Via libris

sppas

Vi salutiamo per qualche giorno, dandovi appuntamento con le nuove pubblicazioni a partire, per evitare fraintendimenti, da martedì 2 aprile e lo facciamo con i libri da mettere nell’uovo suggeriti dalla sgangherata redazione di SP.
Buona Via Crucis, buona Pasqua ma soprattutto buone letture.

Scrittori precari

Scelgo tra i libri letti in quest’ultimo anno, e non posso che partire da Le monetine del Raphaël (Gaffi, 2012) di Franz Krauspenhaar. Krauspenhaar scrive con la tensione e la vitalità di un pugile che non ha tempo di ammiccare al pubblico, o ai giudici, perché se lo facesse l’avversario se lo papperebbe alla prima ripresa. In un panorama nostrano dove, purtroppo, il narcisismo abbonda – volontario o involontario – lo stile di Krauspenhaar è istruttivo a prescindere. Leggi il resto dell’articolo

I capolavori ritrovati della poesia – Seppo Pullulaa

Un’operazione di salvataggio a cura di Ennio Canallegri e William Kessel Pacinotti

I DENTINI di Seppo Pullulaa (1957)

Rodono l’essere, la carne
fino al bianco dell’osso
senza fermarsi eppure immobili
Mi inseguono su un’altalena
che naviga
vuota di vago e d’implicito
E cercano incessanti l’erba
che mi cresce sul petto
e sotto la pelle che si sfalda
i conigli d’alabastro.

SEPPO PULLULAA (Merimasku 1927- Suomussalmi 1973)

La prima (e ultima) edizione del “Concorso per pupazzi di neve poeti”, organizzato nel ’73 dalla Fondazione reduci di Suomussalmi sul luogo della battaglia combattuta trentatré anni prima contro i russi, lo ha tolto alla patria, che ancora ignara di aver perso Leggi il resto dell’articolo

La giostra dei draghi d’amianto

San Giorgio e il DragoQuesta settimana niente Surreality Show: Andrea Frau ha avuto un incidente con un acceleratore di particelle comprato su e-bay e una dimensione parallela. Al suo posto però abbiamo questo racconto, preso dal cassetto “testi di Andrea Frau da pubblicare quando avrà un incidente con acceleratore di particelle comprato su e-bay e una dimensione parallela”. L’autore l’ha scritto dopo la lettura di un articolo comparso sull’Unione Sarda: Ai rom case con piscina e idromassaggio – Per un anno affitto pagato dal Comune.

Un drago di cartapesta entra in un campo rom sputando bottiglie molotov. I rom si svegliano per la puzza di bruciato; abbandonano baracche e roulotte in tutta fretta.
Il mostro è fasciato da pratiche burocratiche, petizioni per lo sgombero e articoli di giornalisti. San Giorgio non può difenderli, non è mica il 6 Maggio. L’imponente drago si muove agilmente nonostante la mole. L’ammasso di scartoffie è la sua forza. Un avvocato di nome Giorgio cerca di evitare lo sgombero ma il drago lo incenerisce.  Leggi il resto dell’articolo

L’olandese – #TUS2

Erasmo da RotterdamPer lo spazio dedicato ai testi del reading Torino Una Sega 2 oggi presentiamo un racconto di Andrea Berneschi, letto al Caffè Notte da Francesco Faralli. Il racconto s’intitola L’olandese.

I regali che ricevo ai miei compleanni vanno incontro a un destino molto variabile. I cd in genere sono quelli che durano di più, protetti dalle custodie di plastica, allineati nei loro scaffali: può darsi che a distanza di molto tempo li metta sullo stereo, e ascoltandoli mi rammenti dei tempi passati. Graditi sono anche libri e film. Anche se, non è mai facile indovinare i gusti di qualcuno in queste cose, e specialmente i miei: un regalo dovrebbe essere quello che uno vorrebbe fortemente ma che non si concederà mai. Opere complete, fumetti in formato grande e rilegato… difficile beccare proprio quella cosa precisa là. Neanche io ci indovino troppo, coi regali: a volte mi faccio l’idea che a uno piaccia qualcosa, gliela compro, e poi lo vedo nascostamente deluso. La pianta carnivora mi sopravvisse un annetto, per poi eclissarsi lentamente e svanire a causa di non so quale malattia; la tartaruga d’acqua durò un po’ di più. Ma in genere le cose vive le curo. All’ultimo compleanno un mio amico mi ha regalato invece qualcosa che non mi aspettavo proprio: un olandese.

Uscito dalla scatola, mi rimase subito simpatico. Era vispo, intelligente, si vedeva che me lo aveva fatto qualcuno che mi conosceva bene: come regalo mi caratterizzava, mi rendevo conto che forse qualche lato “olandese” nel carattere ce l’avevo sempre avuto. Elegante e sobrio, col cappello nero, il vestito nero, il grande colletto bianco, baffi e pizzetto, partecipò alla cena, divertendosi a raccontare anche delle facezie, così per rompere il ghiaccio. Ma senza voler dare troppo nell’occhio, senza voler per forza mettersi al centro dell’attenzione. Ai miei occhi acquistava punti. Leggi il resto dell’articolo

Quattro Visioni

di Francesco Quaranta

A metà del mio percorso mortale, come malattia, l’intolleranza per il mondo crebbe in me. La febbre inquieta calò una coltre di turbolento, formicolante fradiciume e mi gettò nel ventre del delirio. Quando questo si squarciò, partorì le visioni.

Nella prima ero solo sulla sconfinata Terra sovraffollata di uomini che brancolavano, ottenebrati e prudenti, in una tremenda nebbia lattea. Loro unica luce e direzione erano gli Idoli: costruzioni di organicità eterea commista a solidità cristallina, articolati palazzi di cerimoniali e imperativi. Protrudevano da loro cordoni fibrosi e guizzanti, s’affondavano nella nuca di ogni uomo a concedere loro un conforto sintetico. Così questi erravano, calpestandosi l’un l’altro nel timore di smarrire il Bene ed i beni. Ma proprio come tutti gli edifici, gli Idoli avevano delle pareti, dei limiti.
Senza indugio scelsi di spezzare questa gabbia: afferrai un paio di tentacoli che penetravano le spine di uomini maturi, strattonai e li liberai. Urlarono, sperduti, spaventati e senza guida, trasmutarono in infanti dalle proporzioni gigantesche che strillavano la loro disperazione raggomitolati a terra, sbavanti.
La visione non era tale, compresi, sussisteva la necessità di agire. Posi perciò le tremanti mani dei due lattanti l’una nell’altra. Il pianto cessò ed essi riacquistarono l’aspetto adulto, illuminati dalla certezza nata con quella stretta. A cascata, i due uomini liberi strapparono i vincoli di ogni Idolo dai loro simili per sostituirli con un legame paritario, mano per mano. La nebbia si diradò rapida e la vista fu invasa ovunque da una sublime luce e dalla natura rigogliosa; gli Idoli crollarono con nulla più che gran rumore per lasciare soltanto affascinanti leggende.
Gli umani, monolitica catena, si strinsero ancora, maggiormente consci e fiduciosi della loro unione. l’Umanità, messe radici nel terreno vivo e fertile. Crebbe fino alle nuvole come titanica simbiosi.

La seconda mi trovò solitario di fronte all’immenso Albero dell’Umanità interconnessa, immensa, maestosa e sicura. Ognuno aveva un Leggi il resto dell’articolo

Giornaletto, l’inventore tutto matto – #fiabebrevichefinisconomalissimo

di Francesco Muzzopappa

Questa è la storia misteriosa di Giornaletto, il matematico ingegnere inventore che scomparve nel nulla nel bel mezzo della notte.
Tutti noi abbiamo in casa almeno un’invenzione di Giornaletto: il frullapesce, il piccolo evitatore di onde sonore, un calcolo renale, il sovracoscia, il mandatore a quel paese, il toglicavallo, il grattacapo e molti molti altri.
Una sera, dopo aver inventato con somma gioia il portafilo, Giornaletto decise di fare una passeggiata ristoratrice nel bosco che  Leggi il resto dell’articolo

Una luce (minuscola) nel buio

Alcune considerazioni su La lucina di Antonio Moresco.

di Vanni Santoni

Esce un nuovo libro di Moresco; non me lo aspettavo, perché sapevo che era al lavoro su Gli increati, il romanzo che andrà a completare il trittico iniziato con Gli esordi e proseguito con I canti del caos, e infatti scopro la cosa da un’intervista di Brunella Schisa sul Venerdì. Nell’intervista, lo scrittore torna sull’annosa questione dell’ostracismo nei suoi confronti. Mi chiedo se abbia senso tornarci sopra anche in questa occasione, se Moresco non esageri. Poi vado in libreria. Guardo tra le pile delle nuove uscite, niente; guardo in zona Mondadori, niente.
“Salve, cercavo il nuovo libro di Moresco”.
La libraia digita “Marasco” nel form di ricerca interna.
Moresco”.
“Ah… Sì, risulta. Ha guardato in scaffale?”-
Mi porta in un angolino della libreria, sotto le scale, al buio, e alla “M” ecco tre copie di La lucina.
“Ma scusi, è uscito adesso, è un autore importante, è pure edito da Mondadori, me lo mettete lì?”.
Lei mi guarda come se fossi scemo; io capisco che Moresco non esagera, che fa bene a tornare sopra alla questione. In ogni caso, eccomi con un nuovo libro di Moresco tra le mani. Sono tra coloro che Leggi il resto dell’articolo

I capolavori ritrovati della poesia – Augusto Salvez Contiguo

Un’operazione di salvataggio a cura di Ennio Canallegri e William Kessel Pacinotti

DOMANI CIAO di Augusto Salvez Contiguo

manda al macero la scrittura incongrua della mia pelle
le anse, i varchi e le scissure
il corpo calloso, la vecchia pornografia e nuovi confini.
Di tutte le consonanti e le vocali conservane una
la più non curante,
delle desinenze l’astinente e immota semplicità.
Nessuna linfa alle reni e colostro ai capezzoli,
si fermino i linfociti perché è di malattia che voglio morire
mentre l’acido sottile fa il suo mestiere
ché il nostro di amanti già dimentico
si riposa.

Augusto Salvez Contiguo
(San Cristóbal 11/11/1891 – Ciudad Trujillo 22/11/1957)

Uno dei massimi esponenti della corrente poetica denominata “Sconosciutismo” subì le conseguenze della sua radicale scelta artistica Leggi il resto dell’articolo