Una stagione importante

di Gianluca Liguori

Un espacio que nadie pensaba que una guerrilla pudiera
acudir a él, es la superautopista informativa, el Internet
Subcomandante Marcos

Amatissimi lettori, signori della giuria, se cercate un colpevole l’avete trovato. Mi assumo tutte le responsabilità per la morte di Scrittori precari. Se chiude l’esperienza di questo blog non è soltanto, come ha scritto ieri Simone, per la questione dei soldi. Secondo il mio punto di vista il lavoro culturale si deve intendere come una Rivoluzione permanente, una Resistenza spasmodica e senza tregua. E non esiste a mio avviso lavoro culturale senza militanza. Semplificare la chiusura del blog per una questione di soldi sarebbe a mio avviso riduttivo e sminuente, perlomeno per quanto riguarda il lavoro prodotto e il tempo dedicato a SP in questi anni. Chi mi conosce e chi ci segue sa che abbiamo operato mossi esclusivamente da un amore infinito per la lettura e la scrittura. Poi è chiaro, se ci fossero i soldi il discorso sarebbe differente e il blog ripartirebbe domattina stesso: quando qualche settimana fa Simone Olla mi ha chiesto cosa si sarebbe potuto fare per salvare SP, gli ho risposto che l’unico modo sarebbe trovare diecimila euro l’anno. Per me. D’altronde è indiscutibile che l’attività del blog era imprescindibile dal mio lavoro e dalla costante attività di scouting in Rete e per strada. Forse è anche per questo che ho deciso di mollare. Perché non trovavo più corrispondenze, internamente al gruppo, al mio operato. Probabilmente per gli altri le motivazioni che ci avevano unito i primi tempi erano svanite da un pezzo, e così siamo andati avanti. Come quelle storie d’amore che, una volta finita la passione, si mantengono vive per affetto, senza lasciare a vedere all’esterno i problemi della coppia.
Quella di abbandonare SP è stata per me una decisione molto sofferta, probabilmente maturata già da un po’, ma che non riuscivo a prendere per due motivi essenziali: come abbiamo ribadito più volte, alla base di SP c’è una forte componente, consolidata nel tempo, di amicizia e rapporti umani; inoltre sentivo il dovere nei riguardi di voi lettori. Alla lunga però hanno prevalso altre priorità, che hanno determinato la mia uscita (comunicata con una dolorosa lettera la sera del 14 dicembre) e la conseguente sospensione delle attività. Ma di questo non me ne faccio un cruccio: vivo la conclusione di SP senza sentimenti di sconfitta, anzi, piuttosto credo di aver ritrovato un rinnovato entusiasmo che qui sentivo snaturarsi. Detto ciò, non ho mai pensato di smettere di fare del lavoro culturale una missione, tanto più che, forte del bagaglio accumulato qui, sono certo nel mio piccolo di poter fare meglio e di più per la diffusione della Letteratura. È ovviamente innegabile che è soprattutto grazie a SP che sono cresciuto, mi sono formato, ho imparato tante cose, ho conosciuto migliaia di persone in tutta Italia, ed è intorno a questa realtà che si sono creati incontri e collaborazioni, legami e amicizie, è nato persino qualche amore. Ci siamo divertiti ed emozionati, abbiamo lottato, abbiamo vinto qualche battaglia, ci siamo incazzati e abbiamo gioito. Abbiamo riso tanto ed è stato bello vivere questo tempo; ma era giunta l’ora di voltare pagina: ogni libro, lo sappiamo, ha un’ultima pagina. È importante quello che ci ha dato e quello che ci lascia, ma la sentenza spetta sempre al lettore.
Ho dato a SP tutto quello che avevo da dare, e in cambio ho ricevuto tanta vita che mi è entrata nella pelle, mi scorre nel sangue, mi si è impressa sul volto. In questi anni, in occasione di incontri o eventi letterari, presentazioni di libri, festival e fiere, mi è capitato spesso che qualcuno mi si avvicinasse e domandasse: “Tu sei… Scrittori precari?”. Ho sempre risposto di sì con immenso orgoglio. Ci siamo fatti voler bene e questo vale più di tutto. Nell’ultima settimana, in seguito alla notizia della imminente chiusura del blog, le manifestazioni di stima e affetto sono state tantissime, al di là delle aspettative, così come le richieste di spiegazioni, le lamentele e persino le proteste. Questo clamore, lo ammetto, mi aveva messo addosso un po’ d’ansia per la paura di deludere le attese di chi ci ha seguito e apprezzato. Ho sentito, più forte che mai, l’enorme senso di responsabilità verso la comunità dei lettori, e non posso negare che scrivere questo pezzo è stato molto più difficile del previsto. Poi mi son detto che la risposta che avevamo da dare era il lavoro di questi anni, e in quello che faremo negli anni che verranno. Alla fine, probabilmente, la preoccupazione maggiore è come fare i conti con questo pizzicore di nostalgia attanagliato tra stomaco e cuore.
La fine di questa storia però non vuol dire che siamo morti. Ci sarà sicuramente una festa, a Roma, probabilmente ad aprile. Vi daremo presto notizie più dettagliate attraverso la pagina Facebook e il profilo Twitter. Continueremo infatti, seppur con meno costanza, l’attività di divulgazione culturale aggiornandovi sui futuri lavori individuali nostri e di coloro che abbiamo ospitato su queste pagine elettroniche, nonché diffondendo, come sempre abbiamo fatto con lo spirito di condivisione che ci ha contraddistinto, i contenuti altrui che riterremo degni di attenzione.
Quanto a me, la mia militanza non è certo conclusa, e siccome sono incapace di stare con le mani in mano, sono già al lavoro su un nuovo progetto. Ritengo di essere giunto a una fase del mio percorso che mi piace considerare più matura (o perlomeno più consapevole) rispetto a quando è iniziato SP. Ho bisogno di più tempo, adesso che ho quasi imparato, per scrivere. E voglio dedicarmi alla nuova invenzione. Tutti voi, immagino, sarete curiosi di sapere di cosa si tratta. In realtà non avrei voluto ancora dire niente. Poi la notizia è uscita in un post di Vanni Santoni dal profilo di In Territorio Nemico, quindi Luca Moretti nell’intervista uscita ieri su TerraNullius voleva sapere di più. Se devo dare allora qualche piccola anticipazione, è giusto che le comunichi attraverso questo blog. Perché il nuovo progetto a cui mi dedicherò è inevitabilmente figlio del lavoro fatto in questo lustro per Scrittori precari. Tanto più che gran parte dei nuovi collaboratori li avete già conosciuti e apprezzati, molti di loro li abbiamo pubblicati, alcuni li riconoscerete immediatamente, gli altri imparerete ad amarli. Posso dirvi che ho chiamato alle armi una fantastica squadra di giovani affamati e di talento, tutti lettori forti, con un approccio serio alla scrittura e voglia di emergere. Persone che scrivono già bene e vogliose di migliorare. Per il momento abbiamo aperto un gruppo che sia di scambio e confronto per la crescita reciproca: è fabbrica, officina, laboratorio, è palestra, è piazza; un ring dove fare a cazzotti con e per la Letteratura. Perché la storia degli uomini ci insegna che dall’unione delle intelligenze sono nate sempre le cose migliori. Ed è questo che mi interessava fare: individuare intelligenze operanti nello stesso campo e metterle insieme. D’altronde è quello in cui riesco meglio: se ci avete letto fino a oggi è perché alla base c’era un lavoro di selezione e lavoro sui testi che avete saputo riconoscere. Se voi lettori mi seguirete, farò in modo che, a tempo debito, una nuova piattaforma culturale andrà a colmare il vuoto creatosi nella blogosfera letteraria nazionale con la dipartita di SP. Perché oggi stesso nasce un futuro ancora tutto da scrivere. Prima del ritorno al web, il primo lavoro sarà quello che reputo uno dei grandi atti mancati di SP: un libro. Un’antologia di racconti in cui vi presenterò i miei gioielli. E sono pronto a scommettere che tra gli autori selezionati, nel giro di una decina di anni, usciranno degli scrittori importanti. Lasciateci il tempo di lavorare e dateci la vostra fiducia e sarete ripagati. Però prima, vi prego, lasciatemi riposare. Appena un po’.
Ora però mi sembra che vi stia lasciando approfittare troppo del mio buon cuore. Vi ho svelato fin troppo. Per quanto riguarda SP, è giunto il tempo di chiudere bottega. Ai ringraziamenti ci ha pensato già ieri Ghelli, non posso che rinnovarli all’infinito. Vi abbiamo voluto bene e ci avete dato tanto. Grazie.
Concludo con un ultimo avvertimento per coloro che hanno saputo accorgersi che con Scrittori precari abbiamo fatto accadere qualcosa: non si è ancora cominciato. Ci sono le condizioni per fare ancora grandi cose. L’entusiasmo non manca e sono felice di mettere a disposizione del nuovo giovane gruppo l’esperienza maturata e le competenze e conoscenze.
Perché una nuova straordinaria avventura abbia inizio.

11 Responses to Una stagione importante

  1. jack Anvil says:

    Grazie ancora, Liguori! un abbraccio a tutti

  2. Ale says:

    See you soon subcomandante!

  3. effeffe says:

    indietro, nemmeno per prendere la rincorsa. (Ernesto “Che” Guevara)in bocca al lupo effeffe

  4. clobosfera says:

    Lo sapevo che era tutta colpa tua, maledetto Liguori! 😀

  5. luisacapelli says:

    Ciao cari, vi cercheremo, e vi troveremo altrove. Lunga vita agli scrittori precari 🙂

  6. Nerina says:

    L’ha ribloggato su Bergasse Stress … strascichi del milllenovecentoe ha commentato:
    Buona vita a chi ne ha per certo una piena e ricca di ogni bene che valga davvero–

  7. Hasta siempre Liguori mierda. ❤

  8. scrittoriprecari says:

    Ancora grazie a tutti! (GL)

  9. Carmen says:

    Grazie di cuore, Scrittori Precari. Buona fortuna per tutto 🙂

  10. Leggere Scrittori precari è stata un’abitudine quotidiana e ogni volta una sorpresa. A presto!

  11. gianni says:

    …arrivato fuori tempo massimo! ACH!

Lascia un commento