varie manovre che modificano, rinnovano, abbattono, sacrificano la scrittura, il libro (che sempre più è Oggetto e non Soggetto) e soprattutto l’autore, esordiente e non che sia.
In questo momento di grande confusione dove a farla da padrone è sempre di più il mercato e la vendita spesso ci si ritrova spaesati e completamente abbandonati a sé stessi anche dalle case editrici che puntano sullo scrittore e il suo lavoro. E al di là delle questioni autoriali, gli stessi addetti ai lavori (leggasi traduttori, grafici, uffici stampa, redattori etc) sono sempre più sottomessi a uno stato di marginalità precaria imbarazzante.
A rincuorarci e a venire incontro alle esigenze tutte le teste pensanti, che credono nella qualità del libro e ne sono concretamente artefici, arriva TOTEM, una nuovissima e dinamica agenzia che permette di respirare aria fresca e finalmente pulita.
Abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Anna Voltaggio per addentrarci ancora di più in questo progetto che a nostro parere ha davvero colpito nel segno, per attitudine, mission e professionalità.

A.P.: Perché totem?

A.V.: Il totem, dal punto di vista storico e antropologico, è un emblema. Per alcune popolazioni antiche rappresentava l’animale guida, ed era il punto di riferimento dell’intera comunità. Metafora perfetta per rappresentarci: in noi, una comunità di autori, editori, addetti ai lavori e lettori, può trovare un punto di riferimento fondamentale. Stando alla contemporaneità, invece, il totem ha assunto diversi significati: a volte è un oggetto che fornisce informazioni, altre può indicare il giusto ingresso, segnalare il percorso corretto, evidenziare zone di interesse e poi, naturalmente, pubblicizzare qualcosa: in libreria, per esempio, presenta ai lettori un testo considerato importante. Tutte queste caratteristiche, in parte simbolicamente e in parte concretamente, si incarnano alla perfezione nella nostra agenzia. Ecco perché Totem. Leggi il resto dell’articolo

Trattato della vita elegante

Torna in libreria in questi giorni, in una versione diversa dalle precedenti, il Trattato della vita elegante di Honoré de Balzac, edito da Piano B.

In anteprima riportiamo la prefazione di Alex Pietrogiacomi.

***

La via della semplicità

Per quale motivo portare nuovamente alle stampe un testo di Balzac all’apparenza anacronistico e classista?

Perché di questo libro si parla di continuo, perché ha spunti di riflessione attualissimi per la nostra società, nel suo puro anelito di bellezza e eleganza, perché può essere letto in diversi modi, perché è un libro “segreto” di cui si tramandano i precetti e di cui si vogliono conoscere le parole, una specie di Hagakure dello stile interpretato, recitato e ambito da snob, dandy, gentleman, intellettuali. Perché in suo nome si sono formate associazioni maschili, in Italia e nel mondo, che ne fanno studi, seminari, giornate e momenti di confronto.

Perché è atteso da anni, In Italia sono uscite tre pubblicazioni prima di questa: un’edizione del 1917 dell’Istituto Editoriale Italiano, una del quella del 1982 per l’Editore Longanesi con le illustrazioni di Gavarni e la più recente delle Edizioni ETS a cura di Tiziana Goruppi del 1998, edizioni difficili da reperire o impossibili in alcuni casi da consultare. Leggi il resto dell’articolo

Atmosphere libri: intervista a Mauro Di Leo

Atmosphere libri è una realtà nata da poco, un’interessante casa editrice creata da Mauro Di Leo. Nel suo catalogo spiccano romanzi di grande spessore e impatto emozionale e letterario come Il Bibliotercario di Michail Elizarov, La Sete di Andrej Gelasimov, Felicità Possibile di Oleg Zajončkovskij. Autori scelti con cura, con passione, che vogliono essere il tramite cosmopolita per l’Italia e i suoi lettori.

La voglia di mettere in contatti diverse culture e anime è alla base di questo progetto di cui abbiamo parlato proprio con Mauro.

Ci racconti della sua esperienza. Come è arrivato ad aprire una casa editrice?

Tutto inizia dalla lettura. Leggere è sempre stata per me un’attività quotidiana, necessaria quasi come il mangiare e il bere. La buona lettura ha ispirato le mie scelte, aumentando il desiderio di scoprire nuovi autori, in particolare all’estero, che potessero trasmettermi e trasmettere agli altri il concetto di “viaggio”.
Atmosphere libri è nata per invitare il lettore a un viaggio intorno al mondo. Viaggiare per conoscere le storie più varie, per sapere qualcosa di più degli uomini che vivono o hanno vissuto esperienze diverse, e cogliere di un carattere i silenzi e le gioie, i tormenti e la felicità. Leggi il resto dell’articolo

CRISTALLI

Il cristallo è la mia casa da almeno un anno.

Il cristallo mi permette di stare al sicuro, di poter vedere la realtà nella sua interezza, nel suo vero significato.

Questa vita carica di nulla scompare totalmente nel cristallo.

Me ne avevano parlato molte volte. Mi avevano detto che non ci sarebbe stato più nessun significato ma solo significanti. Nessuna domanda, solo risposte. Pulite, solitarie nella loro chiarezza.

All’inizio ho creduto che fosse soltanto una delle solite cialtronate: quelle offerte che non si possono rifiutare, che non puoi non prendere in considerazione. Dopo le prime reticenze c’è stato il primo avvicinamento.

Non si può entrare nel cristallo di colpo. Il cristallo ti fa suo, ti prende e non lascia più la tua carne, perché il legame è fino alla morte. Leggi il resto dell’articolo

L’ultimo testamento della Sacra Bibbia

L’ultimo testamento della Sacra Bibbia (Guanda, 2011)

di James Frey

È tornato James Frey.

Il controverso autore di Un milione di piccoli pezzi – che lasciò scandalizzati gli americani all’ Oprah Show, confermando le voci che volevano la sua biografia sui suoi primi vent’anni di droghe e disintossicazione come un libro molto “rimaneggiato”, diciamo “truccato” da qualche esagerazione qui e là – dopo aver colpito duro con Buongiorno Los Angeles (affresco corale della città degli angeli) torna con un nuovo best seller: L’ultimo testamento della Sacra Bibbia.

Un libro nato nella testa dell’autore nel 1994, che si concretizzò soltanto nel 2009.

Come nel precedente, sono molte le voci che in questo romanzo raccontano il loro punto di vista, la loro storia. Sono voci che ricordano gli evangelisti, ognuna con il proprio tono, la propria esperienza.

Ruth, Jeremiah, Adam, Mariaangeles, Alexis, Charles, di fatto sono la storia di Ben. Scrivono le righe dell’Ultimo Testamento del Messia, del Cristo Ritornato, che hanno incontrato e che ha cambiato loro la vita.

Un nuovo redentore affatto banale nella sua assoluta concretezza umana, nella sua nuova veste terrena, che ricalca l’uomo come è e come sarebbe vissuto da un’entità divina che si ritrovasse sulla nostra palla di fango. Leggi il resto dell’articolo

Intervista multipla agli “scrittori precari” /5

Con questa quinta parte, termina l’intervista multipla a noi medesimi. Ne approfittiamo per ricordarvi che questa sera ci trovate alle 19.30 da Laszlo Biro in via Macerata, 77 (Pigneto – Roma) per una lettura “fuori dalle righe”. Con noi, Antonio Romano e il nostro intervistatore Carlo Sperduti. 

Tentativo parzialmente scorretto di seminare discordia (parte quinta – qui la quarta)

di Carlo Sperduti

Carlo Sperduti: Approva o disapprova i giudizi sottostanti su ognuno di voi e argomenta in breve la tua posizione (i giudizi sono miei e basati su letture volutamente disattente di alcuni vostri testi o su ascolti a mezz’orecchio di reading a cui ho assistito):

Sfogliando “Dio è distratto”, il primo romanzo di Gianluca Liguori, si ha l’impressione che l’autore voglia imitare a tutti i costi Kerouac, con l’unico svantaggio di non essere Kerouac.

Andrea Coffami: Disapprovo. Lui si sentiva già Gianluca Liguori.

Simone Ghelli: È vero, e aggiungerei che ha rischiato di rimetterci pure il fegato.

Gianluca Liguori: La verità è che a ventidue anni Kerouac mica scriveva come Liguori… e poi Kerouac giocava a football, mentre io facevo basket. Certo, entrambi abbiamo smesso in seguito ad un infortunio per poi immolare la nostra disperata esistenza alla Letteratura e tante altre bizzarre analogie biografiche, tra cui l’incontro devastante con Dean Moriarty e ciò che ne è conseguito. Comunque, su Dio è distratto c’è da dire che l’ho scritto che ero giovanissimo. Senza considerare che è stato pubblicato così come l’avevo scritto, senza lavorare con un editor che mi avrebbe magari messo nelle condizioni di tirare fuori il potenziale che quel libro aveva. Oggi non lo pubblicherei, ma se mi arrivasse quel manoscritto, di un aspirante scrittore ventiduenne, gli direi che ha talento e il suo romanzo potenzialità, ma casserei parecchie parti e molte gliele farei riscrivere. Me lo terrei d’occhio, comunque.

Luca Piccolino: Beh, quello è un romanzo giovanile del Liguori, non so se il suo punto di riferimento fosse Kerouac. Comunque a me Kerouac non è mai piaciuto. Mi prendo Liguori che almeno è amico mio.

Alex Pietrogiacomi: Disapprovo. Toccare Liguori è come andare incontro a una maledizione faraonica. Leggi il resto dell’articolo