Lettera d’amore per Diana

di Simone Lisi

Gli imbianchini son persone, come te e me, lo sapevi? Benni è albanese e prima guidava i camion. Ora fa l’imbianchino precario, per Claudio. Claudio fa l’imbianchino da mille anni e prima di lui altri Claudi come lui hanno imbiancato, alzandosi presto al mattino, guidando il furgone fino in città. Lui, Claudio, vive a Montespertoli e tifa per la Juve, perché gli sta un po’ sul cazzo Firenze come città e i fiorentini, quindi anche la squadra; preferisce la Juve che gli dà l’idea di essere italiano e quindi basta, vaffanculo. Claudio è un tipo un po’ brusco.

A loro non interessa molto il calcio, era solo un canale che ho provato a usare per entrare nei loro cuori così bianchi, ed ha funzionato; al che oggi come ieri abbiamo mangiato tutti e tre insieme, anche se prodotti alimentari distinti. Loro le schiacciate della Coop e gli affettati nella carta argentata, tipo mortadella; io degli avanzi della cena di ieri, tipo del riso, oppure della focaccia ancora mezza surgelata. Mi hanno lasciato un po’ della loro schiacciata con l’uva; io invece ho preparato il caffè per tutti, che poi abbiamo bevuto parlando – sopratutto io – di sigarette, dello smettere, anche se loro non hanno mai fumato, oppure parlando di telefoni cellulari e di telefonia – Claudio ha idee affascinanti al riguardo – e parlando di te, anche se la conversazione, come ti dicevo, non l’ho innescata io, ma loro, e io l’ho solo riempita con parole scintillanti e concetti facili, ma non semplici, perché penso che poi con le mie parole nelle orecchie ci torneranno a casa.

Non dico niente di strano o di eccezionale: è il mondo del lavoro che a noi, a me e a te, appare Leggi il resto dell’articolo

Oltre il passato

di Giovanni Agnoloni

Alla fermata non passavano autobus. Non gli restava che mettersi in marcia.
Seamus si trovava a tre chilometri da Greve in Chianti, quando quell’uomo l’aveva fatto scendere. Un passaggio non può durare per sempre. Camminare nel freddo di gennaio non era così terribile, anche perché, nonostante il buio incipiente, si stava piuttosto bene. Si sentiva come l’eroe solitario di un romanzo fantastico. Nell’adolescenza scenari del genere avevano ospitato le sue letture e i suoi giochi. Gli sarebbe piaciuto tornare indietro, ma aveva trent’anni e molto terreno da recuperare.
Ingannò il tempo in pensieri del genere, finché non fece ingresso nel paese. I lampioncini sulla strada provinciale illuminavano tenuemente le facciate delle case. Quello scenario aveva un che di familiare, quasi che si trattasse di un villaggio del West Cork. Giunse a un incrocio e svoltò a destra, dove affluivano gruppetti di persone. Passando, notò un venditore ambulante di croccanti e altri prodotti locali. Poco oltre c’era una piazza, che lo attirava ipnoticamente, come se avesse un’energia sua propria.
La raggiunse dopo pochi passi. Aveva una forma semi-triangolare, e delle arcate correvano lungo i lati, creando porticati ampi e accoglienti. Nel mezzo, la luce della sera dava al pavimento in pietra una tonalità di azzurro che lo rendeva simile a un lago silenzioso. Al centro campeggiava una statua, come un’isola. Doveva essere quello il magnete, pensò a metà tra il serio e il divertito, mentre si incamminava verso quel punto. Rimase lì mezzo minuto. Era un ottimo punto di osservazione: girando lentamente su se stesso, si godette la visuale scenografica.
Improvvisamente, l’occhio si fermò su un tratto del porticato dove la gente si raccoglieva più fitta. C’era un locale, lì sotto e, siccome era piuttosto affamato, Seamus si mosse in quella direzione. Ben presto comprese che si trattava di una Leggi il resto dell’articolo

Rintracciando alieni con metodi induttivi – #TUS3

rapimenti alieniTra gli autori che hanno partecipato al reading Torino Una Sega 3, tenutosi lo scorso ottobre al Caffè Notte di Firenze, c’è Frank Solitario. Frank ha letto Confessioni di un illuminato (di Leo Zagami) e il dialogo che proponiamo, Rintracciando alieni con metodi induttivi.

Breve nota introduttiva che non è parte della narrazione ma lo è.

Ci troviamo all’interno di un dipartimento di ricerca.
Un ipnologo ha fatto accomodare la sua paziente con presunta adduzione aliena e le ha sommariamente spiegato le tecniche che andrà ad usare per risalire ai dettagli del suo rapimento.
Si è stabilito un rapporto come da precetti ericksoniani: è il momento quindi di procedere con la fase di induzione ipnotica. Leggi il resto dell’articolo

In memoria e in oblio di S.T. – #TUS3

Continua la rassegna dei testi letti a Torino Una Sega 3. Come già anticipato la scorsa settimana, ricordiamo che buona parte dei racconti letti a TUS3 saranno pubblicati sul prossimo numero di Riot Van in uscita a novembre, e a cui seguirà poi un’antologia completa in ebook. Sia la rivista che la raccolta digitale saranno in distribuzione gratuita.
Adesso spazio al racconto In memoria e in oblio di S.T. del subcomandante Gianluca Liguori, che ha portato come testo altrui un estratto da Lettera al padre di Kafka.

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pallescassate

Le scarse notizie che abbiamo sulla vita di Simone T. emergono dalla prefazione che l’autore stesso ha scritto per la sua unica pubblicazione, Palle scassate. Il libro è il primo titolo della misconosciuta e pirata casa editrice Bacheca Bianca che, a quanto risulta, non è stata mai registrata alla Camera di Commercio né iscritta alla Siae. Digitando su Google “bacheca bianca edizioni” o “casa editrice bacheca bianca” o ancora “pubblicazioni bacheca bianca”, si ottengono appena due risultati. Il primo rimanda all’articolo Teoria e tecnica di un tentativo fallito di rivoluzione, pubblicato il 15 agosto 2005 su manislavate.com, blog del giornalista palermitano, collaboratore della Nuova Sicilia e di Panorama, Saverio Rizzo. L’articolo, raggiungibile grazie alla tag “bacheca bianca”, si apre con l’epigrafe, dall’opera di Simone T.: «Se l’umanità acquisisse consapevolezza di essere soltanto di rado nel giusto, il peso dell’esistenza sulla Terra sarebbe sopportabile per ciascuno di noi.»
Il pezzo, che analizza il rapporto tra intellettuali e movimenti in seguito ai fatti del G8 di Genova, si chiude con un inconsueto post scriptum: «Ho dovuto chiudere i commenti a causa di due, permettete il francesismo, coglioni, che, un minuto dopo aver postato l’articolo, hanno approfittato di questo spazio democratico per offendere, calunniare e insultare la memoria di una persona a me cara, di grande spirito e coraggio, che purtroppo se ne è andata troppo presto. Sono certo che comprenderete i motivi di questa mia scelta.»
C’è ragione di credere che Rizzo si riferisca per l’appunto al nostro autore dalla misteriosa biografia.
La chiusura dei commenti è infatti citata, pur senza link, anche nel secondo collegamento indicato da Google: un post pubblicato il 12 marzo 2006 su lecittàinvivibili.blogtown.com e firmato dal nom de plume Natalino Calvino. I figli spirituali di Italo, nell’articolo Resistenza a mente armata, definiscono Simone T. un esempio puro e incontaminato di letterato militante. Vedono in lui un Leggi il resto dell’articolo

A Firenze ci sta bella gente – #TUS3

Antefatto

– Subcomandante Liguori, forse dovresti scrivere un post per commentare Torino Una Sega 3, no?
– Fallo tu, Matteo, mi fido ciecamente.
– Non hai tempo?
– Esatto.

Fine Antefatto

A Firenze, venerdì, c’è stata la terza edizione di Torino Una Sega, “serata di letture a voce alta”. Per me è stata la seconda edizione, ma non prendiamoci in giro: è un dato trascurabile, lo so io e lo sapete voi, quindi passiamo oltre.

Vedere centinaia di persone che affollano tre sale in due locali, e sostano nell’incrocio su cui si affacciano quei locali, o stipano le sale e ascoltano attenti, benché alticci o ubriachi, ti fa capire due cose. La prima è che a Firenze, tutto sommato, l’alcool costa poco. La seconda, ben più importante, è che la letteratura è un fatto sociale, e quando si organizzano gli eventi con questo spirito il successo viene di conseguenza: si sta insieme perché è il mezzo migliore per condividere un interesse, e nel modo scelto di stare insieme eleviamo quell’interesse, e noi con lui. Leggi il resto dell’articolo

Preparare una tesi in filosofia

di Simone Lisi

Tutto, nel libro di Girard, mi parla, tranne il libro stesso.
La scheda di prestito di Claudia, compilata un anno fa, con la sua scrittura che posso riconoscere. Posso quasi intuire il momento esatto della sua vita in cui compilava quella scheda del prestito bibliotecario, e la sua storia personale, e quella sua storia personale in relazione a Nicola, e quella in relazione a Firenze e a tutto ciò che a Firenze è relazionato. Posso anche riflettere sul perché di quella scheda abbandonata dentro al libro, sul perché quella scheda, rosa, che adesso hanno fatto, dopo decenni di schede rosa, di un bianco impersonale, asettico, sia lì, nel libro di Girard, dal momento che non ha senso che sia lì, ché la scheda di prestito esclude il libro, ché quando si prende un libro in prestito quella scheda rosa (o bianca) si dà e resta alla biblioteca, ai bibliotecari e ai loro archivi, e non resta dentro al libro. Si potrebbe pensare che forse, Claudia, questo libro non lo prese mai in prestito, ma solo si limitò a pensare di prenderlo, e quindi di leggerlo, per quella sua tesi in filosofia che poi non avrebbe scritto. Eppure, anche se questa è certamente la risposta più probabile, sospetto che Claudia Leggi il resto dell’articolo

Racconti da #TUS2: collezionali tutti!

torino una segaConcludiamo oggi la pubblicazione dei testi dal reading Torino Una Sega 2. Chi è stato al Caffè Notte quella sera sa che è stato un reading molto partecipato, che ha visto nomi di rilievo del panorama letterario italiano, giovani/quasigiovani promesse e gli imprescindibili “slot superpazzo” (© Vanni Santoni). Nell’impossibilità di pubblicare tutti i testi (sono oltre un centinaio, se la memoria non ci inganna), ringraziamo tutti quelli che ci hanno inviato i propri, chi non ce li ha voluti dare e pure chi non ha risposto alle mail. Ringraziamo infine gli accademici: Raoul Bruni, che ha letto il Discorso di Firenze (1913) di Giovanni Papini, raccolto nel volume L’esperienza futurista; Effe, che ha letto La vita sessuale dei selvaggi di Bronislaw Malinowski; Francesco Ammannati, che ci ha deliziato con la lettera di Belisario Vinta, Primo segretario di Stato del Granducato, al Granduca Francesco de’ Medici.
Quello che segue è l’elenco dei testi da noi pubblicati, in ordine cronologico: Leggi il resto dell’articolo

Un racconto vincente – #selezionenaturale

A Firenze succedono cose. C’è una scena, è viva; alla sera si incontrano al Caffè Notte. E proprio al Caffè Notte hanno organizzato le due edizioni di Torinounasega – mentre le presentazioni dei libri in genere si tengono a La Citè, dove siamo stati nel 2009, il giorno prima dell’inizio del festival Ultra. Ricordo che Vanni, dopo quella sera, disse che non si erano mai viste tante persone a un reading a Firenze. Tutto merito vostro, gli risposi. Da allora ne sono successe di cose, a Firenze, e se ne è parlato parecchio su internet ma anche la carta stampata, grazie a qualche attento osservatore, ha dato delle risposte. In effetti è un gran momento di fermento per la scena fiorentina, ma le cose succedevano anche prima e i protagonisti erano sempre gli stessi, ma da più giovani. In principio (2000-2005) c’era Mostro, che ha visto tra i fondatori Magini, D’Isa e Salimbeni. Nel giugno 2006 ha visto luce Slipperypond, con, tra gli altri, Gabriele Merlini, Francesco Ammanati, Lorenzo Orlandini, Alessandro Raveggi e Vanni Santoni. Nel frattempo Magini & Santoni si inventano il metodo SIC, e tutto quanto da allora fino alla pubblicazione di In territorio nemico di cui sarete informati. E ancora: Firenze ha visto arrivare tre ragazzetti di Potenza e fondare – e prendere così l’eredità di Mostro – l’ottimo Collettivomensa; sempre in tema di riviste c’è pure RiotVan, nata in seno a un laboratorio universitario, e magari ci sono altre realtà – in rete e fuori – di cui ignoro l’esistenza (ma che invito i fiorentini a segnalare nei commenti). Quindi, in sintesi: Firenze è viva, e vive. E la scena ha dimostrato, come abbiamo visto in occasione dell’indecente Festival dell’Inedito, di essere forte e coesa quando c’è da lottare per le giuste battaglie. Ma la pianto qui, anche perché parlar di loro mi viene pure difficile, molti di loro li conosco, li incontro spesso, alcuni di loro sono amici; insomma, tutto questo retorico preambolo era solo per dire che, in questo momento particolarmente felice per la “scena fiorentina”, approda nelle librerie Selezione naturale – storie di premi letterari (effequ, 2013), antologia curata da Gabriele Merlini (coi racconti di Vanni Santoni, Alessandro Raveggi, Gabriele Merlini, Marco Simonelli, Gregorio Magini, Francesco D’Isa, Collettivomensa – che approfitto di queste poche righe per ringraziare del gradito omaggio personale presente nel racconto –  e Valerio Nardoni) e da cui vi proponiamo Un racconto vincente di Francesco D’Isa. Buona lettura.

Gianluca Liguori

Se mi si sottoponesse una lista minuziosa delle persone che lo conoscono, e quantunque vi possa leggere tra gli altri il nome di quella pover’anima della madre, della moglie sventurata o del disgraziatissimo figlio, non potrò che ribadire: nessuno conosce Filippo Maria Abbadi meglio di me. Questa sicurezza, lungi dall’essere una spacconeria, si declina in una pura e dimostrabile verità, ed è il motivo che fa di me la persona più indicata a raccontare come anche in quell’occasione la sua arroganza fu Leggi il resto dell’articolo