Montecitorio Wrestling Federation

di Matteo Pascoletti

Niente, è un pezzo molto tecnico in cui parlo di politica e wrestling, cercando una sintesi che giustifichi il “Niente” a inizio periodo.
Che poi non va di moda mescolare politica e tecnica, perché m’insegnano essere una contraddizione in termini. Mi insegnano che se è tecnico non è politico, che oggi in Italia il governo tecnico è arrivato perché la politica in Italia ha fallito. Mi insegnano che il governo tecnico ha avuto il voto dei politici che hanno fallito, votati dai cittadini non votati da nessuno e quindi pure un po’ presuntuosi. Chi li manda questi cittadini elettori non eletti eh? Per colpa loro abbiamo un governo tecnico che proviene da nessuno e da una manica di falliti.

Ma una considerazione del genere suona qualunquista, suona rossi e neri so’ tutti uguali, suona eravamo un popolo de agricoltori avemo voluto fa gli industriali, e suona oh, tu che mi tiri il braccio e inveisci t’hanno mai detto che assomigli a Nanni Moretti da giovane?
Perciò è utile ricorrere al wrestling; il wrestling come concetto, quindi leggete senza stressarmi chiedendo: «Uh, perché non hai citato John Cena o CM Punk?»
Nel wrestling tu hai una cosa chiamata kayfabe. La kayfabe è la narrazione in cui è sospesa l’incredulità: per la kayfabe quando Hulk Hogan fa no no no no con la testa dopo aver preso una quintalata di cartoni vuol dire che non sente più dolore; vuol dire che prima lo sentiva, poi ha iniziato a gasarsi e ora non sente più il dolore. Per la kayfabe The Undertaker non è il tamarro texano Mark Calway, che va per i cinquanta e che c’ha tatuato al collo il nome della moglie che ha lasciato dopo vent’anni per una più giovane e più fregna (scusissima per la parola “più”); la kayfabe ti dice che le cose vanno meglio se tu ti convinci che Undertaker è un cazzo di immortale che viene dalla Valle della Morte e c’ha i poteri sovrannaturali, e quindi se sta parecchio assente non è perché nella realtà è tutto acciaccato e s’infortuna ogni due per tre: sta assente perché va nella Valle dei Morti e non bisogna cacarci il cazzo a The Undertaker; se c’ha tatuato Sarah sul collo tu non pensi come mai un immortale c’ha tatuato un nome di donna, tu pensi è un immortale si tatua quel cazzo che gli pare dove gli pare. La kayfabe ti dice che le botte che se danno sul ring so’ vere e fanno male, ti dice che i pugni fanno male pure se so’ a mano aperta, e che quando Hulk Hogan prende la rincorsa, salta e te appoggia sull’addome la gamba distesa in realtà sta facendo ‘na mossa potentissima e finale che se chiama per l’appunto finisher, e chi la piglia non su deve più rialzà e fa vince Hulk Hogan; la kayfabe te dice che la finisher de Hulk Hogan c’ha un nome che non è “colpo della gamba distesa sull’addome dopo una rincora e un salto”, ma “Leg Drop of Doom”, che suona molto più fico. La kayfabe ti dice che se un altro wrestler fa quella mossa, non è altrettanto potente come se la fa Hulk Hogan, ché è la finisher di Hulk Hogan, quindi fa un male cane solo quando la usa lui.

La kayfabe è quella cosa per cui c’hai i buoni, chiamati face, i beniamini del pubblico che pure se ogni tanto fanno una cosa scorretta alla fine li perdoni perché sono buoni, e poi c’hai i cattivi, gli heel, che bisogna farci buuu abbasso, perdente, sfigato… i cori contro, insomma. E gli heel quando vincono hanno barato, so’ disonesti, meritavano di perdere, daje che la prossima volta vince il face.
Una serie di incontri tra face e heel sono inseriti entro una narrazione fondata sulla kayfabe chiamata feud. Per esempio: The Undertaker ha scoperto che Hulk Hogan ha finto di essere morto nel ’97 perché c’aveva problemi col fisco e non poteva pagare le tasse e poi s’è creato dei certificati falsi per risultare cittadino del Minnesota invece che della California. Allora The Undertaker inizia a perseguitare Hulk Hogan in tutti i modi come fosse la sua nemesi, che The Undertaker viene dalla Valle dei Morti e coi morti nun se scherza e nun se finge. Segue serie di scontri e di siparietti recitati che può durare anche per mesi, se il pubblico gradisce.
Da notare che a seconda di quanto decideranno i booker, ossia gli sceneggiatori, Hulk Hogan potrebbe essere il face o l’heel. Per cui se nell’esempio di cui sopra Hulk Hogan è il face magari decide di rimediare alle gravi colpe del passato, fa siparietti strappa lacrime sulla famiglia che era in crisi, ché manco c’erano i soldi per comprare gli steroidi, dice so’ disposto ad andà a processo, rinuncio alla prescrizione; ma The Undertaker, che è l’heel, gli dice nun me frega gniente io vengo dalla Valle dei Morti mica so l’Agenzia delle Entrate, cazzo me frega dei processi mica so’ Travaglio, quindi mo’ ti rullo di cartoni senza pietà, beccate la Tomston Paildraiver, la mia finisher. Oppure Hulk Hogan è l’heel, e porta gli avvocati sul ring e dice questo m’ha minacciato, voglio l’ordinanza restrittiva, te nun c’hai le prove per dì che ho finto d’esse morto, quello è un mio omonimo, è n’altro che a l’anagrafe de nome fa “Mastodonte Hogan”, e la gente se incazza perché la gente paga le tasse, e quindi Hulk Hogan che fa il furbo sta antipatico, e vai coi cori buuuu, sfigato, abbasso, e tutti a esultare quando Er Mettisotto lo rulla di cartoni senza manco fare lo scontrino.
Data dunque la necessità di un feud, perché senza feud non c’è conflitto, senza conflitto il pubblico non si schiera emotivamente, e se il pubblico non si schiera emotivamente viene giù tutto il baraccone e le discoteche avranno le fila di aspiranti buttafuori dai muscoli pompati e dallo spiccato ipogonadismo, entro la cornice feud i ruoli sono decisi in base alla volontà dei booker, i quali sono mossi dal bisogno di coinvolgere il pubblico; la storia creata si basa sulla necessità di far schierare il pubblico, i valori trasmessi sono una variabile secondaria e trascurabile. Sono i booker il vero potere del wrestling, perché se a un booker il vero Hulk Hogan andasse sul culo, potrebbe dirgli: «Senti, un po’, stasera per la kayfabe devi perdere come un pirla» per tutti gli show a venire per un mese, facendolo diventare lo zimbello del pubblico, e dunque facendogli perdere peso e potere all’interno della federazione. E il pubblico non saprebbe mai che Hulk Kogan sta perdendo solo perché sta sul culo a uno sceneggiatore, ma per la kayfabe verrebbe a sapere, che so, che The Undertaker ha usato i suoi poteri per togliere la forza a Hulk Hogan, così impara a fare il furbo con il fisco. Certo, se Hulk Hogan fosse molto popolare, il booker non potrebbe in realtà farlo diventare un perdente da un giorno all’altro, perché coglierebbe il pubblico di sorpresa. Prima Hulk Hogan dovrebbe perdere consenso a poco a poco. Ma del resto, i booker restano sempre nell’ombra, fuori dalla kayfabe.
Dice, ma che minchia c’entra questo con la politica italiana? No, niente…

Beeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeenvenuti a questa spettacolare puntata di MWF Planet, l’unica trasmissione dedicata interamente alla Montecitorio Wrestling Federation! Ora che King Bunga ha abdicato, tutto fa pensare che il nuovo Campione, The Professor, regnerà a lungo. Nessuno infatti sembra in grado di opporsi alla sua stable, The Teknik. Ma la scorsa settimana il Nuovo Campione, nominato dal General Manager George Napo, ha commesso il suo primo grave scivolone, offendendo i giovani precari con la frase «che noia il posto fisso». Chi coglierà l’occasione per sfidare The Professor e la sua temibile finisher, la StarSpread To Heaven? Niki The Poet? o Piadinator? Oppure nella stable di King Bunga, la Pornocracy of Liberty, la nuova leva Alfan Angel tenterà la scalata al titolo in vista del pay per view Clash of Crisis? Restate sintonizzati!

7 Responses to Montecitorio Wrestling Federation

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  7. “Ve lo meritate Alberto Sordi!” 😀

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