Vota Zombie! – #SurrealityShow
febbraio 26, 2013 3 commenti
di Andrea Frau
La terra sotto Piazza Venezia sta tremando. Si apre uno squarcio, si sbriciola il terreno e sbuca una mano rancida e violacea. Dal suolo esce un ammasso di carne putrefatta con brandelli di pelle penzolanti di quello che una volta doveva essere un giovine balilla. Del movimento tellurico si accorge solo un imprenditore ai domiciliari al quale scappa da ridere.
Contemporaneamente a Roma, in piazza San Giovanni, milioni di comunisti piangenti seguono un uomo in decomposizione che cammina tenendo un microfono: è Enrico Berlinguer.
“Enrico, dicci tu che fare!” gridano. Sono pronti a tutto. Al segretario cade un occhio ed esce un verme dal bulbo oculare.
Intanto dal cratere di Capaci colmo di agende rosse come lava spuntano tre zombie con delle coppole in testa. Ingroia ci si tuffa da un trampolino della procura di Palermo e nuota tra le agende mentre i non morti gli si attaccano come meduse, come gorgone, e lo divorano fameliche. Si intravede solo la testa dell’ex pm tra una selva di gambe e tentacoli mentre urla: “Sono un martire!” Sì, sarebbe una bella bandiera.
Nel Tribunale di Milano, Forlani con la bava alla bocca e Craxi con un ghigno malefico dilaniano le carni di una giornalista. Anche Di Pietro contribuisce all’abbuffata.
Craxi si alza e dice: “Che ci possiamo fare? Siamo zombie. Si alzi in piedi chi non lo è”.
Di Pietro smette di addentare un braccio e si alza in piedi: “Veramente io non sono ancora infetto, è solo che questa giornalista ha un buon sapore”.
Occhetto mentre strappa via la sua parte bofonchia: “Noi abbiamo le mani pulite”. Ma ha la bocca piena e non si capisce bene. Poggiolini ha messo sul mercato un farmaco anti contagio ma è solo un placebo e ne ride mentre nasconde lingotti di carne umana nell’imbottitura del divano. Andreotti non è ancora stato contagiato dal virus ma sta sbranando lo zombie di Mino Pecorelli.
Io sono in un supermarket adibito a seggio elettorale. Sto per votare.
La città dove mi trovo non è ancora stata colpita dal contagio. È pulita ed ordinata, chilometri zero, rifiuti zero, tolleranza zero. Pure il carcere si alimenta con il fotovoltaico. I detenuti morti suicidi si cremano direttamente lì. Il carcere è quotato in borsa, i detenuti che hanno più azioni hanno più possibilità di sopravvivere. Gli speculatori scommettono sul numero dei suicidi. Invece di fare ricorso alla corte dei diritti umani si mette su una class action dopo l’altra.
Un poliziotto irrompe nel seggio e urla: “Sono arrivati, siamo finiti!” sfodera la pistola e si spara in bocca sotto i nostri occhi. Un collega fa una foto con il telefono e la spedisce al Ministero dell’Interno. “Se no non ci credono”.
Il Ministero la posta sulla sua pagina Facebook perché se non fai una foto e non la condividi il fatto non è realmente successo.
“È ufficiale: possiamo farci prendere dal panico” dice il presidente di seggio.
Fuori vedo Monti che tiene Fini e Casini con un guinzaglio d’acciaio. I due politicanti sono senza bocca e braccia. Non possono fare del male. Monti se li porta dietro solo per mimetizzarsi. Nell’arena un comico sbraita, sbeffeggia ed umilia vecchi politici tenuti con le catene storpiandone il cognome. Il pubblico applaude e lo incita. La gente non vede che non corre pericolo, è solo uno show liberatorio e catartico come i due minuti d’odio di 1984.
In piazza c’è un comitato di zombie Emma for president che si ciba dei corpi di Prodi, Zagrebelski e Franco Marini. Emma Bonino sale sul colle di cadaveri. Napolitano afferra una matita, la umetta con la saliva, “così è più sicuro” dice, e firma il passaggio di testimone.
A Piazza San Pietro il cadavere di Wojityla non prende vita. Rimane morto al balcone, ma senza burattinai come alla fine del suo papato. Da sotto gli zombie di Eluana Englaro, Welby e Nuvoli lo guardano con invidia. Claudio Magris se ne sta morto in Svizzera, uno dei pochi posti scampati all’epidemia. Lo zombie di Monicelli arriva alle spalle del Papa, lo infilza con una siringa contenente il virus e si getta dal balcone per poi rialzarsi come se nulla fosse. Gesù cammina tra loro ma non sembra più una cosa tanto straordinaria. Solo i più fedeli lo sgranocchiano un po’, in un’eucarestia al sangue.
Mi trovo ancora al seggio elettorale. Siamo assediati. Fuori c’è uno spoiler dell’inferno. “Ma che diavolo è successo? C’era una strana antrace nella lettera del rimborso Imu? Si tratta di qualche forma di vudù? “ mi interrogo. Con gli speciali occhiali con montatura rossa di Maroni si possono notare le differenze razziali anche negli zombie. I morti extracomunitari assaltano la scuola, i nostri extracomunitari la difendono bloccando le porte con tavoli e sedie, fissando con dei chiodi i Gesù zombie alle porte per tenere lontani le bestie. Invece noi assediati, agiati e pigri, twittiamo insulti sarcastici agli zombie più simili a noi. Un tizio vicino a me comincia a parlare di riforme condivise, premierato forte, articolo 18, civismo, legge elettorale, modello nord est, abolizione province e poi dice “geolocal”.
“Oh no, ti hanno morso, sei stato contagiato!”
“Sparami” mi implora lui. Nessuno ha il coraggio. Sfila la pistola del poliziotto e si fa saltare le cervella.
In tv il governo dice di aver trovato il vaccino. “Auguratevi che vincano i mostri. La non-morte è una malattia che si cura solo con un vaccino: Voi!”
Dico quasi senza accorgermene: “In effetti il loro programma è quello più serio e pragmatico: promettono di sventrarci, sbudellarci e pasteggiare con le nostre membra. Mi sembra quello più realistico”.
Non mettiamo neanche ai voti, basta uno sguardo ed usciamo. “Si può sempre provare. Per la stabilità”.
“Per la stabilità” mi rispondono in coro. Le belve si fiondano verso di noi, ci strappano a morsi la pelle nervosamente, poi azzannano ordinatamente le nostre parti del corpo secondo un ordinato spoil system. Urlo ed invoco pietà violando il silenzio elettorale.
Il nuovo presidente eletto a reti unificate: “Quando i morti camminano, signori, bisogna smettere di uccidere. Altrimenti si perde la guerra”.
Elio vestito come Dylan Dog, con giacca nera e camicia rossa, attraversa le macerie, passa indisturbato tra i morti che camminano, suonando con il clarinetto parodie di tutti gli inni di partito. Un gruppo di zombie lo segue fino ad un centro Vodafone. Elio li chiude dentro e incendia il locale. Intanto in tv un Pirlo barcollante con occhi vacui e colorito verdognolo fa vincere alla Juventus la quinta stella.
veramente brutto sto pezzo. Riscrivilo ti prego, ce la puoi fare!
E’ interessante che mi dica “riscrivilo”. Quindi vedi del buono in me, mi daresti un’altra possibilità, sò contento. Al massimo posso fare un sequel. Che ne dici di un mix parodistico tra Todo Modo di Petri e Zombie 2 di Fulci?
Bello, un Paese di morti che camminano lo siamo ahimé oltre allegoria