L’altro Zenone
settembre 20, 2010 2 commenti
Le informazioni omesse dal Parmenide platonico e dalla Fisica aristotelica sul conto di Zenone di Elea sono, con tutta probabilità, da attribuirsi alla volontà dei due filosofi di scongiurare il minimo discredito ai danni di quello che fu considerato, dallo stesso Aristotele, lo scopritore della dialettica. Una simile supposizione è forse applicabile anche alle Vite dei filosofi di Diogene Laerzio, il quale si preoccupa principalmente di mettere in risalto le doti politiche dell’ideatore dei celeberrimi paradossi.
Mi risulta, alla luce di recenti avvenimenti, che vi sia, accanto a quella ufficiale, una versione altra della vita e del pensiero del filosofo.
Difatti, ulteriori elementi sul metodo di diffusione delle sue teorie e molteplici aneddoti riguardanti la sua vita privata – sui quali è più comprensibile il silenzio delle fonti sinora note – provengono da documenti tenuti accuratamente nascosti per mezzo di un “complotto” su larga scala, di ampissimo respiro nello spazio e nel tempo. Tali informazioni sono anonime, ma la coerenza dello stile e degli argomenti trattati le fanno supporre annotate da un unico individuo, intimo amico dell’illustre greco.
L’insieme dei frammenti conservati costituisce un libro piuttosto bizzarro, venerato alla stregua di un testo sacro dagli aderenti alla setta dei “Lapidatori della Tartaruga” e tramandato di generazione in generazione attraverso i secoli. La conoscenza degli esoterici contenuti del volume è stata finora riservata agli iniziati, ma ho la fortuna di essere in ottimi rapporti d’amicizia con l’unico traditore mai esistito all’interno della setta, il quale intende diffondere – rimanendo anonimo, si capisce, come me – quelli che a suo parere e a parere dei suoi colleghi sono stati i tratti essenziali della personalità di Zenone.
di difficile comprensione, almeno a quest’ora ma mi fido…:)
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