Supposte

C’è la fila

di fronte alla mia porta.

Sono tutti lì

che mi consolano,

spronando l’idea

che vuole

assegnato all’impegno

qualsiasi risultato.

Ma io

lo so

che i miei ardori

la volontà,

le mie passioni,

valgono

quei pochi centesimi di rame

che quelli in coda

han generosamente

dato in elemosina.

Non avevo la mano tesa.

Tanto meno un volto supplicante.

Poco male.

Hanno gettato spiccioli

ai miei piedi,

tra la merda

e le cicche spente

aspettandosi gratitudine

e rispetto.

Io l’ho detto

mille volte e ancora

d’esser poco avvezzo

a frasi di circostanza

e a reverenze di forma.

Così hanno aperto una valigia

piena di occhiali

e si sono divertiti

a poggiarmeli uno a uno sul naso

enunciando, pignoli,

le qualità di ogni lente

o il pregio della montatura.

Non credevo d’apparire

indolente e arrogante

quando ho rifiutato quel dono

considerando sano

il mio occhio.

Allora hanno cercato rimedio

alla sindrome

che mi impediva

di riconoscere la malattia,

offrendo medicine

inutili come un voto alle elezioni.

Non pastiglie ma supposte

grandi come pugni.

C’è la fila

di fronte alla mia porta.

Sono tutti lì

che mi consolano,

spronando l’idea

che vuole

assegnato all’impegno

qualsiasi risultato.

Ma io

lo so

che i miei ardori

la volontà,

le mie passioni,

valgono

quei pochi centesimi di rame

che quelli in coda

han generosamente

dato in elemosina.

Non avevo la mano tesa.

Tanto meno un volto supplicante.

Poco male.

Hanno gettato spiccioli

ai miei piedi,

tra la merda

e le cicche spente

aspettandosi gratitudine

e rispetto.

Io l’ho detto

mille volte e ancora

d’esser poco avvezzo

a frasi di circostanza

e a reverenze di forma.

Così hanno aperto una valigia

piena di occhiali

e si sono divertiti

a poggiarmeli uno a uno sul naso

enunciando, pignoli,

le qualità di ogni lente

o il pregio della montatura.

Non credevo d’apparire

indolente e arrogante

quando ho rifiutato quel dono

considerando sano

il mio occhio.

Allora hanno cercato rimedio

alla sindrome

che mi impediva

di riconoscere la malattia,

offrendo medicine

inutili come un voto alle elezioni.

Non pastiglie ma supposte

grandi come pugni.

Luca Piccolino

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